DAVVERO PENSATE CHE PUTIN SIA COSÌ SCEMO DA AVVELENARE NAVALNY? – IGOR PELLICCIARI: “RIMUOVERLO AVREBBE DEI COSTI PIÙ ALTI CHE TOLLERARLO. OGNI QUALVOLTA ACCADONO AVVENIMENTI DEL GENERE IL PRIMO A RIMETTERCI È IL PRESIDENTE” – “INOLTRE I PROTOCOLLI MEDICI USATI ALL’OSPEDALE DI OMSK SONO TUTT’ALTRO QUELLI DI CHI HA L’OCCASIONE D’ORO PER DARE IL COLPO DI GRAZIA ALLA VITTIMA. DURANTE IL SUO RICOVERO...”

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ALEXEY NAVALNY

 

Igor Pellicciari per www.formiche.net

 

Chi ha avvelenato Alexey Navanly? E perché?

 

Il rischio è di drammatizzare l’avvenimento e cadere in teoremi suggestivi ma frettolosi (avvelenamento + Russia = Putin); o minimizzarlo negando evidenze di base (Navalny è in coma per cause “naturali”).

 

Dobbiamo basarci sui pochi elementi che abbiamo, per ora più dal versante russo che da quello tedesco, e cercare di ipotizzare se quanto avvenuto abbia avuto un mandante e movente politico-istituzionale o di altro tipo.

 

Igor Pellicciari

Navalny è personaggio divisivo in Russia, molto più fastidioso per gli scandali dell’establishment che ha contribuito a scoprire che per il suo reale consenso politico, spesso esagerato dai media occidentali.

 

La lista dei suoi nemici è lunga sia nell’enorme para-Stato russo che nel settore privato (i due contesti sono osmotici).

 

Fermo restando che è ancora difficile dire “chi-è-stato” ad ordire l’avvelenamento, è più facile per l’analista ipotizzare “chi-non- è-stato”.

 

alexei navalny al bar dell'aeroporto dove sarebbe stato avvelenato

Difficile credere che l’azione sia partita da un ordine del Cremlino inteso, si badi, come Vladimir Putin e il ristretto gruppo dei suoi più influenti consiglieri.

 

Per quanto a noi, comunque attratti dal carisma del Presidente, faccia piacere (e comodo) pensare a una Russia verticista dove ogni decisione è ricondotta a Putin in persona, ci sono tre elementi che mettono in secondo piano l’ipotesi di un “avvelenamento di Stato”.

 

Il primo è di ordine politico. È un dato di fatto innegabile che ogni qualvolta avvenimenti del genere accadono, i primi a rimetterci sono proprio il Cremlino e il presidente in persona.

IL TE' DI VLADIMIR PUTIN

 

Il danno di immagine è evidente sia all’estero (la narrativa di un Putin avvelenatore è oramai tanto consolidata da essere penetrata anche nei nostri rotocalchi di gossip), che all’ interno, dove, per inciso, il malcontento per l’emergenza del Covid nel 2020 ha scalfito la popolarità del presidente.

 

guardie di sicurezza all'ospedale di ormsk

Difficile che un Cremlino cauto a non bruciarsi l’immagine in Bielorussia (nonostante scomposti richieste di Lukashenko ad usare la mano dura contro la piazza in protesta) decida contestualmente di esporsi eliminando Navalny. Né convince l’ipotesi di Mosca mossa dalla voglia di sbarazzarsi del “capo dell’opposizione”.

 

In primo luogo perché l’opposizione in Russia è molto più variegata di quanto noi continuiamo a rappresentare e ha molte anime che si muovono autonomamente da Navalny e che anzi si rafforzerebbero da una sua uscita di scena, come accadde a suo tempo dopo l’arresto di Mikhail Khodorkovsky.

 

In secondo luogo perché il blogger è stato capace di mobilitare più dissenso verso l’establishment che consenso per il suo movimento.

alexei navalny 3

 

In definitiva, pur essendo una spina nel fianco, non rappresenta un rischio immediato e il rimuoverlo avrebbe dei costi molto più alti che tollerarlo come avvenuto in tutti questi anni.

