UNA DONNA DI GENOVA TROVA A CASA DELLA MADRE 90ENNE UNA BUSTA DI PLASTICA CON DENTRO 37 MILIONI DI VECCHIE LIRE MA BANKITALIA SMORZA LA GIOIA: “SONO SCADUTI I TERMINI PER CAMBIARLE”. MA E’ GIA’ PARTITO IL RICORSO AL GIUDICE DI PACE - NEI MATERASSI D’ITALIA POTREBBE ESSERE STATO “SEPOLTO” L'EQUIVALENTE DI UN MILIARDO E MEZZO DI EURO

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Riccardo Bruno per il “Corriere della Sera”

 

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La gioia è durata poco. Il piccolo tesoro, eredità inaspettata della mamma, per lo Stato italiano è solo carta straccia, al massimo attrazione per collezionisti. La signora Angela Vargas, 60 anni, una casa vicino al porto di Genova, a giugno si era sentita baciata dalla fortuna. «Ero con mia figlia Luisa, stavamo sistemando la soffitta. Cianfrusaglie e roba vecchia, accumulate negli anni da mia madre, morta a 90 anni nel 2006».

 

La figlia, più spiccia, avrebbe messo tutto in un sacco e buttato via. La signora Angela no, ha controllato ovunque. C'era anche uno scrittoio, dietro un cassetto ha trovato un rotolo. «Era avvolto in carta da pacchi, quando l' abbiamo aperto non potevamo credere ai nostri occhi. Erano banconote, in lire, soprattutto biglietti da 100 mila». Il conteggio è finito a 37 milioni. Niente male.

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La signora Agostina, come tante altre donne - e uomini - che hanno patito la guerra e assaporato poi il benessere, ha vissuto il risparmio come una religione, gli investimenti come un'eresia. «Quando è morta - ricorda la nipote Luisa - abbiamo trovato soldi, non tanti come questa volta, dappertutto: nella biancheria, dentro un cuscino, in una scatola di scarpe». In un milione di altre case italiane è capitato lo stesso, un patrimonio che riaffiora a poco a poco. Troppo tardi, taglia l'entusiasmo la Banca d'Italia.

 

«Abbiamo parlato con un funzionario della sede di Roma - spiegano la signora Angela e la figlia -. Ci ha detto che i termini per convertire le lire in euro erano scaduti, che non poteva fare più nulla». La legge italiana ha fissato dieci anni per cambiare il vecchio con il nuovo. Ultima data possibile: febbraio 2012. La signora Angela l'ha trovato ingiusto. «Io li ho scoperti a giugno, come potevo andare prima in banca?».

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Così si è rivolta a uno studio legale specializzato in casi del genere. «La Cassazione, sul tema del recupero dei crediti, stabilisce che il termine decennale deve partire dal momento in cui il titolare può far valere il proprio diritto. In questa vicenda dovrebbe scattare da giugno» chiarisce l'avvocato Luca Marino che insieme alla collega Annalisa De Angelis sta provando a recuperare il denaro perduto. A luglio hanno presentato una diffida alla Banca d'Italia e, dopo l'inevitabile silenzio, a settembre hanno chiesto al giudice di pace un decreto ingiuntivo per poter trasformare il rotolo di lire in un gruzzolo di 19.108,91 euro.

 

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Se il giudice di pace dovesse darle ragione, la signora Angela diventerebbe non solo un po' più ricca ma soprattutto l'apripista di chi si è ritrovato con un pugno di lire in mano e non si rassegna. Un piccolo esercito. Tanto per dare un'idea, da quando la Consulta ha dichiarato illegittima la norma che anticipava di due mesi il termine delle conversioni, in Banca d'Italia si sono presentati in 218 consegnando la bellezza di 4 miliardi e 650 milioni di lire (oltre 2 milioni e 400 mila euro).

 

Si stima che nei cuscini e nelle scatole di scarpe d'Italia sia nascosto l'equivalente di un miliardo e mezzo di euro. «Solo il nostro studio sta seguendo una cinquantina di casi - aggiunge l' avvocato Marino -. Un signore di Napoli ha trovato 140 milioni in una cassetta di sicurezza, un altro in Sicilia si è accorto che erano nei vasetti di pomodori». Scaduti, come il denaro.

 

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