BUM! “IL CELLULARE E’ COME HIROSHIMA” - LE MOTIVAZIONI CON CUI IL TRIBUNALE DI IVREA HA CONDANNATO L'INAIL A RICONOSCERE COME MALATTIA PROFESSIONALE IL TUMORE CHE HA COLPITO SEI ANNI FA UN DIPENDENTE TELECOM: “IL RISCHIO ONCOLOGICO PER I SOPRAVVISSUTI A HIROSHIMA E NAGASAKI È..." -

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ROBERTO ROMEO ROBERTO ROMEO

Simona Lorenzetti per “la Stampa”

 

«Il rischio oncologico per i sopravvissuti alle esplosioni atomiche di Hiroshima e Nagasaki è stato individuato nella misura di 1,39 OR (Odds Ratio) per tutti i tumori. Mentre il rischio individuato per un uso massiccio e prolungato nel tempo di telefoni cellulari è pari a una misura di 1,44».

 

Quindi, «se nessuno osa porre in dubbio un nesso quantomeno concausale tra esposizioni di radiazioni provenienti da esplosione atomica e patologie tumorali, non si vede perché non possa ritenersi analogamente sussistente questo medesimo nesso tra esposizione a radiofrequenze e tumori encefalici rari quali quello che ha colpito il signor Romeo, trattandosi di rischio quantificato in misura del tutto analoga per le due ipotesi».

 

TELEFONINI E TUMORE AL CERVELLO TELEFONINI E TUMORE AL CERVELLO

È quanto si legge nelle sette pagine della sentenza con cui il Tribunale Civile di Ivrea ha condannato l' Inail a riconoscere come malattia professionale il tumore benigno che ha colpito sei anni fa Roberto Romeo, dipendente Telecom di 56 anni. Il caso non è certo comune. «Bisogna considerare l' associazione tra un tumore raro, che colpisce una persona su centomila, e un' esposizione altrettanto rara come l' utilizzo dal 1995 di telefonia cellulare ad elevate emissioni: se ne può, quindi, dedurre che la rarità della doppia circostanza depone per un' associazione causale», sottolinea il giudice Luca Fadda.

 

TELEFONINI E TUMORE AL CERVELLO TELEFONINI E TUMORE AL CERVELLO

Il lavoratore, assistito dagli avvocati Renato Ambrosio, Stefano Bertone e Chiara Ghibaudo, nel 2011 aveva scoperto di essere affetto da neurinoma dell' acustico destro, una malattia che gli ha provocato un danno biologico del 23 per cento. Invalidità che l' Inail non gli ha riconosciuto, costringendolo nel 2013 a intentare una lunga e complessa battaglia legale. Nel corso del processo, dalle testimonianze di altri dipendenti Telecom è emerso che Romeo trascorreva al telefono dalle due alle sette ore al giorno, coordinando il lavoro di almeno quindici colleghi. Per giunta senza alcun tipo di precauzione per attenuare la sua esposizione alle radiofrequenze, come l' uso delle cuffiette.

tumore telefonino tumore telefonino

 

Per il giudice, quindi, non c' è dubbio sul nesso causale tra l' uso «abnorme» del cellulare fatto da Roberto Romeo tra il 1995 e il 2010 e l' insorgenza del neurinoma dell' acustico destro. Non solo. Scrive il magistrato: «Nessuno dubita del potenziale cancerogeno dell' amianto: eppure anche per tale materiale nessun meccanismo d' azione è stato stabilito con certezza a proposito dell' insorgenza di neoplasie».

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