EMERGENZA OSSIGENO A BRESCIA E BERGAMO: CHI HA UNA BOMBOLA A CASA SE LA TIENE E NON LA RESTITUISCE - PRIMA L’OSSIGENO ERA INDIRIZZATO UNICAMENTE A MALATI CRONICI, ADESSO OLTRE L’85% VIENE DISTRIBUITO AI MALATI DOMICILIATI DI COVID-19 – “IN ASSENZA DI UN FARMACO SPECIFICO CONTRO IL CORONAVIRUS UNO DEI PRESIDI TERAPEUTICI FONDAMENTALI È PROPRIO L’OSSIGENOTERAPIA”…

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Elisabetta Reguitti per ilfattoquotdiano.it

 

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Emergenza ossigeno nel Bresciano. Mancano le bombole, al punto che Federfarma Brescia ha chiesto la disponibilità di dentisti, studi veterinari e cittadini in possesso di bombole vuote di consegnarle per riempirle. Una persona su 5 che si ammala gravemente di Covid-19, infatti, presenta difficoltà respiratorie e ha bisogno di ossigeno e fa “concorrenza” ai malati cronici.

 

Prima dell’emergenza chi veniva dimesso dagli ospedali con problemi respiratori poteva contare su un mese di “ossigeno per pronto soccorso” gassoso in bombole da 5, 20 o 50 litri fornite dalle farmacie. Il 19 marzo, invece, l’Ats (Azienda di tutela della Salute) ha scritto ai medici di base per autorizzarli, data l’emergenza, a prescrivere direttamente ossigeno liquido utilizzato per la terapia a lunga durata, che prima richiedeva il piano terapeutico redatto dallo specialista per le patologie respiratorie gravi. Le farmacie, ora, si muovono di fatto in regime di libero mercato.

 

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Da una parte i pazienti e non restituiscono le bombole, dall’altra latita il coordinamento fra produttori e distributori. E mancano i corrieri. La scorsa settimana l’ossigeno a casa è stato consegnato dalle forze dell’ordine entro 12 ore dalla prescrizione. La consegna di decine di bombole è avvenuta nella bassa bresciana, nelle vicinanze di Manerbio dove sono morte 33 persone, località seconda solo a Orzinuovi dove i decessi sono già stati 39.

 

L’ossigeno sta diventando un’emergenza anche a Bergamo, dove la scorsa settimana ai 400 casi di ossigenoterapia domiciliare già in corso in città e nelle valli, se ne sono aggiunti altri 960 per Covid-19. Dalla Cef (Cooperativa esercenti farmacia) di Brescia arrivano i numeri di quanto sia aumentato il consumo: 1,8 milioni di litri con 20 consegne giornaliere a febbraio, 12 milioni di litri con 120 consegne al giorno soltanto al 25 marzo.

 

Prima l’ossigeno era indirizzato unicamente a malati cronici, adesso oltre l’85% viene distribuito ai malati domiciliati di Covid-19.

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L’utilizzo dell’ossigeno in questa pandemia, per Carlo Lombardi responsabile dell’unità di Pneumologia della Poliambulanza di Brescia è “importante perché non essendo ancora disponibile una specifica terapia diretta contro il Coronavirus, uno dei presidi terapeutici fondamentali è proprio l’ossigenoterapia”.

 

In Italia attualmente beneficiano di ossigenoterapia a lungo termine 60 mila persone. Una fornitura annua costa al Ssn dai 3 ai 6 mila euro. Oggi le necessità sono aumentate in modo esponenziale.

Ats Brescia in una nota ha ritenuto di sottolineare come la distribuzione di ossigeno “sia argomento complesso che può essere rappresentato solo attraverso l’integrazione con quanto a disposizione degli attori fondamentali: Atf Federfarma, Asst Spedali Civili, Prefettura e Regione Lombardia)”. Il coordinamento spetta a Regione Lombardia.

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