1. FERMI TUTTI: SUPER INTERVISTA A MARITA COMI, MOGLIE DISPERATA DI MASSIMO BOSSETTI
2. “ALL’INIZIO DI QUESTA STORIA MI HA SFIORATO L’IDEA CHE MIO MARITO POTESSE ESSERE COLPEVOLE MA ORA NO. NELLA SENTENZA DI PRIMO GRADO CHE LO CONDANNA ALL’ERGASTOLO NON CI SONO PROVE. NON È SPIEGATO COME SIA AVVENUTO L’OMICIDIO. E L’ARMA, QUAL È?”
3. “LE LETTERA D’AMORE DI MASSIMO ALLA VICINA DI CELLA? DI CERTO NON GLIEL’HO FATTA PASSARE LISCIA, MA CAPISCO LO STATO D’ANIMO DI MASSI: STA RINCHIUSO IN UN CARCERE”
4. “I RAPPORTI CON MIA SUOCERA SI SONO LOGORATI: NON ABBIAMO POTUTO CONTARE SU DI LEI"
5. “I MIEI AMANTI? NON È TUTTO VERO QUELLO CHE DICONO. SULLA RICERCA DI PORNO…

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Pino Belleri per “GENTE”

 

MARITA COMI MARITA COMI

Questa e in fondo anche una storia di donne». La riflessione di Hugo Berkeley, il regista inglese del documentario Bbc-Sky Ignoto 1, mi torna alla mente mentre vado a incontrare Marita Comi. E vero, questa non e solo la storia di Yara e del suo carnefice, ma anche di donne che piangono, che cercano la verita, che studiano il poveri resti dell’uccisa, che emettono sentenze, madri che hanno fatto del silenzio l’abito del lutto, madri che il silenzio lo rompono per gettare in pochade una tragedia; e poi c’e lei, Marita, fissa nel suo ruolo drammatico, all’apparenza gelida, a volte distaccata, smarrita, sempre impenetrabile, mai un cedimento vero, mai una scossa, uno scatto.

 

Lineare, lucida, ordinata d’aspetto, ma consumata. Basta guardarla: questi mesi - trentasei dall’arresto del marito Massimo Bossetti - le hanno grattato via luminosita, le hanno scavato gli occhi, e piu affilata, il tormento ha lavorato in profondita. Eppure e decisa come sempre, soprattutto sicura. Il dubbio e come il piu spaventoso dei demoni: lo evita, lo caccia, lo esorcizza, lo infilza.

 

MARITA COMI CON I FIGLI MARITA COMI CON I FIGLI

«Io non ho dubbi. Anzi, sono sempre piu convinta che Massi e innocente». Non vuole neppure prendere in considerazione l’ipotesi della colpevolezza. E cosi, davanti alle sue certezze, dichiarate con foga e con lo stupore che ci possa essere qualcuno che non riesce a condividerle, si resta a mezza strada tra l’ammirazione e la commiserazione. Marita si ricompone subito, torna calma, quasi chiede scusa del breve turbamento.

 

In questa lunga, dolorosa vicenda ha mostrato un’impressionante capacita di resistere, di credere e sperare, un feroce spirito di adattamento, a tratti un’impassibilita inspiegabile. Provare ad accostarsi ai suoi sentimenti, al suo cuore, e esercizio impossibile: la chiusura e pressoche totale, per l’indole sua e per la gravita degli eventi. Ti consente di avanzare un po’, ma quando le sei vicino fa un passo indietro, poi un altro, e appena si ritrova con le spalle al muro vola via come certi uccellini spaventati. Inafferrabile. Forse l’unico vero enigma rimasto nel caso Bossetti e lei.

MARITA COMI MARITA COMI

 

Signora Bossetti non ha mai pensato: ho vissuto con un mostro?

«No, assolutamente. Ho ripercorso piu volte la nostra vita, so quello che dico. Solo all’inizio della sua detenzione questo pensiero mi ha sfiorato, ma poi ho chiarito tutto. Se fosse un mostro non staremmo insieme».?