 

Il secondo elemento che induce a una certa cautela rispetto al movente istituzionale è di intelligence-logistica. Colpisce l’analista la sopravvivenza di Navalny al tentativo di avvelenamento, ma forse ancora più alle 44 ore di ricovero nell’Ospedale di Omsk, dove i protocolli medici usati sono tutt’altro quelli di chi ha l’occasione d’oro per dare il colpo di grazia alla vittima miracolosamente scampata una prima volta all’attacco.

 

alexei navalny portato via in ambulanza 1

Innanzitutto Navalny arriva in ospedale con tempestività inusuale per la Russia, in tutto mezz’ora dopo la richiesta di soccorso inviata dall’aereo in fase di atterraggio. Non si gioca in sostanza sul ritardo dei soccorsi, uno degli aspetti logistici più facili da usare in questi case per “aggravare” la posizione clinica del paziente.

 

la portavoce di navalny, kira yarmysh

Inoltre, durante il suo ricovero, a Navalny vengono eseguiti numerosi test diagnostici che verranno passati integralmente (e accettati) al team medico tedesco, permettendo loro di guadagnare tempo ed avere un’anamnesi completa del paziente, tracciandone l’intera dinamica clinica.

 

Si tratta di 8 esami del sangue biochimici e 11 test di emogasanalisi, 6 esami del sangue generali, 5 elettrocardiogrammi, 25 test del glucosio; 4 test generali delle urine, nonché di una risonanza magnetica.

polizia fuori dall'ospedale di omsk

 

Ma, soprattutto, appena Navalny arriva in ospedale viene subito trattato con iniezioni di atropina che ne stabilizzano la posizione a tal punto che il team medico tedesco continuerà a usare lo stesso farmaco, riconoscendone l’efficacia.

 

ospedale di omsk, in siberia

È un trattamento che, anche per la tempistica, salva la vita al paziente e viene deciso dal primario del pronto soccorso di Omsk, Alexander Murakhovsky – dopo, a quanto pare, un consulto telematico con massimi specialisti della sanità pubblica a Mosca.

 

Di nuovo, un’efficienza e disponibilità piuttosto strana da spiegare per chi avesse voluto fare aggravare il paziente.

la moglie di navalny arriva in ospedale a ormsk

 

L’ultimo elemento che va contro la narrativa del mandante-Putin è di matrice storica. È credibile che il Paese che più viene ritratto in Occidente come patria delle spie – spietate sì, ma anche efficienti – e che pochi giorni fa ci ha comunicato che già nel 1961 aveva la “madre di tutte le bombe”, fallisca cosi miseramente davanti all’obiettivo di eliminare un oppositore, sbagliando la dose del veleno in una bevanda?

VLADIMIR PUTIN VI OFFRE UNA TAZZA DI TE'

 

Senza contare che, dovendo scegliere, avrebbero probabilmente usato altri veleni più efficaci e invisibili (tra le sostanze a disposizione dell’intelligence per questo tipo di operazioni pare vi siano liquidi indolori e insapori che, se ingeriti, provocano un infarto letale alla vittima, senza lasciare tracce in autopsie svolte dopo le 12 ore dal decesso).

 

E senza dimenticare che gli omicidi di Stato (non solo in Russia, ahimè) prediligono da sempre l’incidente fatale ad altre tecniche come l’avvelenamento, che lasciano troppe tracce e indizi.

 

LA MAIL DI AIGOR SU NAVALNY

Riprendendo un post apparso su Dagospia qualche giorno fa, se uno Stato vuole eliminare un oppositore “non avvelena il thè che beve sull’aereo. Lo fa cadere direttamente (Enrico Mattei docet)”.

pyotr verzilov e alexei navalny 1
alexei navalny con alcuni fan a tomsk, poco prima di sentirsi male
IL TE' DI VLADIMIR PUTIN
la moglie di navalny yulia
proteste pro navalny 2
manifestante pro navalny arrestato a mosca
ospedale di ormsk 4
anastasia vasilyeva il medico di navalny
proteste pro navalny
ivan zhadnov, direttore della fondazione di navalny
l'aereo ambulanza che doveva andare dalla germania a prendere navalny
ALEXEY NAVALNY
i dottori si rifiutano di trasferire navalny
alexei navalny vladimir putin
la moglie di navalny yulia
ospedale di ormsk
ospedale di ormsk 1
polizia nell'ospedale dove e' ricoverato navalny
alexei navalny
alexei navalny portato via in ambulanza