LA CROCIERA DEI MISTERI - DONNA CADUTA DALLA NAVE IN NORVEGIA, LA PROCURA INDAGA PER TENTATO OMICIDIO IL COMPAGNO, LEI: “NON SO SE SIA STATO LUI MA IO NON VOLEVO SUICIDARMI. ORA NON VOGLIO VEDERLO PIÙ” - QUELLA LITE IN CABINA PRIMA DEL VOLO...

Dopo essersi risvegliata dal coma la turista torinese ha ricostruito almeno in parte i momenti precedenti al dramma in Norvegia: “Non so che cosa sia successo, ma non mi sono buttata giù” - La donna non accusa il compagno ma l’anno scorso l’aveva denunciato per maltrattamenti...

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1. GIALLO IN CROCIERA, INDAGATO IL COMPAGNO

Giuseppe Legato Andrea Rossi per “la Stampa”

GIALLO IN CROCIERA 1 GIALLO IN CROCIERA 1

 

«Non so che dire. Non so di indagini, nessuno mi ha chiamato. Però, davvero, spero che Laura si rimetta al più presto. Tutto qua. Vorrei essere lasciato in pace, questa vicenda è già abbastanza dolorosa per tanti».

 

Giovanni Pia, 55 anni, è l’uomo che si trovava nella cabina della Costa Fortuna da cui Laura Stuardo, 54 anni tra dodici giorni, quadro di banca Intesa San Paolo, la sera del 19 luglio è volata per trentacinque metri piombando nel mare gelido del porto di Flam, villaggio di 500 persone in uno dei più bei fiordi della Norvegia. Un suicidio, pensavano gli investigatori scandinavi. O un incidente. Un tentato omicidio, ipotizza ora la procura di Torino, che indaga sul suo compagno.
 

Senza memoria

Laura Stuardo è rimasta in coma per alcuni giorni, è stata operata per ridurre le lesioni interne. A fine luglio è stata trasferita a Torino con un aereo sanitario. Oggi sta affrontando una lunga riabilitazione neurologica. È vigile ma parla a fatica. Ricorda poco o nulla. Ma sa che non voleva farla finita: «Non so che cosa sia successo, ma non mi sono buttata giù».
 

LAURA STUARDO CROCIERA 3 LAURA STUARDO CROCIERA 3

Quando si è svegliata non sapeva come fosse arrivata in ospedale né ricordava di essere partita per un viaggio. Lentamente qualche lampo è affiorato: «Sì, è vero, abbiamo litigato quella sera». Anche alcuni testimoni l’avevano raccontato: dalla cabina al terzo piano con balconcino affacciato sul mare si erano sentite urla. Poi le telecamere della nave avevano ripreso un corpo volare in acqua.
 

I carabinieri di Torino hanno sistemato i tasselli e hanno tratto le prime conclusioni: Laura Stuardo e Giovanni Pia erano soli in questa vacanza. Nessun altro, eccetto il personale della nave, aveva le chiavi della stanza. Avevano litigato. Nella cabina c’era solo Pia. Laura, però, non l’ha mai accusato. Non ha mai detto di essere stata spinta. Ma non lo vuole più vedere. Le indagini, coordinate dal pm Marco Sanini, devono ancora ricostruire molti tratti di questa storia.

 

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I ricordi della bancaria sono labili: per il professor Luca Brazzi, il medico che l’ha pilotata fuori dal coma, ha perso la memoria a breve termine. La dinamica non è chiara: potrebbe essere stata spinta, ma potrebbe anche essere caduta durante una lite. Una disgrazia, forse. Di sicuro non un tentativo di suicidio, come invece ha raccontato Pia agli investigatori norvegesi la notte dell’incidente: «Ho provato a salvarla ma non ci sono riuscito».
 

Le botte in casa
Pia non ha detto la verità. Ed è una persona capace di feroci scatti d’ira. Laura l’ha conosciuto nel 2012. L’anno scorso l’ha denunciato per maltrattamenti. Ai carabinieri ha raccontato la storia di una speranza delusa. «Avevo appena chiuso un matrimonio durato venticinque anni, sentivo il bisogno di una nuova famiglia. Pensavo fosse una persona sensibile».