 

Mai un cedimento, un sospetto?

«Mai».

 

Ha letto la sentenza di primo grado che condanna suo marito all’ergastolo?

«Sì, a grandi linee».

 

massimo bossetti massimo bossetti

Che sentimenti le ha suscitato quella lettura?

«Mi ribolliva il sangue. Non c’è nulla di vero. Massi è descritto come un sadico, lui non è così. Chi lo conosce può dire lo stesso. Ci sono state 45 udienze, sono uscite tante storie, fatti, molte cose, ci volevano migliaia di pagine per raccontare bene tutto e invece...».

 

Guardi, il professor Franco Coppi, considerato uno dei più grandi penalisti, sostiene che quando ci sono prove e indizi precisi bastano poche decine di pagine per spiegare e motivare efficacemente. La verità, insomma, è corta. Le ragioni della condanna di suo marito stanno in 150 pagine...

MARITA COMI MARITA COMI

«Ripeto, parecchi fatti nella sentenza non ci sono. Non c’è un movente chiaro, si parla di movente latamente sessuale: che cosa vuol dire? Non è neppure spiegato come sia avvenuto l’omicidio, non lo sanno. E l’arma, qual è?».

 

Per gli avvocati che difendono suo marito la sentenza di primo grado fa acqua da tutte le parti, anche per lei. Io l’ho trovata logica, inattaccabile, ben scritta, la trama di prove e indizi mi è parsa serrata: il mio parere vale zero, se mi permetto di esprimerlo è solo perché non reputo possibile che lei non abbia un dubbio?

«Ma lei ha partecipato alle udienze?».

 

No, ho letto l’atto decisivo, quello che conta...

«Non l’ha uccisa Massi. Le concedo però che se uno si limita a leggere la sentenza, e non sa come stanno davvero le cose, può anche arrivare alle stesse sue conclusioni. Chi sa invece...».

 

le lettere di bossetti le lettere di bossetti

Tra pochi giorni comincia il processo d’appello. Che cosa si aspetta?

«Vorrei rivolgere una preghiera ai giudici: rifate il test del Dna davanti a noi. Quell’esame è fondamentale, solo su quello in definitiva si basa la condanna. Ripetete il test: lo chiedo io, soprattutto lo vuole mio marito. È diritto di ogni cittadino dimostrare verità e innocenza».

 

E se il risultato fosse confermato, se fosse ribadito che sugli slip di Yara c’è quella che gli inquirenti hanno definito la firma dell’assassino, cioè di suo marito, rivedrebbe il suo giudizio?

«Cioè?».

 

Si convincerebbe che Massimo Bossetti ha ucciso?

«No, vorrebbe dire che lo sbaglio è altrove».

 

MARITA COMI MARITA COMI

Ma qualora questo stato di cose dovesse essere sancito anche dalla Cassazione, ergastolo per lui, fine definitiva di ogni progetto coniugale per lei, cosa pensa di fare?

«Non lo so. Vivo alla giornata. Se si arrivasse a quel verdetto direi che siamo stati tutti vittime di un grosso errore giudiziario».

 

Non ha mai considerato che il divorzio sarebbe la soluzione giusta?

«Io penso che Massi uscirà, penso a rifarmi una vita con lui. Se non fosse così, non avrei continuato a stare insieme, non sarei arrivata a questo punto. Separarmi da lui? Proprio no».

 

copertina di giallo bossetti copertina di giallo bossetti

Immagina mai una vita lontano dal suo paese, Mapello, via da Bergamo, senza quel cognome, per costruire un futuro tranquillo, una serenità anche economica?

«No. Ho in mente solo una vita con lui. Qui sto bene. Nessuno in paese mi fa pesare questa storia. Sì, quando esco sento addosso gli occhi della gente, ma tutto finisce lì. Le persone sono discrete. Domani poi potrei andare da qualsiasi parte, ma con lui».

 

Qual era il suo sogno più grande?

