VENEZIAPOPPIN'! - SUL LIDO OLTRE ALLE ZANZARE SBARCHERANNO ANCHE UN BEL NUMERO DI STAR, DA DE NIRO A VASCO ROSSI, A CUI È STATA DEDICATA ''UN'ORATA SPERICOLATA'' - BARBERA DIRIGE IL TRAFFICO: AVANTI MATTARELLA E FRANCESCHINI, ECCO LA MADRINA ELISA SEDNAOUI, OCCHIO CHE PASSA LA GIURIA DI CUARON - 16 ESORDIENTI ASSOLUTI, 4 FILM ITALIANI IN CONCORSO (BELLOCCHIO, GAUDINO, GUADAGNINO E MESSINA)

Oggi inaugura il red carpet Jake Gyllenhaal, Johnny Depp tornerà al Lido dopo otto anni, poi Mark Ruffalo e Stanley Tucci; Juliette Binoche; Alicia Vikander e Amber Heard, Robert Pattinson e Kristen Stewart. Tilda Swinton, Ralph Fiennes, Dakota Johnson - Più sicuri della pioggia Valerio Mastandrea, Valeria Golino e Alba Rohrwacher...

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1. POCHE RISATE, A VENEZIA SI FA SUL SERIO

Malcom Pagani per il “Fatto Quotidiano

 

Fino a metà agosto, giurano indignati, “sembrava una risaia”. Nugoli di zanzare, nebbia a banchi e nella voragine a un passo dal Casinò, l’acquitrino. Poi in Viale Marconi, al Lido di Venezia, sono arrivati gli operai. Si è messa l’ennesima toppa stagionale sullo scandalo, sul progetto smarrito da sette anni o quasi chiamato Palacinema: “La Costa Concordia del Lido”, secondo Paolo Baratta, presidente della Biennale avviato al quarto mandato. Si è dato un colpo di ruspa al gigantismo: “Torneranno prati e alberi come in passato”, ha rassicurato mesto il preoccupato neosindaco Brugnaro.

 

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E adesso, messi i cocci sotto il tavolo, persi per sempre i 37 milioni di euro già investiti con la minaccia di doverne versare altri nella transazione alla ditta Seicam da tempo sul piede di guerra, tutto è pronto per l’edizione numero 72 del Festival. Torme di addetti ai lavori, funzionari Rai, produttori e distributori. Molto lino, qualche panama, tanti abbracci di chi è abituato a incontrarsi periodicamente.

 

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Ossessivi scatti fotografici in posa davanti ai leoni per dimostrare che si è cinefili, ma anche moderni e connessi ventiquattr’ore al dì per il sincero dolore di Tatti Sanguineti: “Hanno persino eliminato il casellario della posta per gli addetti ai lavori. Forse non era bello, forse era antidiluviano, ma un ultrasessantenne avrà pur diritto a morire non internettizzato ?”. Il dubbio cade nel vuoto del marasma degli arrivi.

 

Una certa confusione ai vaporetti con la rude, immutabile dialettica dei marinai lagunari addetti all’approdo. Annoiate facce da reduci della rassegna che contrastano con gli ovali entusiasti e l’emozione degli studenti delle scuole di cinema. Fa caldo, ma ti dicono “pioverà”. Clima perfetto per vedere i film, riempire i ristoranti, provare a introdursi senza diritto a una delle tanti baccanali che tra una generosa sponsorizzazione e l’altra, riempiranno il calendario da qui al 12 settembre. Sulle spiagge, nella migliore stagione del decennio da Jesolo in giù, dovesse scatenarsi la tempesta, comprenderanno.

barbera e baratta barbera e baratta

 

Sull’arenile in cui Visconti ambientò Morte a Venezia, intanto, c’è calma piatta e i gabbiani volano bassi. Ha provato a farlo anche Alberto Barbera, direttore di una Mostra che vede ben 16 esordienti assoluti, 4 film italiani in concorso (Bellocchio, Gaudino, Guadagnino e Messina, il primo a passare, il giorno 5), molta attesa per le stelle che da Robert De Niro a Vasco Rossi illumineranno di flash l’atmosfera.

 

Ci vorrebbe la perizia visiva e analitica di un Cary Fukunaga, il regista del primo True Detective, tra i candidati al Leone d’oro con un film sulla guerra osservata con gli occhi di un bambino africano mandato al fronte in età da Minions, per capire nessi, ragioni, colpevoli e innocenti alla base di questo giallone di celluloide che a ogni fine estate, decreta vinti e vincitori illudendo sulla centralità di un microcosmo che sulla terra ferma, lontano dalle darsene, interessa il giusto.

