1. GLORIA TREVISAN, MORTA NELL’INCENDIO DELLA GRENFELL TOWER, ERA A LONDRA PERCHE’ IN ITALIA, PER LAVORARE COME ARCHITETTO, LE PROPONEVANO AL MASSIMO 300 EURO AL MESE
2. NELLE ULTIME TELEFONATE ALLA FAMIGLIA, QUANDO GIA’ ERA IN TRAPPOLA NELLA STRUTTURA IN FIAMME, LA RAGAZZA E' RIUSCITA A RACCONTARE PASSO PASSO CIO’ CHE STAVA SUCCEDENDO
3. INTORNO ALLE 4 DEL MATTINO C'È STATO IL TEMPO PER UN'ULTIMA TELEFONATA. IL FUMO STAVA PER INVADERE L'APPARTAMENTO E GLORIA HA CAPITO CHE NON C'ERA SCAMPO: “MAMMA, MI SONO RESA CONTO CHE STO MORENDO. GRAZIE PER CIO' CHE HAI FATTO PER ME. STO PER ANDARE IN CIELO, VI AIUTERÒ DA LÌ”L’IPOTESI DEL FRIGO ESPLOSO E L'EFFETTO CAMINO (VIDEO)

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gloria trevisan e marco gottardi gloria trevisan e marco gottardi

1 - «GLORIA ERA LÌ PERCHÉ DA NOI UNA LAUREATA CON 110 NON LAVORA»

Andrea Priante per il “Corriere della Sera”

 

La prima volta che il cellulare è squillato, a Camposampiero era buio da un pezzo.

«Mamma, è successo qualcosa...». È iniziata così la notte terribile della famiglia di Gloria Trevisan, 26 anni, la padovana dispersa nel rogo di Londra assieme al fidanzato Marco Gottardi, veneziano, di un anno più grande. Con la ragazza che avvertiva i genitori di «qualcosa di brutto» che stava accadendo nei piani inferiori della Grenfell Tower.

 

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Da quel momento, Emanuela Disarò e suo marito Loris hanno parlato a più riprese con la figlia, registrando le chiamate successive. Si sono fatti forza a vicenda. In fondo la figlia abitava al ventitreesimo piano e quindi i Vigili del fuoco avrebbero quasi certamente domato le fiamme prima che raggiungessero la cima del grattacielo. Ma poco dopo le 2, un' altra chiamata. E stavolta la ventiseienne era agitata, al punto che la madre le ha chiesto di parlare con Marco. E il veneziano ostentava sicurezza, per tranquillizzare loro ma anche la fidanzata.

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«Ci sono i pompieri, va tutto bene». «Sono telefonate terribili, angoscianti», spiega Maria Cristina Sandrin, l' avvocato di famiglia che ieri ha trascorso la mattinata con i genitori di Gloria, riascoltando quei file audio. «Ho pianto», ammette. Si sente la ragazza raccontare passo passo ciò che succede. Intorno alle 3, le televisioni hanno iniziato a trasmettere le immagini di quanto accadeva a Londra. Emanuela e Loris Trevisan parlavano con la figlia e intanto vedevano in diretta l' intervento dei soccorritori, la disperazione di chi riusciva a salvarsi. «Da qui non possiamo uscire, siamo bloccati», spiegava Gloria.

 

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Intorno alle 4 c' è stato il tempo per un' ultima telefonata. Il fumo stava per invadere l' appartamento. «Mamma, mi sono resa conto che sto morendo. Grazie per quello che hai fatto per me». Poi, l' addio: «Sto per andare in cielo, vi aiuterò da lì». I genitori sono sconvolti.

 

La mamma racconta che, a marzo, la figlia era emigrata per realizzare il sogno di fare l' architetto: «Dopo la laurea con 110, in Veneto le proponevano di lavorare per 300 euro al mese. Ma Gloria non voleva pesare su di noi e ha deciso di andare all' estero con Marco. In poche settimane ha avuto l' occasione di guadagnare 1.800 sterline (2.100 euro) al mese. Londra ha saputo offrirle ciò che meritava per le sue capacità». Anche papà Loris è arrabbiato: «È colpa dello Stato che costringe i nostri figli a scappare all' estero per cercare un lavoro».

