1. COME E’ POSSIBILE CHE UN UOMO CONDANNATO PER 20 VIOLENZE SESSUALI FOSSE LIBERO DI COLPIRE ANCORA? E’ CIO’ CHE HA FATTO EDGAR BIANCHI: HA STUPRATO UNA 13ENNE A MILANO
2. IL MANIACO SERIALE HA ALLE SPALLE UNA SEQUENZA INQUIETANTE DI VIOLENZE COMMESSE A GENOVA TRA 2004 E 2006, BAMBINE E RAGAZZINE SEQUESTRATE IN ANDRONI E ASCENSORI, COSTRETTE A INGINOCCHIARSI CON DUE COLTELLI ALLA GOLA, DIETRO MINACCIA DI MORTE
3. ARRESTATO NEL 2006, È USCITO DAL CARCERE GIÀ NELL'AUTUNNO 2014, AL TERMINE DI QUESTO PERCORSO GIUDIZIARIO: 14 ANNI E 8 MESI IN PRIMO GRADO, RIDOTTI A 12 IN APPELLO, POI ANCORA SCONTATI DA UN INDULTO PER I REATI "MINORI" (TENTATE VIOLENZE E ATTI OSCENI)

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1 - PRESO L' UOMO CHE HA STUPRATO LA TREDICENNE "MANIACO SERIALE, ERA LIBERO DOPO 25 ABUSI"

Massimo Pisa per “la Repubblica”

 

EDGAR BIANCHI EDGAR BIANCHI

L'enorme tutore lascia scoperta soltanto la rotula sinistra, il ragazzo che scende le scale per pochi secondi - sono le 13.37 di mercoledì - lascia una traccia indelebile sulla telecamera interna al condominio. «È lui?». L' assistente Salvatore Di Mento e l' agente Alfredo Riggio della volante Sempione usano tutto il tatto necessario mentre chiedono alla 13enne se il maniaco che l' ha violentata poco prima, aggredendola sul pianerottolo, è proprio quell' uomo. «Sì, ma non l' ho mai visto prima». Aveva due anni, la vittima, quando la Mobile genovese arrestava Edgar Bianchi, barista allora 28enne di Prà, nel ponente.

 

Il «maniaco dell' ascensore», che in quasi due anni aveva violentato 25 ragazzine tra i 12 e i 14 anni (tranne una, allora 17enne), scelte e seguite all' uscita di scuola tra le più basse e magre, tra le più indifese. Come due giorni fa, in zona De Angeli. Una storia che la vittima non poteva conoscere.

EDGAR BIANCHI EDGAR BIANCHI

 

La fuga del pedofilo col tutore dura meno di 24 ore in cui non meno di 150 poliziotti, intere sezioni della Squadra mobile milanese guidata da Lorenzo Bucossi, agenti delle volanti e dei commissariati, battono marciapiedi e quartieri per trovarlo. Per una notte. Invano. Sono l' assistente capo Stefano Giordano e l' agente scelto Paolo Ribaldi della Polmetro ad associare quella sagoma a un abbonato del metrò, che alle 9.44 di ieri mattina striscia la tessera ai tornelli della fermata Segesta.

 

Qualche ora e quella foto viene abbinata al titolare dell' abbonamento. Quando il nome di Edgar Bianchi viene inserito in archivio, la schermata di precedenti leva il fiato. Partono le battute presso i suoi indirizzi milanesi conosciuti, a San Siro, ma di Bianchi non c'è traccia. Deve però arrivargli sentore di quella massa di poliziotti, coi lampeggianti e in borghese, sulle sue tracce.

 

EDGAR BIANCHI EDGAR BIANCHI

Perché è lui stesso, preannunciato da una telefonata del suo avvocato, a presentarsi alla porta del pubblico ministero Gianluca Prisco, che in procura stava coordinando le indagini, poco dopo le 15. Mette a verbale la sua confessione per il fermo e finisce a San Vittore. Per il momento soltanto per la violenza di mercoledì: non risultano finora analogie col caso della bimba di 6 anni aggredita dentro un portone di Chinatown, la sagoma di quel pedofilo appare diversa dalle immagini. E non aveva un tutore. Ma è chiaro che l' indagine è agli inizi. «È un criminale seriale - sottolinea Bucossi - dobbiamo capire se ha violentato altre vittime».

 

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Cominciò a marzo 2004. Sempre sulle ragazzine. Sempre seguendole fino all' ascensore e fermandosi al terzo piano. La firma di quel ragazzo coi capelli lunghi e il piercing al sopracciglio. Prima solo esibizionista, poi sempre più feroce con le sue prede, picchiate e umiliate prima dello stupro. Il 26 settembre 2006, un mese dopo l'ultima violenza, la Squadra mobile di Genova gli presentò il conto.

