VITE COL PUNTO INTERROGATIVO - IL QUIZZONE DI PERNA: “AMÒ MARIA JOSÉ DI SAVOIA MA NON FU RE. FU ATTORNIATO DI AMANTI, EBBE TRE MOGLI, MA FUGGÌ COME LA PESTE GLI OBBLIGHI DOMESTICI. FU FERVENTE ANTICOMUNISTA E LIBERALE, MA POI AFFIANCÒ LA SINISTRA E COMBATTÉ SDEGNOSAMENTE LA DESTRA. CHI ERA? (LA SOLUZIONE ALLA FINE DELL'ARTICOLO)

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Giancarlo Perna per la Verità

 

L' ispirazione del quiz che vi accingete a leggere è nata nel mezzo di un temporale estivo in un rifugio delle Alpi bavaresi.

 

In attesa che spiovesse, ammazzavo il tempo sfogliando Die Zeit. È un settimanale di Amburgo, con una caratteristica unica: non ha forma di tabloid ma quella antiquata del quotidiano diviso in fascicoli: politica, economia, cultura, ecc. Poiché il maltempo sfuriava con meticolosità tedesca, sono arrivato in fondo alla rivista.

 

Qui, nel fascicolo Varie che la conclude, mi imbatto nella rubrica, «Chi è», con due punti interrogativi, uno dei quali capovolto, alla spagnola. Biografie di personaggi in forma di indovinello. Descrizioni storicamente precise e senza trucchi col solo accorgimento di tacere nel testo il nome della persona di cui si parla. Il piacere del lettore sta nel riconoscerla. Se fallisce, la soluzione è sotto il quiz, stampato alla rovescia per evitare di anticiparla con un' occhiata malandrina.

 

L' idea mi è piaciuta subito e mi sono informato. La rubrica esisteva da sessant' anni, con grande seguito.

Tanto che, ogni Natale, usciva un best-seller con una selezione dei quiz dell' anno corrente. Il mio incontro alpestre con «Chi è?» risale al 2003.

 

Giancarlo Perna Giancarlo Perna

Dal 2004, fino a metà del 2008, ho pubblicato settimanalmente dei quiz biografici simili a quelli tedeschi sulle pagine culturali del Giornale. Dico «simili» perché ci ho messo un pizzico di sofisticazione in più. Non solo per una maggiore delicatezza dei palati italiani ma per avere privilegiato biografie «colte» (scrittori, filosofi, statisti, artisti), rispetto a personaggi di attualità e cronaca prediletti da Die Zeit. Una cernita dei quiz pubblicati allora, tra cui questo, sono stati raccolti in un libro, Cento vite con il punto interrogativo (edizioni Clichy).

Buona lettura.

 

CHI ERA?

Fu attorniato di amanti, ma restò nell' intimo un uomo solo. Ebbe tre mogli, ma fuggì come la peste gli obblighi domestici, preferendo vivere da scapolo, quasi da eremita. Fu fervente anticomunista e liberale, ma poi affiancò la Sinistra e combatté sdegnosamente la Destra. A chi gli dava dell' incoerente, replicava di obbedire a una superiore moralità. Infatti, il suo metro di misura era soltanto lui.

 

La «fidanzata» più illustre del Nostro fu la principessa, poi regina, Maria José di Savoia. I due si conobbero a Cortina. La nobildonna era già sposata con Umberto, ma il matrimonio zoppicava. «Era bellissima, devi cre dermi!», confidò il dongiovanni molto anni dopo, raccontando per la prima volta l' avventura a un amico. La storia era cominciata come una frequentazione di villeggiatura tra persone del jet set. Lui era un bel giovane, alto e biondo. Lei, una donna un po' annoiata, che si guardava attorno.

 

maria jose2 maria jose2

Lo scorse nel bar dell' Hotel Mira monti all' ora dell' aperitivo. Saputo chi fosse, lo cooptò tra gli adepti della sua piccola corte. Tra una conversazione e l' altra nei giorni successivi, Maria José sferrò l' attacco. Piantò i suoi occhi chiari in quelli azzurri del giovanotto e disse perentoria: «Non veda in me solo la principessa, veda in me anche la donna». Non ci furono né scandalo, né code, per la perfetta discrezione di entrambi.

