A CHI VANNO I SOLDI DELL’8 PER MILLE? – ALLA CHIESA CATTOLICA, È OVVIO! IL VATICANO È ANCORA IL MAGGIOR BENEFICIARIO DELLA QUOTA IRPEF NEL 730 CON 1 MILIARDO, MA ANCHE I VALDESI NON SE LA PASSANO MALE (32 MILIONI PER 470MILA PREFERENZE) – SECONDO NELLA CLASSIFICA È LO STATO, CHE PERÒ FA DI TUTTO PER NON AGGIUDICARSELO – IL PROBLEMA DELLE SCELTE NON ESPRESSE E LE NUOVE INTESE

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Andrea Salvadori per www.corriere.it/economia

 

Come funziona l’8 per mille

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Lo scorso anno il ministero dell’Economia ha distribuito più di 1,2 miliardi di euro alle confessioni religiose e allo Stato con l’8 per mille. Grazie a questo istituto, i contribuenti italiani hanno l’opportunità di finanziare, devolvendo una quota dell’Irpef che devono versare all’erario, le attività di Chiesa cattolica, Unione Chiese cristiane avventiste del Settimo giorno, Assemblee di Dio in Italia, Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi, Chiesa Evangelica Luterana in Italia, Unione Comunità Ebraiche Italiane, Unione Cristiana Evangelica Battista, Chiesa apostolica d’Italia, Arcidiocesi Ortodossa d’Italia, Unione Buddista e Unione Induisti. O una serie di progetti statali contro la fame nel mondo, le calamità naturali, per l’assistenza ai rifugiati, la conservazione di beni culturali e la ristrutturazione dell’edilizia scolastica.

 

Buddisti e Testimoni di Geova

papa francesco papa francesco

A beneficiare dell’8 per mille sarà presto anche l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, dopo l’intesa sottoscritta con il governo Renzi nel 2015: i primi finanziamenti arriveranno però nel 2020, poiché la ripartizione avviene sempre tre anni dopo l’espressione delle preferenze.

 

Nuovi accordi con le confessioni non saranno stipulati presto, anche perché la commissione consultiva per la libertà religiosa, che si occupa appunto della preparazione di queste intese, è stata sciolta un anno fa ed è ancora in attesa di ricostituzione. Nel 2000 il governo italiano e i Testimoni di Geova avevano sottoscritto un accordo, che però non è mai stato ratificato, così come non è mai partita una trattativa con le organizzazioni dell’Islam per stipulare una convenzione.

valdesi valdesi

 

I contributi «a pioggia»

La maggior parte dei contributi dell’8 per mille va da sempre alla Chiesa Cattolica, che ha visto però diminuire negli anni il numero di preferenze. Secondo l’ultima ripartizione, relativa ai redditi 2014 dichiarati nel 2015, la Conferenza episcopale italiana ha raccolto poco più di 1 miliardo di euro, potendo contare oltretutto su un meccanismo finito anche lo scorso anno sotto la scure della Corte dei Conti, che ne chiede da tempo una riforma, ovvero «la problematica delle scelte non espresse».

 

PAPA BERGOGLIO E GIUSEPPE CONTE PAPA BERGOGLIO E GIUSEPPE CONTE

Alle confessioni religiose viene infatti distribuito l’8 per mille di quei contribuenti, più del 55% del totale per un importo dunque molto consistente, che non esprimono una scelta. Un meccanismo che finisce per premiare soprattutto chi raccoglie più firme. Tanto che alcune confessioni, come Assemblee di Dio e la Chiesa Apostolica, hanno deciso di non incassare questa parte di contributi a pioggia.

 

Il caso dei valdesi

8 PER MILLE 3 8 PER MILLE 3

I valdesi, 470.000 preferenze per oltre 32 milioni di euro di contributi, terzo beneficiario dopo Chiesa Cattolica e Stato, a differenza della maggior parte delle altre istituzioni, da sempre utilizzano «i fondi solo per progetti di natura assistenziale e solidale, sia in Italia sia all’estero, e non per le spese di culto», spiega Susanna Pietra, responsabile dell’Ufficio Otto per mille della Tavola Valdese. Le aree di intervento spaziano «dall’assistenza socio-sanitaria ad anziani e disabili ai progetti di integrazione rivolti agli immigrati, dalle attività per combattere le diseguaglianze di genere sino alla cooperazione allo sviluppo nei paesi del Terzo Mondo».

 

Lo Stato

IL 730 PRECOMPILATO IL 730 PRECOMPILATO

Le polemiche non mancano anche per quanto riguarda i soldi che rimangono alle casse pubbliche, che sono ammontate a oltre 175 milioni di euro lo scorso anno. La destinazione può cambiare indirizzo, a seconda delle maggioranze. Come avvenuto di recente con la scelta del governo guidato da Giuseppe Conte di ridurre del 50% i fondi destinati alla «fame nel mondo» e all’«assistenza ai rifugiati» a favore degli interventi per le «calamità naturali». Sempre la Corte di conti ha infine evidenziato come lo Stato non realizzi campagne pubblicitarie per aggiudicarsi l’otto per mille, a differenza degli altri beneficiari, mostrando un disinteresse per la quota di propria competenza che ha finito per determinarne nel tempo una drastica riduzione.

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