 

Chiese scusa al processo di primo grado, la requisitoria invocò 24 anni di carcere, arrivò invece una condanna a 14 anni e 8 mesi con l'attenuante di un disturbo di personalità istrionico-narcisistico, anche se venne ritenuto sano di mente. Diventarono 12 in appello. Accorciati ulteriormente di due anni e due mesi dal guo Adriana Petri.

 

Il primo settembre 2014 Edgar Bianchi tornò uomo libero, tra i mugugni delle sue vittime, fece sapere di voler trovare un lavoro per risarcirle. Tre anni dopo, coi capelli corti e una gamba malmessa, è in una città in cui nessuno conosce il suo passato. Con una preda 13enne, ghermita al collo. Trascinata di nuovo in ascensore. Fino al terzo piano.

 

2 - PRESO DOPO GLI ABUSI SU UNA RAGAZZINA ERA STATO CONDANNATO PER 20 VIOLENZE

Gianni Santucci per il “Corriere della Sera”

 

EDGAR BIANCHI EDGAR BIANCHI

Quando l'hanno arrestato aveva i capelli neri. Sulla foto dell' ultimo documento invece ha la testa bionda, ossigenata. Cambi d'aspetto frequenti. Per camuffarsi. La ragazzina, 12 anni, vittima della violenza di mercoledì pomeriggio, l'ha descritto così: «Maglietta scura, un grosso tutore alla gamba sinistra». Scendendo le scale di un palazzo alla periferia Ovest di Milano, zoppicava. Erano le 13.30. Pochi minuti prima la ragazzina rientrava da scuola. L' uomo l'ha seguita dalla strada. È entrato nel palazzo. L' ha trascinata su un pianerottolo.

 

L' ha sbattuta a terra. Una violenza rapida e feroce. Edgar Bianchi, 39 anni, è entrato in Procura 24 ore dopo, nel primo pomeriggio di ieri: decine di poliziotti a quell' ora giravano intorno ai caseggiati popolari dove viveva, in piazza Selinunte, quartiere san Siro. Era «circondato», s' è costituito. Da questa mattina parte però il secondo tempo dell'indagine: col sospetto che Bianchi sia collegato a una decina di altri casi di violenze, tentate violenze, molestie. Sarebbe una replica del suo passato deviato.

IDENDIKIT DI EDGAR BIANCHI IDENDIKIT DI EDGAR BIANCHI

 

I poliziotti della «quarta sezione» della Squadra mobile hanno tracciato in poche ore i suoi spostamenti in città, dal palazzo dell'aggressione alla fermata del metrò «Segesta» («agganciato» da decine di telecamere, nei filmati si notava per il tutore). A quella fermata ha usato un abbonamento: da quello gli investigatori della Polmetro sono arrivati a un nome e un possibile indirizzo.

 

Ieri sera Bianchi è entrato in carcere dopo una breve confessione. E con una sequenza inquietante di precedenti: una ventina di violenze commesse a Genova tra 2004 e 2006, bambine e ragazzine sequestrate in androni e ascensori, costrette a inginocchiarsi con due coltelli alla gola, minacciate di morte. Arrestato a settembre 2006, Bianchi è uscito dal carcere di Chiavari già nell' autunno 2014, al termine di questo percorso giudiziario: 14 anni e 8 mesi in primo grado, ridotti a 12 in appello, poi ulteriormente scontati da un indulto per i reati «minori» (tentate violenze e atti osceni).

EDGAR BIANCHI EDGAR BIANCHI

 

L' arresto di ieri blocca una sequenza che, visto il profilo criminale di sex offender , sarebbe andata avanti: «Dopo la violenza di mercoledì, per noi quest' indagine è stata una priorità assoluta, oltre 150 poliziotti hanno lavorato senza un minuto di tregua», ha detto a fine pomeriggio il questore di Milano, Marcello Cardona, dopo aver ricevuto l' apprezzamento del procuratore capo Francesco Greco e del capo della polizia, Franco Gabrielli.

 

Ex barista a Genova, negli ultimi tempi Bianchi ha lavorato in un' azienda di catering. È arrivato a Milano per convivere con la fidanzata. I nuovi accertamenti si concentrano ora sugli ultimi due anni: «È un criminale seriale - hanno spiegato il capo della Squadra Mobile, Lorenzo Bucossi, e il pm Gianluca Prisco - e in queste ore siamo al lavoro per ricostruire i suoi movimenti e capire se abbia commesso altre violenze». Verifiche anche sull' aggressione a un' altra ragazzina, con modalità simili, avvenuta due settimane fa.

 

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