«Non saprei, non avevo sogni particolari. Non avevo in programma niente di eccezionale, solo una vita serena».

 

Come vive oggi?

«Mi sforzo di tirare avanti, ci si abitua a tutto, sa. A volte mi chiedo in che vita sono finita, perché è successo proprio a noi, eppure cerco di non pensare al futuro. Se ci penso troppo potrei diventare matta».

marita comi bossetti marita comi bossetti

 

Come descriverebbe i tre anni passati con un marito in carcere e lei a casa, moglie del presunto assassino piu famoso d’Italia?

«Ci sono stati momenti bui, li ho superati con la forza che mi danno i mie tre bambini».

 

Si, ma come fa a non farsi schiacciare da un peso cosi grande?

«Cosa dovrei fare, scappare? Ho avuto un po’ di depressione, l’ho superata con l’aiuto dei familiari, di chi mi vuole bene».

la casa di bossetti la casa di bossetti

 

Altre avrebbero avuto bisogno per lo meno di uno psicologo...

«Nessun psicologo, ne psicofarmaci. Resisto. Sopravvivo».

 

La fede la aiuta?

«Con la fede ho un rapporto tiepido, molto tiepido. Massi e piu religioso, lui portava in

chiesa i bambini. E anche adesso si e aggrappato ancora di piu alla religione».

 

E dunque, le chiedevo, come scorre la sua vita?

MARITA COMI GENTE COPERTINA MARITA COMI GENTE COPERTINA

«Normalmente. Non e niente di che. Per fortuna ho trovato un piccolo lavoro, in un’impresa di pulizie. In passato avevo lavorato in laboratori di confezioni di abiti, so fare bene quel mestiere, ma accetto volentieri questo lavoro. Qualche ora al mattino, poi mi dedico alla casa e ai figli».

 

Ha incontrato difficolta a trovare un impiego?

«Si, quando sentivano chi ero scattava il pregiudizio, non volevano casini, i giornalisti fuori dalla fabbrica, avevano paura di chissa che...».

 

Non l’abbiamo mai vista piangere, mai un crollo in pubblico, sempre composta, controllata... E stato cosi anche nel privato?

«I primi mesi piangevo spesso, mai davanti ai bambini pero. Andavo a letto, piangevo. Ma in generale maschero bene. E il mio carattere, sono introversa, nascondo le emozioni».

ester arzuffi bossetti avvocato bonomo ester arzuffi bossetti avvocato bonomo

 

Forse non e solo introversa. Parrebbe lei l’elemento forte della coppia, non suo marito.

«Le decisioni le prendevamo insieme, poi certo la casa la portavo avanti io».

 

Ma l’impressione, ripeto impressione, e che lei sia forte e lui forse un debole.

«Mi ritengo decisa, non forte. Mi sento sempre sull’orlo di un precipizio. Non posso permettermi di crollare per i bambini, non voglio. Certo, poi sono testarda, sicura di me, rompiscatole, anche se non lo sono piu come una volta».

 

MARITA COMI MARITA COMI

La notte dorme? Ha mai degli incubi?

«Adesso riesco a dormire, ci si abitua a tutto purtroppo. Ho il conforto di mia madre, di mio fratello, di mia cognata. Sono loro il mio sostegno».

 

Tutti certi dell’innocenza di suo marito?

«Si, non e mai successo che dubitassero».

 

Ma lei stessa ha dubitato, almeno in principio...

«No. Mi sono chiarita subito con lui, quando all’inizio uscirono tante cose strane, ma quello che e stato scritto in merito ai miei dubbi non e esatto».

 

BOSSETTI BOSSETTI

Come si mantiene e mantiene i ragazzi?

«Faticosamente, mi aiuta la mia famiglia. E in questa tragedia ho incontrato persone buone, generose».

 

 Le va di parlare dei ragazzi?

«Nicolas ha 15 anni, Alice 12, Aurora 10. Il maschio fa una scuola professionale, vuol diventare meccanico di auto. Sono sereni, ho cercato di far vivere loro la normalita. Il rendimento scolastico non ne ha risentito, non e ne peggiorato ne migliorato».

