COME MI SBALLO LOW COST -  A MILANO AUMENTA LA DIFFUSIONE DI MEDICINE OPPIACEE, COME GLI SCIROPPI ALLA CODEINA, USATE DAI RAGAZZI PER CREARE COCKTAIL - SONO ORDINABILI ONLINE, MIXABILI E STANNO ENTRANDO, NEI CIRCUITI DELLO SPACCIO - I PICCOLI CHIMICI DI 16-17 ANNI METTONO IN RETE I LORO “PRODOTTI”

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Elisabetta Andreis e Gianni Santucci per www.corriere.it

 

I RAGAZZI E I COCKTAIL DI CODEINA I RAGAZZI E I COCKTAIL DI CODEINA

La foto è stata postata qualche settimana fa. Profilo Instagram di un adolescente milanese. Una scrivania. Un campionario di farmaci: sciroppi alla codeina, Xanax. E due confezioni di OxyContin, una medicina con una storia nera: oppioide, «parente» della morfina, utilizzato per la terapia del dolore. Negli Stati Uniti è arrivato sul mercato nel 1995 ed è stato pompato dai produttori come antidolorifico «comune».

 

Per molti malati, è stato un sollievo. Ma dal 1999, 200 mila americani sono morti per overdose da OxyContin e farmaci simili. Quattro eroinomani su 5 hanno iniziato la loro storia di dipendenza da antidolorifici di quel genere. E gli Stati Uniti, oggi, stanno affrontando la più drammatica e devastante epidemia di eroina nella storia del mondo occidentale.

 

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Ecco perché trovare scatole di OxyContin nella stanza di un ragazzino di Milano è un segnale: di un abuso sommerso, di un rischio per il futuro. Riflette Luigi Cervo, farmacologo del «Mario Negri»: «Esiste una tendenza impressionante all’utilizzo di farmaci oppiacei senza prescrizione, al di fuori di un trattamento terapeutico. L’abuso di questi farmaci, tipicamente antidolorifici, finora è stato sottovalutato. Rischiamo di svegliarci di colpo e scoprire una deriva già avanzata».

 

Gli sciroppi per la tosse che contengono codeina, mescolati alla «Sprite», sono una moda da anni. I farmacisti svizzeri hanno cercato di arginare la transumanza di ragazzini lombardi che attraversavano il confine per acquistarli (in vendita libera). In Italia serve la prescrizione: una ragazza minorenne, per conto del Corriere, nei giorni scorsi ha però provato a comprarli in tre farmacie di zona Loreto. Due farmacisti hanno venduto lo sciroppo senza ricetta.

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Test comunque non significativo, perché il grosso dello smercio avviene online. In un video postato in Rete, si sente l’«esultanza» di un adolescente mentre filma il furgone di uno spedizioniere: gli ha appena consegnato un pacco di medicine.

 

Racconta Simone Feder, responsabile della comunità per minori «La casa del giovane» di Pavia, che assiste tanti giovani milanesi: «Per lo sballo vogliono spendere meno. Iniziano a preferire i farmaci alle droghe: primo, perché sono mixabili a loro piacimento, con l’illusione di poter gestire l’effetto; secondo, perché sono “legali” e “facilmente” reperibili. Per comprare, usano quasi sempre Internet. A 16-17 anni, sono dei chimici. Si informano in Rete, sanno quali molecole assumere, mescolate a cosa, per ottenere ottundimento (più raramente eccitazione). I genitori, in quest’ambito, sono su un altro pianeta».

 

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Sensazione diffusa tra i pochi esperti che interpretano il cambiamento: per il mondo degli adulti (dalle istituzioni, alla politica, alle scuole) il tema droga sta chiuso in un confine tra cannabis e cocaina. Il resto è ignoto (pur se dilagante). Riflette Paola Sacchi, psichiatra, direttore del Sert territoriale: «Ragazzini sempre più giovani mescolano farmaci e alcol. Le classi di farmaci più utilizzate per raggiungere effetti psicotropi, sballare o “sfinirsi”, sono gli oppiacei e le benzodiazepine. I genitori di solito si accorgono che “qualcosa non va”, ma lo attribuiscono al “fumo” (spinelli, hashish), non sospettano una dipendenza più forte e impegnativa, sia dal punto di vista fisico, che psichico». Chi ha memoria storica della strage dell’eroina negli anni Ottanta, dovrebbe invece considerare con preoccupazione questa nuova confidenza dei ragazzi con farmaci oppioidi.

 

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I canali di approvvigionamento e smercio sono poco o nulla indagati. Nei mesi scorsi una farmacia di Treviglio (Bergamo) segnala un gruppo di ricette falsificate con un timbro rubato a un medico dell’ospedale «Sacco»: prescrizioni per OxyContin e tramadolo (altro oppioide sintetico). Un anno fa i carabinieri di San Donato arrestano due iracheni, 25 e 37 anni, che vendevano compresse di ossicodone fuori dalle scuole di Segrate e Peschiera (avevano 2 mila pillole).

 

A inizio 2017 i poliziotti del commissariato «Porta Genova» fermano due egiziani che spacciano farmaci, tra cui il «solito» OxyContin. Inchieste significative, ma isolate. E che lasciano ipotizzare un sommerso non ancora definibile. L’abuso emerge più dalla Rete (le foto in queste pagine sono comparse sui profili social di adolescenti milanesi): «C’è una crescente tendenza a mostrare i propri “sballi” — spiega Fabiola Minoletti, studiosa di writing vandalico e di devianze giovanili — un’abitudine che si è impennata con i video live, che permettono di “esibirsi” senza lasciare traccia».

 

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Le medicine entrano anche nei circuiti di spaccio più «classici». Conclude Pietro Farneti, presidente dell’associazione servizi ambulatoriali per le dipendenze: «Il ricorso ai farmaci è spesso in alternativa all’eroina. Per quello che osserviamo, si comprano certamente a Rogorego, che è diventato “centro commerciale low cost” per la droga, ma anche per i farmaci, in particolare il tramadolo, oppioide sintetico che in Medio Oriente si vende in farmacia senza ricetta. Né i genitori, né l’opinione pubblica, politica in testa, si rendono conto di cosa sta succedendo».

 

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