Lettera di Giampiero Mughini a Dagospia

 

giampiero mughini

Caro Dago, se è vero che oggi non c’è altro che il web a raccontare il mondo com’è e quel che noi siamo diventati in questo mondo, quanto ne so di questo mondo mi viene dalle 10-12 volte al giorno che clicco il tuo sito satanico. Per il resto non ho mai inviato un tweet in vita mia né ho un account Facebook, e sebbene ce ne siano sul web un paio che portano il mio nome: sono degli squallidi falsari e non perderò un’altra mattina della mia vita alla Polizia postale a denunciarli, quel che ho fatto tre o quattro anni fa e naturalmente non è servito a un’acca.

 

 

E dunque se non fosse per quelle 10-12 volte al giorno che scruto attraverso le tue pagine, non saprei nulla di eventi cliccatissimi e celebrati quali le foto che la gentile signora Bonolis pubblica a render note le sue abitudini e le sue proprietà e quell’altra in cui la coppia regale del web – Fedez-Ferragni – sono ritratti nudi mentre lui le esplora con la lingua il ventre e lei a sua volta si sta facendo un selfie, e questo perché niente va buttato via.

bruganelli jet privato

 

Premessa. Reputo Paolo Bonolis uno degli uomini più colti tra i tanti che frequentano gli studi televisivi. Mi spiace molto non aver mai lavorato con lui, ce ne saremmo avvantaggiati entrambi. Paolo mi sta simpatico persino quando celebra le altezze della sua Inter, un ragionamento che palesemente non ha alcuna base di fatto.

 

Pare che sia lui a incitare la moglie a pubblicare la foto di quanto sia glamour la piscina della loro villa, a far schiattare l’armata di quanti sul web coltivano quella pianta miserrima che si chiama Invidia. Se è così, fa benissimo. Ovvio che uno come Paolo – uno che nel suo mestiere è un fuoriclasse – può fare quello che vuole e come vuole del denaro che gli rimane in tasca dopo aver pagato le tasse. Mille di questi aerei e di queste piscine, caro Paolo e cara Sonia.

sonia bruganelli 4

 

E fin qui sono ancora lontano dal cuore dell’argomento che ho proposto a Dago. Ossia il rapporto tra narcisismo e volgarità. Nuova premessa. Auguro alla coppia Fedez-Ferragni ogni bene e ogni riuscita professionale e ogni formidabile fatturazione Iva quale la merita una ragazza che ha costruito un impero dal nulla e un ragazzo a sua volta in gamba quanto al cantare e all’adoperare tutti i sussidi retorici che ne conseguono.

 

Sono peraltro in debito nei suoi confronti, perché una volta ho usato nei suoi confronti un termine stupido e offensivo che ho subito pubblicamente ritrattato in queste stesse pagine dagospiatrici.

sonia bruganelli bonolis su instagram 6

 

Solo che a tutto c’è un limite. E la foto di cui sto dicendo lo oltrepassa. Quando il narcisismo esplode oltre ogni suo accettabile confine, è inevitabile che si tuffi nella volgarità. Una volgarità di cui e web e televisione sono zeppi 24 ore su 24, e passano per eroi della comunicazione odierna dei ceffi che trasudano volgarità da ogni poro.

 

Senza autoironia e senza garbo, il narcisismo macchia chi lo nutre con tale intensità. Un marito e una moglie che si esibiscono come in un film pornografico, e lei che addirittura vuole catturare in primo piano la sua espressione in quell’attimo. No, no. Al confronto il volto della pornostar Teal Conrad – una bellissima ragazza specializzata in quei primi piani – è un’immagine puritana.

CHIARA FERRAGNI E FEDEZ A LETTO

 

Beninteso, ognuno faccia quel che vuole di sé, del proprio corpo, dei propri sentimenti, delle immagini della propria vita quotidiana. Tutto sta a scegliersi uno stile, e dunque le cadenze dell’uno o dell’altro linguaggio.

 

Io ho un’alta reputazione di me stesso, e proprio per questo adoro il silenzio, il mettermi di lato, il tacere su ogni millimetro della mia vita privata, il rifiutarmi agli ingorghi volgari di cui è pieno il nostro mondo. Non ho aerei personali, ma ho cose cui tengo molto. Ad esempio i miei libri. Chi frequenta casa mia sa che non ne parlo mai e non li mostro mai.

 

CHIARA FERRAGNI NELLA VASCA CON FEDEZ

Una volta, e perché lei aveva insistito, la mia amica  F. mi chiese di mostrarle una delle prime copie dei “Canti orfici” di Dino Campana, il libro stampato in una tipografia di Marradi a metà strada tra la casa dei Campana e quella dov’era nato mio padre. Mostrai a F. il libro, io e lei seduti in un angolo silenzioso di casa mia. Dalla commozione, F. si mise a piangere. Una scena che ovviamente non è mai andata sul web e non ha mai avuto il becco di un “like”.

 

 

GIAMPIERO MUGHINI

chiara ferragni chiara ferragni 1 chiara ferragni e fedez 3