 

Non hanno avuto disagi, subito umiliazioni, cattiverie?

«Tutti si sono prodigati per proteggerli, fin dal settembre 2014, dopo l’arresto di Massi, quando sono tornati a scuola. Nei rapporti con i compagni non e mai successo niente».

 

matrix telese marita comi bossetti matrix telese marita comi bossetti

Cosa le chiedono del papa?

«Non fanno domande».

 

Possibile che non siano curiosi, ansiosi di sapere?

«Sono fatti cosi, e poi sanno benissimo che il loro papa e estraneo al delitto. Lo vedono regolarmente, lo sentono al telefono, gli mandano foto, lavoretti, lettere. Vengono a turno con me in carcere a fargli visita, a volte la domenica andiamo tutti insieme. Abbiamo il permesso per sei incontri al mese, uno dei quali e per sua mamma Ester e sua sorella».

MASSIMO BOSSETTI MASSIMO BOSSETTI

 

Ma i ragazzi non parlano della detenzione, del processo, di cose sentite in giro sul loro papa?

«Mai successo niente di spiacevole».

 

Hanno avuto bisogno di supporto psicologico?

«No. E poi sono contraria a queste cose... Sono seguiti con attenzione a scuola, dagli insegnanti, e la c’e lo psicologo che ovviamente butta un occhio, ma niente di particolare».

 

Non c’e stata nessuna procedura da parte di assistenti sociale, il tribunale dei minori non si e fatto vivo?

«Mai sentito il tribunale. L’assistente sociale del mio paese mi ha dato una mano a trovar lavoro, tutto qui, e ricevo aiuti per le spese scolastiche di trasporto e mensa».

 

il furgone di bossetti analizzato dai ris il furgone di bossetti analizzato dai ris

Non ha mai temuto, in forza di vicende processuali che hanno scavato anche nelle profondita delle condotte intime di lei e di suo marito, di poter perdere i bambini, che il tribunale dei minori glieli portasse via?

«Per colpa mia? So solo che e uscito durante il processo un articolo in cui qualcuno che non conosce il codice diceva: adesso le toglieranno i figli...».

 

Quell’articolo era di questo giornale. Alla luce anche della sua testimonianza in aula, mi riferisco alle famose ricerche sui siti porno da lei ammesse, avevamo interpellato esperti di problematiche minorili, i quali ritenevano che il tribunale non potesse non attenzionare, come si dice, i suoi figli...

yara gambirasio yara gambirasio

«I vostri esperti non conoscono i fatti. Non so come avete potuto scrivere quelle cose... Io di questa storia non so nulla».

 

Non si preoccupa mai che la vicenda che state vivendo possa pregiudicare il futuro dei suoi figli? Non teme che possa segnarli, condizionarli, traumatizzarli per sempre? Ci sarebbe da stupirsi se ne uscissero indenni...

«Le paure e i pensieri ci sono, ma per ora vivono tutto questo normalmente».

 

Non si e consultata con qualcuno?

«Vivono come tutti gli altri, hanno amici che li proteggono».

 

Questi amici frequentano casa?

«No».

 

massimo bossetti massimo bossetti

E lei non sente il peso della solitudine?

«No, non mi pesa essere sola e non ci penso».

 

Molti si sono chiesti come abbia potuto al processo attribuirsi quelle scabrose ricerche al computer di casa. Pensano che si sia immolata nel tentativo inutile di attenuare la posizione del marito? E cosi, e stato un atto d’amore, di follia, o e la verita?

«Mi sono limitata a dire la verita».

 

Parere personale: era una testimonianza poco credibile...

«Non e cosi».

 

Ci sono cose che una donna non fa...

«Allora saro anormale, saro l’eccezione».