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 Per chi è qui con il programma stropicciato nella destra, il desiderio di albergare in sala e animare il temuto dibattito tra una proiezione e un’altra, però, Venezia somiglia a quello che De Gasperi scorgeva nel cinema: “Una lanterna magica” in cui ogni luce diventa possibile perché muovendosi nel sogno, la realtà perde urgenza e importanza. Da stasera alle 19, con pennacchi, gendarmi e istituzioni in prima fila (in arrivo Mattarella, il presidente della Repubblica), via alla scalata della montagna veneziana con Everest in 3D (dopo aver visto quella italiana nel serrato Storie Sospese di Stefano Chiantini prodotto da Marta Manzotti e passato con buon esito alle Giornate degli Autori).

 

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Se partorirà capolavori o topolini, si vedrà. Da sempre i pronostici saltano in coda, da sempre ci si accapiglia su gusto, merito e messaggi sottesi (tanti allenatori ed esperti di pallone quanti critici cinematografici da Chiasso in giù), da sempre si incensano cinematografie meritevoli regolarmente disertate dal grande pubblico: “Ma è un Festival d’arte cinematografica, non la sagra dell’incasso”, avvertono i puristi e si omaggiano venerati maestri (l’8 sarà il turno di Bertrand Tavernier).

 

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Che la festa cominci, come titolava un suo famoso film, in un panorama che al netto delle sosia di Marilyn imbellettate per il gran ballo e di una certa alterata eccitazione, si presenta meno ilare che in altre circostanze: “Non è tempo di commedie – ammonisce Alberto Barbera –il cinema racconta la realtà”. Una realtà presente, futura e passata, molto varia, a volte melodica (Laurie Anderson cercherà nella memoria il suo Lou Reed), altre stonata. Sofferenza, drammi, crisi esistenziali. Una realtà per una volta priva dei dominatori di ieri (i cinesi). Una realtà che alla fine farà i necessari conti con il capobanda Alfonso Cuaròn e con le valutazione della sua giuria.

 

Nel ‘91 chiesero a Glenn Close di rimanere nell’umidità del Lido per la premiazione. L’attrice recitava in Tentazione di Venere di Szabò e attendeva la Coppa Volpi. Salì sul palco e scoprì che invece di riceverla, l’avrebbe dovuta consegnare a Tilda Swinton per Edoardo II di Jarman.

 

Imbarazzo, gaffe, cerimoniali in pericolo. A Venezia accade spesso. Si regna per un istante e poi ci si ritrova detronizzati. Sembra un gioco, ma chi gioca ha poca voglia di scherzare. Poche corone, troppi aspiranti e un sincero disprezzo per De Coubertin. Qualcuno, è certo, resterà deluso

 

 

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2. GLI ATTORI STRANIERI FANNO A GARA PER TORNARE AL LIDO

Luigi Mascheroni per “il Giornale

 

La Mostra del Cinema di Venezia numero 72, anno 2015, è come la sua madrina, Elisa Sednaoui. Italiana per nascita ma internazionale per tradizione e vocazione. Cosmopolita perché parla italiano, francese, inglese, arabo... Impegnata ma anche pop: come i suoi film, da Eastern Drift del regista lituano Sharunas Bartas interpretato al debutto nel 2010 fino a Soap opera di Alessandro Genovesi dello scorso anno. In concorrenza con la Francia, dove è cresciuta e ha lavorato molto nella moda, figlioccia di Christian Louboutin.

 

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Fascinosa e bellissima: occhi verdi e laguna blu. Sarà lei, 28 anni, di Bra, ma cresciuta fra Egitto, Parigi e l'Italia, ad aprire stasera la Mostra sul palco della Sala Grande al Palazzo del Cinema, e sarà lei a condurre, il 12 settembre, la serata finale, quella dei Leoni.

Fascino felino, occhi da gatta e falcata da modella, Elisa Sednaoui sarà la più charmant di un festival glamour, di star e di party, come non se ne annunciavano da tempo.

 

Se un contrattempo tecnico non avesse impedito all'ultimo momento l'arrivo del cortometraggio The Audition presentato da Martin Scorsese, a Venezia sarebbero approdati anche Leonardo DiCaprio e Brad Pitt, e forse sarebbe stato davvero troppo. Intanto, oggi inaugura il red carpet, tra gli altri, Jake Gyllenhaal, superstar del cast di star di Everest, che apre la Mostra. Johnny Depp tornerà al Lido dopo otto anni, fuori concorso, come gangster irlandese in Black Mass, e già ci si chiede che sorpresa riserverà a favore di fotografi.

 

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Poi giorno per giorno, sfileranno: Mark Ruffalo e l'icona omosex Stanley Tucci per Spotlight di Thomas McCarthy; la divissima Juliette Binoche protagonista dell'attesissimo L'attesa del deb Piero Messina accompagnata dalla giovane e bellissima collega Lou de Laage; poi Alicia Vikander e Amber Heard, che arriveranno per il film già in odore di culto The Danish Girl di Tom Hooper; e poi gli ex divi e ex fidanzati di Twilight, pericolosamente sulla stessa passerella lo stesso giorno con due film diversi: Robert Pattinson e Kristen Stewart.