 

Si era fidata: dopo pochi mesi si era trasferita a casa sua, una villa sulla collina torinese, con la figlia. Aveva capito in fretta di essersi sbagliata: «Una sera è tornato a casa ubriaco. Era stato coinvolto in un incidente. Ha cominciato a urlare “adesso vi sbatto fuori, a te e a tua figlia, siete due barbone”. Mi ha afferrato per i capelli e mi ha trascinato fuori dal cancello». Non era la prima volta, racconta Laura ai carabinieri: «È un violento, ma io non sono mai andata in ospedale. Adesso basta». La denuncia è stata trasmessa in procura e lì forse si è arenata. Quanto a Laura e Giovanni, si erano riavvicinati o ci stavano provando, tanto da partire insieme per una crociera.

 

2. “NON SO SE SIA STATO LUI MA ORA NE SONO CERTA:NON VOGLIO VEDERLO PIÙ”

LAURA STUARDO GIALLO IN CROCIERA LAURA STUARDO GIALLO IN CROCIERA

Massimo Numa per “la Stampa”

 

«Non volevo lanciarmi dall’aereo, sono caduta...». Laura Stuardo, 53 anni, funzionaria di Intesa Sanpaolo, è appena uscita dal coma farmacologico, non più tardi di 7 giorni fa. Le spiegano che lei è caduta dalla nave Costa, nei mari norvegesi, in un giorno di metà luglio, quando era in crociera con il suo nuovo compagno, Giovanni Pia. Non da un aereo.

 

I ricordi si fanno più precisi: «Abbiamo litigato, poi sono caduta dal balcone della cabina della nave, non ricordo se mi ha spinta lui, ma non volevo di certo suicidarmi. Un volo lunghissimo, ho urlato, poi l’impatto con il mare, non ricordo più nulla». 
 

Uno schianto di terribile violenza: 35 metri di caduta, quasi di schiena. Gli organi interni gravemente lesi, la milza che esplode, stomaco, fegato, polmoni, reni, il bacino fratturato, un forte trauma cranico. Il corpo che gonfia in modo innaturale. I medici norvegesi fanno una specie di miracolo. Dopo dieci operazioni chirurgiche Laura è salva; adesso è ricoverata al quarto piano, stanza quattro, dell’Unità Spinale del Cto.

 

Si sta riprendendo lentamente. Ieri pomeriggio i carabinieri l’hanno sentita per ore, per ricostruire ogni passaggio della vicenda, in attesa che recuperi pienamente la memoria di quei drammatici minuti. Lui, il suo compagno Giovanni Pia, commerciante torinese, dice che la donna ha tentato il suicidio, che ha cercato di afferrarla ma non c’è riuscito e l’ha vista precipitare nel vuoto.

GIALLO IN CROCIERA LAURA STUARDO GIALLO IN CROCIERA LAURA STUARDO

 

Conferma la lite, conferma che i loro rapporti talvolta si facevano tesi, niente di più. Ma sulla collina torinese, dove abita la coppia, una villa in vendita da anni circondata da erbacce e con infissi scrostati, i vicini di casa ricordano liti frequenti e l’arrivo dei carabinieri. E c’è anche una denuncia di maltrattamenti, che lei presentò mesi fa. La procura adesso lo ha iscritto nel registro degli indagati, l’ipotesi di reato non è ancora del tutto chiara. Pia, con qualche vicino, si è anche confidato, mostrandosi addolorato. «Laura è caduta. È stata una tragedia» ha detto. 
 

Al suo fianco, dopo il ricovero, Laura si è ritrovata l’ex marito. Umberto Stagno, la mattina del 19 luglio era già ad Oslo. «Non l’ho lasciata un solo minuto da sola, da allora, il 26 mi ha raggiunto mia figlia che ha 15 anni». Cosa pensa sia accaduto? «Non posso dire niente sull’inchiesta. Niente di niente.

 

Gli inquirenti mi hanno imposto di tacere. Posso solo rassicurare che Laura sta meglio, che è fuori pericolo. Davanti ha un lungo periodo di riabilitazione ma è riuscita a superare la crisi più grave. Lo ripeto: ha detto in modo chiaro che non ha mai avuto intenzione di suicidarsi e che è caduta in mare dopo una lite, lo ha detto a me appena ha ripreso coscienza».
 

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Di certo non vuole rivedere Giovanni Pia, ormai è il suo ex compagno. «Ha dato disposizioni ai medici e ai carabinieri di impedire qualsiasi contatto con questa persona, posso precisare che, in ospedale a Oslo, io non ho mai perso di vista, neanche un minuto, specie di notte, la madre di mia figlia». Paura? «Non posso dire nulla, ci sono delle denunce, riguardano il passato ma anche segnalazioni su fatti avvenuti in quei giorni». 

 

 

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