 

Restiamo in tema ricerche porno: con quale cuore ha consentito che suo figlio si presentasse al processo per rispondere a domande che immagino imbarazzanti?

giuseppe guerinoni massimo bossetti giuseppe guerinoni massimo bossetti

«Nicolas era tranquillo, ha sempre detto la verità. L’ha detta in casa e anche davanti ai giudici».

 

Non ha trovato sconvolgente che potesse andare a fare quella testimonianza?

«Cosa vuol dire?».

 

Che nella sentenza il ragazzo non viene creduto, almeno non completamente.

«Nicolas ha reso una testimonianza protetta, non davanti al pubblico. Se lei insinua che sia stato spinto da me a farla, sappia che non è stato obbligato. Non ha avuto problemi a dire quelle cose. Ero più preoccupata io, lui era sereno. Non aveva paura».

 

Mi racconta delle visite a suo marito, di che cosa parlate?

BOSSETTI BOSSETTI

«Gli facciamo il resoconto della nostra vita fuori, lui fa lo stesso con noi. Davanti ai bambini non si parla del processo, quando siamo noi due soli sì, è ovvio».

 

Massimo che cosa fa, come sta?

«È provato, stanco. Per fortuna gli hanno dato piccoli lavori da muratore e imbianchino».

 

Gli chiede ancora: “Ma cosa hai fatto quella sera? Non me l’hai mai detto che cosa hai

fatto quella sera”?

«E argomento superato, via... Era un dubbio iniziale».

 

Quando ci siamo visti nell’estate di tre anni fa per scrivere il suo memoriale lei mi disse piu volte che se Massimo fosse tornato dopo le 19 quella sera del 26 novembre 2010, la sera della scomparsa di Yara, se lo ricorderebbe, perche non accadeva mai che non rincasasse per cena, un’abitudine senza eccezioni durante tutti gli anni di matrimonio. Perche menti?

bossetti moglie bossetti moglie

«Non ho mentito, ho detto le stesse cose nell’interrogatorio».

 

Mi pare assodato che quella sera non ando cosi...

«No, assolutamente. Lei e fermo a notizie sbagliate...».

 

Un colloquio, intercettato in carcere, durante il quale lei chiede a suo marito: “Dimmi cosa hai fatto? Non me l’hai mai detto cosa hai fatto quella sera... sei tornato tardi”, e ritenuto dai giudici un elemento di conforto della prova regina, il Dna, perché Bossetti non riesce a collocarsi da nessuna parte nel momento in cui Yara viene uccisa, non avrebbe un alibi...

«Forse dovrebbe leggersi il mio primo interrogatorio... È l’accusa che alla parola “tardi” dà una sua interpretazione, sbagliata, intendendo le 22.00. Per me “tardi”, a novembre, quando fa buio presto, sono le 19. Era tardi rispetto all’ora all’abituale di rientro a casa di mio marito».

bossetti moglie dialogo in carcere 3 bossetti moglie dialogo in carcere 3

 

A questo punto non posso fare a meno di rammentarle che mi mentì anche quando mi descrisse la vostra vita coniugale come contrassegnata da una appagante, tranquilla normalità. Ricorda, parlammo di “banalità felice” del vostro rapporto? Ebbene, di lì a poco scoprimmo che era invece fatto anche di periodi di incomunicabilità, di conflittuali silenzi...

«I silenzi sono parte del  mio carattere, che cosa c’entrano con il rapporto tra me e Massi. Il rapporto era normalissimo, lo possono confermare tutti».

 

Anche la sera del delitto era una di quelle sere di gelo: non vi parlavate da giorni, l’ha detto lei...

«Ho detto che eravamo arrabbiati».

 

Quindi non eravate una coppia da Mulino Bianco...

«Questo l’avete scritto voi».

bossetti moglie dialogo in carcere 4 bossetti moglie dialogo in carcere 4

 

Era il quadro che usciva dalla narrazione che lei fece della vostra vita a due, una vita serena, gioiosa, senza la minima ombra.

«Era così».

 

Ma la Procura di Bergamo ha divulgato anche storie di tradimenti: lei ha avuto due amanti.

«Dipende se è vero...».