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2 - L’IPOTESI DEL FRIGO ESPLOSO E L'EFFETTO CAMINO «SPERIAMO CHE I MORTI SIANO MENO DI CENTO»

Luigi Ippolito per il “Corriere della Sera”

 

Londra «La verità deve venire fuori», ha reclamato ieri il leader laburista Jeremy Corbyn. E la premier Theresa May ha annunciato un' inchiesta pubblica per stabilire la cause dell' inferno di fiamme alla Grenfell Tower: perché, ha detto, «l' incendio è stato rapido, feroce, inaspettato». E dunque la gente «merita risposte».

 

incendio alla grenfell tower di londra incendio alla grenfell tower di londra

Ma intanto potrebbero volerci settimane solo per stabilire il bilancio esatto della tragedia. Ieri la conta ufficiale dei morti era ferma a 17, tuttavia i pompieri ancora non riescono a raggiungere tutti i piani della torre carbonizzata: e ci sono intere famiglie che mancano all' appello. Si teme che il numero finale delle vittime possa superare il centinaio, anche se la polizia dice di sperare che il conteggio «non sia a tre cifre».

 

incendio alla grenfell tower di londra 5 incendio alla grenfell tower di londra 5

Tante le domande, ancora poche le certezze. Innanzitutto cosa ha provocato l' incendio.

Si è parlato di un frigorifero esploso in un appartamento del quarto piano, ma in passato gli inquilini si erano lamentati per le pile di immondizia abbandonata negli spazi comuni, che avrebbero potuto facilmente prendere fuoco.

 

Gli occhi degli investigatori sono puntati soprattutto sulla recente ristrutturazione dell' edificio, costata dieci milioni di sterline. È in quell' occasione che è stato aggiunto il famigerato rivestimento esterno in alluminio e polistirolo che, a detta dei testimoni, «è bruciato come un cerino».

incendio alla grenfell tower di londra 3 incendio alla grenfell tower di londra 3

 

Gli esperti di sicurezza hanno infatti notato la rapidità con cui le fiamme si sono propagate lungo la facciata, costruita soprattutto per ragioni estetiche, per scimmiottare gli scintillanti grattacieli della City (senza averne la qualità). Se installato correttamente, però, il rivestimento avrebbe dovuto resistere meglio: ma se vi fossero state aperture dovute a ventole o tubi sarebbe stato facile preda del fuoco, grazie a un «effetto camino» che avrebbe aspirato e diffuso il fuoco.

 

incendio alla grenfell tower di londra incendio alla grenfell tower di londra

L' inchiesta dovrà tenere conto anche dei tubi del gas collocati nella tromba delle scale in seguito alla ristrutturazione. A questo proposito erano stati già sollevati dubbi, ma la proprietà aveva garantito che sarebbero stati incapsulati in materiale a prova di fuoco. Eppure i pompieri hanno detto che non sono riusciti a domare le fiamme fino a quando non hanno isolato una conduttura del gas scoppiata.

 

Un grosso punto interrogativo è rappresentato dai sistemi di allarme e dalle procedure di sicurezza. Testimoni sentiti dal Corriere il giorno della tragedia hanno affermato di non aver sentito il suono degli allarmi e che in passato erano stati distribuiti volantini ai residenti che spiegavano che in caso di incendio bisognava restare negli appartamenti. Ma questa procedura ha senso in grattacieli costruiti a compartimenti stagni con porte antincendio: e non sembra essere stato il caso della Grenfell Tower, che mancava inoltre di scale esterne per l' evacuazione e di un sistema di estintori automatici.

 

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Diverse voci si sono levate per chiedere un' incriminazione per «omicidio colposo societario» contro l' azienda che aveva in gestione gli appartamenti. Ma gli esperti legali fanno notare che è un' accusa difficile da provare ed è più semplice indagare i singoli manager per «grave negligenza».

 

L' inchiesta comunque cercherà di capire se sono state messe in atto le procedure di sicurezza raccomandate dopo lo scoppio di un incendio simile nel 2009 nel Sud di Londra, quando sei persone persero la vita. Anche in quel caso i muri esterni dell' edificio non avevano offerto resistenza sufficiente alle fiamme.

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Ieri diversi consigli di zona londinesi hanno annunciato controlli sui palazzi che hanno visto ristrutturazioni simili a quella della Grenfell Tower e le autorità locali in tutta l' Inghilterra stanno rivedendo le procedure di sicurezza. Ma potrebbe emergere un elemento di imbarazzo proprio per il governo: a marzo l' allora sottosegretario all' edilizia, Gavin Barwell, fece slittare il completamento di una revisione dei regolamenti per gli edifici. Qualche giorno fa, Barwell è stato promosso capo dello staff di Theresa May.

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