CHE BRUTTA IKEA CHE HAI AVUTO! - I FAMILIARI DI MARCELLA FLEGO, VITTIMA CON IL FRATELLO ALDO DELL’ESPLOSIONE DELLA LORO CASA A TRIESTE, TRASCINANO IN TRIBUNALE “IKEA ITALIA RETAIL”. IL MONTAGGIO SBAGLIATO DELLA LORO CUCINA IKEA FECE SALTARE IN ARIA L’INTERO EDIFICIO

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E.B. per “IlMessaggero.it

 

ALDO FLEGO ALDO FLEGO

I familiari di Marcella Flego, l'86enne vittima assieme al fratello Aldo dell'esplosione della palazzina e proprietaria dell'appartamento in via Baiamonti saltato per aria un anno e mezzo fa, hanno presentato in Tribunale civile la comparsa di costituzione e la contestuale istanza di chiamata di terzi, in primis di Ikea Italia Retail Srl, nella persona del legale rappresentante «affinchè venga condannata all'integrale risarcimento del danno».

 

La cucina degli anziani,  il cui montaggio sbagliato ha fatto saltare in aria l'edificio causando due vittime e altri feriti, era stata acquistata nel negozio di Villesse della multinazionale che ora  entra nel procedimento, come aveva auspicato Studio 3A, la società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità civili e penali, a tutela dei diritti dei cittadini e a cui si sono rivolti per ottenere giustizia i familiari dell'altra vittima, il fratello di Marcella, Aldo Flego, 76 anni, di Pordenone. 

 

IKEA IKEA

Marcella aveva concluso un contratto di compravendita di mobili ed elettrodomestici per la cucina del suo appartamento stipulando un contratto di appalto di servizi per il montaggio degli stessi. Successivamente, essendosi manifestato un vizio nel top della cucina, la signora ne aveva richiesto la sostituzione stipulando con Ikea un ulteriore contratto di appalto di servizi in garanzia, che doveva concretizzarsi con il montaggio del nuovo piano di lavoro, fissato per il 20 febbraio 2015: il giorno della tragedia.

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Il banale intervento vede coinvolte quattro ditte esterne, in un “valzer” di appalti e subappalti. L'ordine di servizio parte da Ikea Italia, che incarica del “montaggio articolo con slaccio e allaccio” la Blg Logistics Solutions Italia srl di Milano. Quest'ultima, in forza di un contratto di “subappalto per trasporto, smontaggio e montaggio”, a sua volta “gira” l'incarico alla società cooperativa “La Sfinge”, con sede legale a Roma. Per la parte impiantistica, invece, procede la Installo di Rovigo, che però affida a un'altra impresa, la triestina Astec, il compito di provvedere alle operazioni relative alle disconnessioni degli impianti elettrico, idrico e del gas dal piano cottura e dal lavello che dovevano essere sostituiti, per poi provvedere al ri-allacciamento una volta montati i nuovi piani Ikea.

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Il Pm ha chiesto la pena di due anni e 4 mesi per Davide Mozina (idraulico dipendente della Astec), un anno e quattro mesi per il capo tecnico della stessa azienda, Dario Visentin e un anno e quattro mesi anche per il presidente della Astec, Giovanni Zoccarato ma tra gli imputati, che sono accusati di omicidio e disastro colposo, figura anche Enrico Rubiero, rappresentante della Installo. La sentenza è attesa per il 14 novembre.

LA CASA ESPLOSA A TRIESTE 3 LA CASA ESPLOSA A TRIESTE 3

 

Il montaggio della cucina, infatti, viene anticipato dall'intervento di “slacciamento” eseguito da Mozina che alle 9.30 si presenta nell'abitazione, procede con lo scollegamento e avvisa il figlio della proprietaria, rimasto in casa a sorvegliare i lavori, che sarebbe ripassato dopo l'intervento di sostituzione per ripristinare i collegamenti con il nuovo piano cottura e lavello: Marcella Flego e il fratello Aldo, che - fatalità - proprio quel giorno è andato a farle visita, sono usciti per consentire agli addetti di operare in tranquillità. 

 

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Alle 14.30, dopo che i due anziani fratelli sono rientrati, accade la tragedia ormai tristemente ben nota. A causare l'esplosione, una fuoriuscita di gas dal terminale della tubazione flessibile di raccordo tra l'impianto interno e il piano cottura temporaneamente scollegato. La Astec - è emerso poi - non era in alcun modo abilitata a eseguire lavorazioni e installazioni sugli impianti a gas, non possedendo i requisiti professionali, le abilitazioni e le certificazioni stabilite dalle normative: il suo dipendente l'impianto a gas non avrebbe neanche dovuto toccarlo. Il nuovo giudice, dott. Paolo Vascotto ha fissato per il 17 febbraio 2017 la prossima udienza di un procedimento civile che si annuncia lungo e combattuto.

 

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