 

Non ha avuto quelle relazioni?

«No, non dico niente. No comment».

 

Si può sapere se è la verità?

MARITA BOSSETTI MARITA BOSSETTI

«Non le rispondo. Può credere quello che vuole. Su queste cose sono arrabbiata, ma ho imparato a lasciarmi passare sopratutto, a lasciar correre. Non è tutto vero quello che dicono. Hanno tirato fuori queste faccende, le hanno costruite».

 

Forse non vuole parlarne per? non dare un dolore a suo marito?

«Con lui è tutto?chiarito, sa tutto, è tutto a posto».

 

Mi dica allora perché quei silenzi con lui?

«Quando si bisticciava, stavo anche quattro o cinque giorni senza parlargli. È il mio modo di fare, ma non per questo cambia il senso dei sentimenti che ho per Massi. E poi i fatti parlano per me: dopo tanti mesi sono ancora qui, a condividere tutto con lui. Se la nostra non fosse stata un’unione come quella che le avevo descritto tre anni fa non sarei qui».

 

BOSSETTI ARRESTATO BOSSETTI ARRESTATO

E come sono i rapporti con sua suocera Ester?

«Si sono raffreddati».

 

La causa è da ricercare nella sera dell’arresto, quando lei gridò: “Potevi dirlo che Massi non era figlio del Giovanni Bossetti”?

«Non fu un litigio. Ero stupita, sconvolta. No, con mia suocera il rapporto si è rovinato dopo, perché nel momento del bisogno più acuto né io né i miei figli abbiamo potuto contare su di lei. Il motivo è solo questo, non è, come Ester va dicendo, perché io pretendo la verità sui suoi rapporti con Guerinoni».

 

Non crede che nella sua famiglia si dicano troppe bugie? Suo marito, lei, per non dire di sua suocera...

(Marita fa una faccia buffa, sgrana gli occhi, scuote appena la testa. E sorride finalmente).

 

ESTER ARZUFFI MADRE DI MASSIMO BOSSETTI ESTER ARZUFFI MADRE DI MASSIMO BOSSETTI

Cosa pensa della rivelazione fatta dalla signora Ester, che possa essere stata inseminata a sua insaputa da un ginecologo con il seme dell’autista Guerinoni?

«Non ne voglio parlare. Ma la famiglia Bossetti conosce la mia opinione».

 

E qual è?

«La tengo per me, non voglio essere associata a cose di mia suocera. Voglio restare fuori dalle sue faccende».

 

Glielo chiedo ancora: lei ama veramente suo marito?

«E io le ripeto: sì, certo».

 

LAURA LETIZIA BOSSETTI LAURA LETIZIA BOSSETTI

Lui non sembra corrisponderle altrettanto amore: non crede anche lei che nessuno che ama davvero e che si trova costretto in una condizione di privazione e disperazione ritenuta ingiusta manderebbe mai lettere volgari e patetiche come quelle inviate da suo marito a una vicina di cella?

«Ne ho discusso con lui, cosa crede? Abbiamo superato anche questa».

 

Lei supera tutto?

 «C’è voluto del tempo. Ci sono rimasta male. Ne abbiamo parlato...».

 

Signora, lei stai lottando per lui, soffre, gli educa i figli, e lui dedica le sue attenzioni a una detenuta. Forse è troppo, o no?

BOSSETTI PM IN MOTO PER INTERROGARLO BOSSETTI PM IN MOTO PER INTERROGARLO

«Non gliel’ho fatta passare liscia, ma capisco lo stato d’animo di Massi: sta rinchiuso in un carcere».

 

Che cosa una moglie può perdonare a un marito? Tutto? Anche la colpa più ripugnante? «Sicuramente no, un omicidio no. Si arriva a perdonare un tradimento, se ami davvero il tuo uomo. Un omicidio no».

giovanni bossetti marito di ester arzuffi madre del presunto killer di yara gambirasio giovanni bossetti marito di ester arzuffi madre del presunto killer di yara gambirasio

 

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