Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”
Parole da incidere sul bronzo, parole memorabili cadute esattamente dove erano attese da anni. Tomaso Montanari, cresciuto sotto la tutela accademica, ideologica e paesaggistica di Salvatore Settis, si è trovato spesso al centro delle polemiche. Anzi, professore e agit-prop, si potrebbe dire che le polemiche se le va a cercare, fin dai tempi della presidenza di «Libertà e Giustizia».
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Di lui si dice che parli bene dei Beni culturali solo quando vi collabora (ministro Bonisoli) e ne parli male quando è trascurato (ministro Franceschini); ma sono malignità. È amato dai grillini, dai campioni del benecomunismo, questo sì, e da qualche tempo è molto invitato nei talk in quota «anti-Draghi», da lui paragonato a Bolsonaro; ma questa è ordinaria commedia tv.
Qualcuno dice che è il fratello separato alla nascita di Sigfrido Ranucci; ma è pura casualità. Per un certo periodo voleva salvare la sinistra, pretendendo che imparasse qualcosa dall' antipolitica del M5S. Si piace e si compiace. Come riporta Linkiesta , quando Massimo D' Alema voleva convincerlo a collaborare con Virginia Raggi, declinò l' invito, non prima di regalarci le fatali parole che vorremmo ora incise sul bronzo: «I Cinquestelle hanno costruito una parte importante del programma sulla cultura partendo dai miei libri». Si vede.
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