SHOCK IN CALIFORNIA! SCOPPIA UNA POTENZIALE EPIDEMIA DI HIV NEL MONDO DEL PORNO: FERMATE LE RIPRESE DI TUTTI I FILM

Tre attori sono già stati contagiati e tutte le case di produzione hanno sospeso le riprese - Cameron Bay, la prima attrice ad essere stata infettata, è ora costretta a lavorare da casa con una webcam per pagarsi le cure - Si chiede da anni l’utilizzo del preservativo, ma al pubblico non piace…

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1 - CAMERON BAY. DOVRÀ PAGARSI LE MEDICINE E LAVORERÀ DA CASA. L'ATTRICE PORNO POSITIVA ALL'HIV PARLA AD HUFFPOST
Da "HuffingtonPost.it"

LATTRICE PORNO MALATA DI HIV CAMERON BAYLATTRICE PORNO MALATA DI HIV CAMERON BAY

Il primo ingaggio nell'industria del porno arriva un mese fa e si tratta di un'orgia con altre 10 persone, nessuno usava preservativi sul set. Dopo altre 9 sole scene, Cameron Bay si rende conto di aver contratto l'HIV. La pornostar americana, la cui malattia ha decretato la chiusura a tempo indeterminato di tutti i set porno di Los Angeles, racconta la propria storia all'Huffington Post.

"Ho imparato che c'è sempre qualcuno più giovane e sexy e disposto a fare quello che tu ti rifiuti di fare. E' un mondo di lupi", ha detto Bay durante un'intervista ad Huffpost Usa. "Dovremmo avere più scelta. Il preservativo dovrebbe essere un'opzione". A novembre è passata una legge che impone l'uso della contraccezione a tutti i set di film hard di L.A., ma secondo fonti interne la legge, finora, non ha avuto alcun riscontro.

La spesa di 2000 dollari per un mese di trattamento dovrà essere sostenuta interamente dall'attrice porno, dal momento che non si è riusciti a ricollegare la malattia a nessuna scena in particolare. "Ho speso di più in un giorno per le medicine che per due mesi di affitto", ha raccontato la Bay. Per tirare avanti, la Bay progetta di cominciare a lavorare da sola, con una webcam da casa.

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La pornostar ha sofferto di un'infezione al fegato protrattasi per settimane, dopo aver avuto cinque rapporti sessuali con cinque uomini diversi. L'unica scena che non è stata girata a L.A. è stata filmata a San Francisco per Kink.com ed è l'unica occasione in cui la Bay ha partecipato ad atti di BDSM ("Bondage, Dominazione, Sadismo and Masochismo").

Durante quella scena, la Bay è stata colpita violentemente al seno e il dottore che l'ha ricoverata le ha ordinato di astenersi dai set porno per almeno due settimane. Dopo che la donna ha scoperto di avere l'HIV, la chirurgia che le serve per curare la mammella è stata posposta ad una data imprecisata. Qualcos'altro di "davvero, davvero terribile" è successo sul set quel giorno ma la Bay non ha voluto specificare cosa. "Basti dire che c'è stato un incidente e che avremmo dovuto interrompere le riprese".

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I performers vengono testati ogni 30 giorni, racconta Cameron, ma non è abbastanza: cosa succede se qualcuno risulta negativo e contrae il virus subito dopo? Può potenzialmente infettare i colleghi per tutto il mese successivo. La moratoria sui set porno imposta dopo la rivelazione della Bay è stata fermata dopo sei giorni ma appena una settimana dopo il compagno della Bay (attore su set di porno gay), ha scoperto di aver contratto il virus anche lui. A distanza di altri due giorni, un terzo attore porno ha dichiarato di esser positivo al test. La moratoria, a quel punto, è stata imposta di nuovo.

"Sapere è potere. Ho ottenuto di più informandomi nelle ultime settimane di quanto abbia fatto da quando ho lasciato il liceo", ha concluso l'attrice.

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2 - USA, L'INCUBO AIDS SCUOTE L'INDUSTRIA DEL PORNO: ALTRI DUE ATTORI POSITIVI ALL'HIV
Anna Guaita per "Il Messaggero.it"

Frenata brusca nelle riprese dei film a luci rosse: la comunità porno californiana è in stato di shock, dopo che altri attori sono risultati positivi al test dell'Hiv, il virus che causa l'aids.

E' la seconda sospensione in meno di un mese che la "hollywood porno" deve annunciare, dopo quella dello scorso 14 agosto. Allora una starlet di 28 anni, Cameron Bay, era risultata positiva al test. La Free Speech Coalition, l'associazione che riunisce i produttori di questa industria multimiliardaria, aveva dovuto fermare le riprese e sottoporre tutti gli interpreti e i loro partner a controlli. Due settimane più tardi, era stato dato il via libera alla ripresa delle attività.

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Ma la scorsa settimana un secondo attore ha annunciato - via Twitter - di essere risultato positivo. Si tratta di Rod Daily, specialista di film gay porno, ma anche boyfriend di Cameron. Un terzo attore, di cui però non si conosce l'identità, avrebbe a sua volta informato gli amministratori della Coalition che anche lui non ha superato il test, e un quarto avrebbe contattato un'associazione per la difesa contro l'Aids.

Non è la prima volta che le riprese porno devono fermarsi: l'anno scorso la comunità ha registrato alcuni casi di sifilide, e nel 2011 c'era stata un'altra crisi quando si era creduto che uno degli interpreti fosse sieropositivo, ma ulteriori test non avevano confermato il contagio.

La portavoce della Coalizione, Joanne Cachapero, ha detto che "non c'è alcuna prova che il contagio sia avvenuto sul set, e non piuttosto nella vita privata". La signora ha comunque aggiunto che "la Coalizione sta prendendo ogni precauzione per proteggere gli attori". Ma la precauzione più ovvia, quella di adottare il profilattico, viene fieramente osteggiata. L'anno scorso nella contea di Los Angeles in cui ha sede l'industria porno è stato tenuto un referendum popolare che si è risolto con una schiacciante richiesta che gli attori usino il profilattico. La Coalizione ha però fatto ricorso, sostenendo che si tratta di una violazione del "diritto di parola e di espressione", e la legge è finita in tribunale, dove è ancora in fase di dibattito.

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Michael Weinstein, un attivista che del gruppo AIDS Healthcare Foundation, che nel 2012 aveva guidato la campagna per i profilattici, ha detto che un quarto attore lo ha contattato privatamente lamentando di essere risultato sieropositivo. Weinstein ha rifiutato di rivelarne il nome ai media: "Sono molto addolorato per quel che sta succedendo a questi attori - ha commentato - e sono arrabbiato con l'industria, che li tratta come se fossero oggetti".

 

 

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