LA VENEZIA DEI GIUSTI - LUI AMA LEI. LEI AMA LUI. LUI AMA LUI. IL TUTTO SI TRADUCE IN: “MI SONO INNAMORATA DI MATT”, “MA È FROCIO!”: E’ QUESTO IL MOMENTO CLOU (INSIEME ALLA SUCCESSIVA PIPPA CHE SI TIRA IL PROTAGONISTA) DEL FILM DI GABRIELE MUCCINO “L’ESTATE ADDOSSO” - MOLTI CRITICI LO FARANNO A PEZZI MA IL FILM E’ UNA VERSIONE MUCCINIANA DEL VANZINA VACANZIERO DEI BEI TEMPI -

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Marco Giusti per Dagospia

 

Eccoci da Venezia. Con l’ultima opera di Gabriele Muccino, L’estate addosso, schiaffata nella nuova sezione “Cinema del giardino”, quella considerata più popolare e dedicata al pubblico. Lui ama lei. Lei ama lui. Lui ama lui. Il tutto si traduce in “Mi sono innamorata di Matt!”-“Ma è frocio!!!”. Che è poi il momento clou di questo nuovo film scritto e diretto da Gabriele Muccino, ispirato, dice da una sua storia giovanile, e girato tra Roma, San Francisco, Cuba e New York.

 

Momento clou assieme alla successiva pippa che dopo 73 minuti il poro Marco, il protagonista, Brando Pacitto, – “Mi chiamo Marco, eccomi qua, ho 18 anni – si tira in bagno quando capisce che con la sua amica/nemica Maria, Matilda Lutz, ha poco da fare tranne torturarsi per intere notti nello stesso letto alla ricerca di una scopata non così facile da ottenere. Perché, questa la storia, Marco, che ha 19 anni e è un bravo ragazzo romano di sinistra di Prati di estrazione piccolo borghese, grazie a un incidente in motorino, ottiene dall’assicurazione i 3000 euro che gli mancavano per la sua vacanza estiva in America.

 

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Se non fossero arrivati sarebbe rimasto tutto agosto a Roma, che non sarebbe stato proprio il massimo. Lo ospiteranno a San Francisco due ragazzi gay, Matt e Paul, Taylor Frey e Joseph Haro, amici di un comune amico, tal Vulcano, vulcanologo romano che studia in California.

 

Non sa, il poro Marco, che Vulcano ha accollato come ospite ai due amici gay anche la pariolina un po’ fascia e molto suorina Maria, che ha diviso con Marco ben cinque anni di liceo, ovviamente il Mamiani come in Come te nessuno mai. Marco litiga da subito con Maria riconoscendola come odiosa pariola da evitare come la peste. Per giunta è pure omofoba (“ma che so, du’ froci?”), vergine e dorme col pigiama. Il problema è che come Maria si scioglierà i capelli e si metterà in pants in quel di San Francisco diventerà un modello di stronzetta pariolina diversa, quella cioè che riesce a attizzare tutti i maschi presenti. E lì, anche se più o meno gay, sono tutti e tre maschi.

 

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Solo che il poro Marco ci va proprio sotto, anche perché la notte ci dorme assieme e non sa come resistere alle tentazioni della carne. Perché, riconosciamolo, Matilda Lutz, quando si scioglie i capelli diventa sì una stronzetta pariola che vuole liberarsi, ma anche bonissima per il maschio medio, etero, mezzo gaio o tutto gaio che sia.

 

I quattro amici si limiteranno a saltellare in quel di San Francisco e poi a Cuba brindando molto muccinianamente “A ciò che siamo e a quello che saremo” (grande momento stracult), anche se a suon di selfie perché siamo nel 2016.  Il resto, la vacanza a Cuba, il passaggio per New York con l’amico italiano di lei che la trova “ahò che fregna!!”, non ve lo raccontiamo, ma è ovvio che questo scombinato ma divertente L’estate addosso, con tanto di musiche e canzoncine di Jovanotti, non è The Dreamers di Bertolucci, e che Matilda Lutz, pur “molto fregna” non è Eva Green.

 

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Diciamo che il film è più vicino alla versione mucciniana americanizzata di un vanzina vacanziero dei bei tempi, anche se mancano sia un Don Buro che un giovane Claudio Amendola indeciso tra milfone e ragazzine. Sono lontani gli anni del Muccino culto dei trentenni romani che non sanno cosa vogliono, e molto critici lo faranno a pezzi, temo, ma il film mi sembra più sentito e sincero dei suoi ultimi lavori su commissione con tanto di star di Hollywood.

 

E Brando Pacitto e Matilda Lutz sono entrambi freschi e di bella presa con il pubblico. Magari tutto il lungo flashback della coppia Matt-Paul si poteva evitare o comprimere. Magari il film non andava portato a Venezia, troppi rischi, ma dimostra, ancora una volta, che Muccino funziona di più quando ritorna a casa, anche per poco. In sala dal 15 settembre.

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