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E prima che, superato il weekend, i superdivi hollywoodiani inizino a scarseggiare in concomitanza, al di là dell'Atlantico, dell'apertura del festival di Toronto, ecco il cast all star di A Bigger Splash di Luca Guadagnino: Tilda Swinton, Ralph Fiennes, Dakota Johnson... Dopo ci sarà uno spazietto per i soliti Valerio Mastandrea, Valeria Golino e Alba Rohrwacher, che senza di loro non aprono neppure gli alberghi al Lido, e Venezia non sarebbe Venezia. No italians, no party.

 

E tra finger food e vippissimi tappeti blu, altro che rossi, happy few e cene blindate, il cinema dei vip si mette in mostra nei party diffusi in Laguna. Al Lido, più istituzionali: nella spiaggia dell'Hotel Excelsior le cene ufficiali di apertura e chiusura del festival, i party alla Villa degli Autori per i Venice Days e, molto cultural chic, la cena di gala, l'11 settembre, per il film Milano 2015 firmato a sei mani da Soldini, Roberto Bolle, Walter Veltroni, Cristiana Capotondi, Giorgio Dritti e Elio, evento che sarebbe già per questo immancabile, e dove tutti sperano che si affacci anche Vasco Rossi (il quale sarà protagonista assoluto del documentario di Fabio Masi e della giornata: la Sala Darsena dove si proietterà Il decalogo di Vasco è già sold out).

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Poi l'hotel Villa Laguna, dove Mediaset e Ciak festeggeranno domani l'inizio della stagione cinematografica con una lunga Premium cinema night: attesi la madrina Elisa Sednaoui e l'attrice Paz Vega, quest'anno in giuria. Nei grandi alberghi della Venezia notturna, invece, festeggerà il resto del jetset. In particolare il gettonatissimo e scenografico PalazzinaG, l'hotel progettato da Philip Stark, ospiterà numerose cene-evento, fra cui quella per il film Spotlight e per l'attrice australiana Radha Mitchell (Neverland e Man on Fire).

 

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La serata più affollata, invece, sarà sabato. Ci sarà da scegliere. Al Bauer Palladio Hotel alla Giudecca, mega-party organizzato da Vanity Fair per il documentario Magic Moments sulla fotografa di moda Roxanne Lowit di Yvonne Sciò, al debutto come regista e produttrice (che poi passerà su Sky Arte il 18 settembre sera). Mentre dopo la proiezione del film L'attesa, Medusa, che distribuisce la pellicola, regalerà un party esclusivo alla Terrazza Biennale del Lido. Dove ci saranno tutti. Tranne, nota dolente del festival, il maestro di cerimonie Carlo Rossella. Infortunatosi a un piede, mancherà - prima volta a memoria di cinefilo - l'inaugurazione della Mostra di Venezia. Per il resto: Ciak, si inizia.

 

 

3. VOGLIO UN’ORATA SPERICOLATA PER VASCO

Arianna Finos per “la Repubblica

 

GRANDI BELLEZZE

La madrina Elisa Sednaoui, madre piemontese e padre egiziano, frequenta il jet set, parla sei lingue, è madre, modella, attrice e dirige una fondazione per aiutare i giovani egiziani delle aree rurali. Per non farsi mancare niente ha diretto un documentario, Image of woman , che però non è ancora pronto per la Mostra.

 

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Celia Rowlson-Hall, corpo affusolato e viso da santa, interpreta appunto la Madonna nel visionario Ma , di cui è regista. Ballerina e coreografa, allevata alla fucina del Tribeca Film Festival, autrice di ben cinquanta cortometraggi, si mette un telo in testa, vagabonda nel deserto, danza divina, ama e viene tradita, spara al cielo e fa cadere una pioggia di perdono sugli amanti. Partorisce e sparisce.

 

APPUNTAMENTO COL PRESIDENTE.

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Sergio Mattarella sbarca nel pomeriggio al Lido alla Darsena del Casinò, bonificato dai sommozzatori in mattinata. Lo attendono i giornalisti, lo accoglie il presidente della Biennale Paolo Baratta. Salta il tappeto rosso con Jake Gyllenhaal e stringe la mano al ministro della cultura Dario Franceschini. Vede il film Everest e cena (e dorme) all’Hotel Gritti, in Campo Santa Maria Formosa a Venezia. Si perde il buffet di Gala sulla spiaggia dell’Excelsior, praline di riso, maccheroncini al guanciale di Sauris con cipollotto fuso e i filetti di orate alla siracusana.

 

VOGLIO UN’ORATA SPERICOLATA.

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Al Lido quest’anno c’è una carica di vegetariani, con qualche concessione al pesce.

Lo chef Tino Vettorello, già inventore del “Rombo alla Clooney”, dice di aver messo a punto “un’orata spericolata” in onore di Vasco Rossi, che sarà alla Mostra l’11.

 

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