I DUE TORNADO CHE SI SONO SCONTRATI NEI CIELI DI ASCOLI AVEVANO PIANI DI VOLO DIFFERENTI, SONO DECOLLATI IN MOMENTI DIVERSI E DOVEVANO VOLARE LONTANI - E’ PROBABILE CHE SIA STATO L’ERRORE DI UN PILOTA A CREARE IL DISASTRO - -

Se non si vuole pensare che i quattro militari a bordo abbiano cambiato i piani mentre erano in volo trasgredendo ogni regola, la spiegazione più plausibile resta quella dell’errore umano. Ed è in quella direzione che sembrano andare le indagini… -

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Giusi Fasano per il “Corriere della Sera”

Lo scontro tra Tornado ad Ascoli - Mariangela Valentini Lo scontro tra Tornado ad Ascoli - Mariangela Valentini

 

Mille domande e una sola certezza: «I Tornado non dovevano essere tutti e due in quel punto in quel momento». Il colonnello dell’Aeronautica Urbano Floreani spiega perché: «Erano missioni singole, non una formazione. Avevano piani di volo separati, sono partiti in tempi diversi e prevedevano esercitazioni differenti». La conclusione è che «ora non sappiamo spiegarci come sia potuto accadere che si trovassero nella stessa zona nello stesso istante».

Lo scontro tra Tornado ad Ascoli - Paolo Piero Franzese Lo scontro tra Tornado ad Ascoli - Paolo Piero Franzese


In una delle tante riunioni operative fra gli inquirenti e il team mandato ad Ascoli dall’Aeronautica, qualcuno ha chiesto ai militari in quali circostanze due jet potrebbero ritrovarsi vicini durante un’esercitazione. Per esempio durante una manovra che si chiama «dog fighter» è stata la risposta. E quella circostanza è diventata una delle ipotesi in campo. Si tratta di una simulazione di combattimento che prevede un confronto con il velivolo del nemico per colpirlo o impedirgli la missione.

 

Ma le possibilità che la collisione sia avvenuta durante quel tipo di manovra sono «decisamente remote» rivela un investigatore. Per eseguire il «dog fighter» servirebbe un volo in formazione e non singole missioni. È possibile farlo soltanto sopra certe quote e non così in basso come nel punto in cui è avvenuto l’impatto fra i Tornado. In più è un’esercitazione che si esegue soltanto in «aree dedicate».

Lo scontro tra Tornado ad Ascoli - Giuseppe Palminteri Lo scontro tra Tornado ad Ascoli - Giuseppe Palminteri

 

E, ovviamente, si può fare soltanto se è stabilito nel piano di volo. Invece i due jet che martedì si sono schiantati sulle colline di Ascoli seguivano rotte che prevedevano tutt’altro. Se non si vuole pensare che i quattro militari a bordo abbiano cambiato i piani mentre erano in volo trasgredendo ogni regola, la spiegazione più plausibile resta quella dell’errore umano. Ed è in quella direzione che sembrano andare le indagini.

 

Lo scontro tra Tornado ad Ascoli - Alessandro Dotto Lo scontro tra Tornado ad Ascoli - Alessandro Dotto

Gli inquirenti della Procura ordinaria di Ascoli lo lasciano intendere e il procuratore militare di Verona Enrico Buttitta lo dice apertamente: «L’errore umano è l’ipotesi più verosimile e sicuramente uno dei velivoli ha perso il controllo della rotta».


Ecco un altro nodo delle inchieste aperte dalle due procure e dalla Commissione di investigazione dell’Aeronautica: si ritiene verosimile che qualunque cosa abbia causato la collisione sia da ricondurre a uno soltanto dei due Tornado. Anche questo però, come tutto il resto, aspetta le conferme che verranno dall’esame delle scatole nere. Ieri ne è stata recuperata una: l’involucro che la conteneva è danneggiato ma la cassetta con il sistema di registrazione è apparentemente intatta e l’estrazione e la lettura dei dati sarà affidata all’azienda che l’ha costruita.

SCONTRO TRA TORNADO AD ASCOLI SCONTRO TRA TORNADO AD ASCOLI

 

Mancano ancora all’appello la seconda scatola nera e i corpi dei due piloti che 136 uomini stanno cercando fra i resti bruciati di più colline, su un fronte di circa 5 chilometri. Ogni volta che si recupera un pezzo di uno dei jet lo si porta ai punti di raccolta della questura: una palestra e uno spazio esterno.

 

Per fare dei confronti i carabinieri stanno recuperando anche i piani di volo «storici» che in passato hanno interessato le stesse zone dello schianto di mercoledì. Sono stati sentiti come testimoni ufficiali di Ghedi (da dove i Tornado erano partiti) e altri saranno sentiti nei prossimi giorni. Acquisiti documenti, tracciati radar e comunicazioni terra-bordo-terra da diversi enti di controllo militari: da Padova a Milano, da Brindisi a Ferrara. Ma il timone delle indagini è nelle mani dei tecnici, soprattutto gli esperti che «leggeranno» le scatole nere.
 

SCHIANTO DEI DUE TORNADO NEI CIELI DELLE MARCHE SCHIANTO DEI DUE TORNADO NEI CIELI DELLE MARCHE SCHIANTO DEI DUE TORNADO NEI CIELI DELLE MARCHE SCHIANTO DEI DUE TORNADO NEI CIELI DELLE MARCHE

 

 

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