 

Come amante, il Nostro non era di primo pelo. Aveva già avuto un figlio che vide una sola volta. Le cose andarono così. Stava entrando nel suo ufficio di Milano, quando gli si parò davanti una giovane donna che teneva un bebè in braccio. Era Ethel, una aristocratica irlandese conosciuta l' anno prima a Londra. «Il bimbo è tuo», gli disse lei. Il giovane ebbe un brivido. Sui figli aveva una teoria: «Non farne, perché non puoi sapere chi ti metti in casa». Ma la signora ag giunse subito che non chiedeva niente per sé e che avrebbe mantenuto il figlio, a patto però che lo riconoscesse.

 

Sollevato, il ventottenne, che era un galantuomo, firmò tutto quanto c' era da firmare per dare il cognome al piccino. Poi li accomiatò entrambi per sempre e sulla faccenda tacque VITE Pubblichiamo uno dei quiz del libro di Giancarlo Perna Cento vite con il punto interrogativo, da poco in libreria con tutti fino a tarda età. Inutile dilungarsi sulle altre amanti. Ne ebbe a iosa, nobildonne e soubrette, qualche giornalista e una édith Piaf rumena degli anni Trenta, Maria Tanase.

C' è poi il capitolo delle mogli.

 

maria jose maria jose

Il Nostro aveva origini provinciali. La cittaduzza in cui nacque era la quintessenza dello strapaese. In pieno Nocevento, era ancora divisa come guelfi e ghibellini tra gli insuesi, che abitavano la parte alta, e gli ingiuesi del piano, separati da rancori profondi. Il suo imperativo fu, perciò, cambiare aria. Viaggiò molto nei vari continenti.

 

Trovandosi volontario a guerreggiare dalle parti della Dancalia, provò il suo primo prurito matrimoniale.

Vide una bellissima quattordicenne e, seguendo gli usi locali, la comprò in cambio di un cavallo. Si credé innamorato e la sposò. La convivenza durò quanto la guerra esotica e poi della fanciulletta gli rimase solo un bel ritratto che tenne nel suo studio per il resto della vita. La seconda moglie fu Maggie, una nobile austriaca dal cognome francese, de Colins de Tarsienne. Si videro poco, distratti dai reciproci impegni.

STALIN GIOVANE STALIN GIOVANE

 

Ebbero però un' esperienza comune che li unì al di là dell' amore. Furono tutti e due imprigionati dai nazisti. Lei condannata a 30 anni e lui alla pena capitale, prima di essere fortunosamente graziati. La terza moglie fu una alto borghese di Losanna che faceva il suo stesso mestiere e lo eguagliava quasi per talento. Il legame durò tutta la vita, grazie all' accorgimento di abitare a 600 chilometri di distanza. Questo fu il nostro uomo sul versante delle donne.

 

Politicamente invece, è stato per lungo tempo il simbolo italiano del borghese anticomunista. In precedenza, più che fascista, fu mussoliniano.

Credeva nell' obiettivo che il romagnolo si era dato di «fare gli italiani».

 

Il Nostro era, infatti, tutt' altro che estimatore dei connazionali. Li credeva, come Prezzolini, spartiti tra furbi, largamente maggioritari, e fessi, dei quali si sentiva parte per avere dei principi. Disse di sé: «Borghese fino al midollo ho combattuto molte battaglie in difesa delle tradizioni borghesi. Ma mentre io difendevo le idee, i borghesi difendevano l' argenteria».

STALIN STALIN

 

Già deluso dal Duce mentre "era in auge, si disamorò definitivamente quando vide come mandava le truppe allo sbaraglio nel Secondo conflitto. Tuttavia, non aderì mai all' antifascismo monopolizzato dai comunisti che furono la sua bestia nera nel dopoguerra.

 

Nello studio, aveva un piccolo busto di Stalin. Lo teneva per gratitudine, come diceva cinicamente, per essere stato «l' uomo che ha fatto fuori più comunisti di chiunque altro». Negli anni Cinquanta, propose agli Usa di finanziare una struttura segreta paramilitare per bloccare il Pci nel caso di una sua vittoria elettorale. L' iniziativa languì, ma pose le basi della celebre Gladio di cui il Nostro fu, perciò, il padre spirituale.

 

Poi di colpo, ultraottantenne, si schierò coi comunisti ex e post, per una faccenda personale. E chiuse con una resa, una vita da intemerato bastian contrario.

Chi era?

 

 

 

(INDRO MONTANELLI)

 

 

 

 

 

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