IL CINEMA E’ L’ARMA PIU’ FORTE - LA CINA CELEBRA LA SUA FORZA CON UN NUOVO FILONE DI FILM CON STORIE E ARMI MODERNE - BASTA FILM SUL “GLORIOSO PASSATO” IMPERIALE O SULLA MARCIA DI MAO - LA PELLICOLA SUL TERRORISMO, “CACCIATORE DAL CIELO”, FINANZIATA DALL'AERONAUTICA CINESE - VIDEO

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Guido Santevecchi per il “Corriere della Sera”

 

CACCIATORE DAL CIELO - SKY HUNTER CACCIATORE DAL CIELO - SKY HUNTER

«Nascondere la nostra forza, aspettare il momento giusto», disse Deng Xiaoping trent'anni fa illustrando la sua strategia all' inizio delle grandi aperture economiche e dell' ascesa della Cina. Il momento è arrivato, anche al cinema.

 

Per decenni i film di guerra prodotti nella Repubblica Popolare si ispiravano immancabilmente alla Lunga marcia maoista, alla resistenza contro i giapponesi, arrivavano alla presa del potere nella lotta fratricida con le forze nazionaliste di Chiang Kai-shek. Tutte vittorie, ma del passato. Nessun episodio successivo al 1949 era stato sceneggiato per un film.

 

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Il partito comunista aveva preferito lasciare in ombra temi controversi come la guerra di Corea, gli scontri di confine con russi, indiani e vietnamiti. Ma ora che la Cina è una superpotenza, anche militare, bisogna preparare il pubblico al nuovo ruolo internazionale, proiettare un' immagine di forza capace di colpire anche all' estero.

 

E i produttori seguono la nuova linea. Il filone di film di guerra contemporanea (o del futuro) è partito poco più di un anno fa. I titoli sono quelli tipici del genere, ai quali Hollywood ci ha abituato da sempre: «Lupo guerriero», «Cacciatore del cielo», «Operazione Mekong».

 

I protagonisti ricordano Top Gun e Rambo. Le armi impiegate sono le più moderne nell' arsenale dell'Esercito di liberazione popolare. E infatti le produzioni sono sostenute dai comandi militari di Pechino, che forniscono equipaggiamento, compresi aerei da caccia di ultima generazione e consulenza.

CACCIATORE DAL CIELO - SKY HUNTER CACCIATORE DAL CIELO - SKY HUNTER

 

Prendiamo come esempio «Cacciatore del cielo»: un' organizzazione terroristica s'insinua in un Paese asiatico senza nome, cattura civili cinesi, mette le mani sui missili e minaccia di colpire Pechino. La Cina non cede al ricatto, parte l' ordine a una squadriglia di caccia e tra i piloti c' è la bella Zhao Yaoli (interpretata da Fan Bingbing: in questi giorni era a Cannes) che vola al contrattacco. «Tenetevi stretti!» grida eccitata Zhao mentre scende in picchiata con il suo caccia J-20 e distrugge il nemico in un mare di fiamme.

 

La sua determinazione avrebbe fatto impallidire anche il Top Gun Tom Cruise. Lo scopo infatti è questo. Mostrare la forza della Cina, ispirare i suoi giovani. E non si tratta di una critica malevola, perché è stato confermato dagli autori in dichiarazioni sulla stampa governativa.

 

CACCIATORE DAL CIELO - SKY HUNTER CACCIATORE DAL CIELO - SKY HUNTER

«È il momento di usare al cinema le nostre armi entusiasmanti», ha detto al Global Times il colonnello Chen Hao, vicecapo dell' informazione dell' ufficio politico dell' Aeronautica. Poi ha spiegato: «In passato potevamo prestare ai produttori del cinema solo equipaggiamento di base come tank e cannoni per girare, adesso l'ordine è di fornire armi moderne». Ed ecco che i film si arricchiscono con scene che inquadrano i J-10C, J-11, J-11B e J-16 mentre sfrecciano nel cielo, impegnati in duelli con F-15 americani e Mirage francesi pilotati dai terroristi misteriosi.

 

OPERAZIONE MEKONG OPERAZIONE MEKONG

«Cacciatore del cielo» è finanziato dall' Aeronautica e il colonnello Zhang Li, delegato alla produzione, ha detto che l'obiettivo non è «fare denaro al botteghino, ma usare il film per mostrare alla gente quello di cui i nostri aerei sono capaci per proteggere il Paese. Troppo a lungo non abbiamo usato la pubblicità... è interessante che molti giovani cinesi si siano arruolati dopo aver visto Top Gun, adesso vogliamo ispirare le nuove leve toccando il loro cuore con film nostri».

OPERAZIONE MEKONG OPERAZIONE MEKONG

 

Un altro esempio è «Operazione Mekong», adattamento di un fatto vero risalente al 2011: due navi da carico cinesi attaccate sul fiume dai pirati, in territorio thailandese, 13 marinai massacrati. Pechino inviò un reparto di commandos a dare la caccia agli assassini, finì con una battaglia nella giungla e quelli che non caddero sul campo furono messi al muro dopo regolare processo. Riadattamento della realtà anche in «Operazione Mar Rosso», che racconta la liberazione di ostaggi di una petroliera cinese al largo dello Yemen da parte della forza d' élite «Dragoni», dotata di armi sofisticate e cuore d' acciaio. Incasso da febbraio 579 milioni di dollari, riporta il Financial Times.

 

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