GOVERNO LATITANTE - A QUASI DUE ANNI DALLA FIRMA DEL TRATTATO CON GLI EMIRATI ARABI PER IL RIENTRO DEI LATITANTI, IL CONSIGLIO DEI MINISTRI NON FIRMA LA RATIFICA - NELLE COMMISSIONI SIEDONO ALCUNI AVVOCATI CHE HANNO AVUTO CLIENTI “INTERESSATI” - MORALE DELLA FAVA: SI SALVANO GIANCARLO TULLIANI E AMEDEO MATACENA

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Francesco Bonazzi per “la Verità”

 

GENTILONI GENTILONI

L' Italia ha una tale voglia di mettere le mani sui ricercati che sono riparati negli Emirati, come l' ex parlamentare Amedeo Matacena e il cognato di Gianfranco Fini, Giancarlo Tulliani a Dubai o il costruttore ligure Andrea Nucera ad Abu Dhabi, che a un anno e mezzo dalla firma del trattato di estradizione con gli Emirati arabi manca ancora la ratifica.

 

Non quella degli emiratini, che l' hanno siglata a metà febbraio, ma la nostra. Una faccenda che rischia di diventare assai imbarazzante perché il governo Gentiloni si sta muovendo con lentezza e nelle commissioni competenti di Camera e Senato siedono un paio di avvocati che hanno avuto clienti interessati alla (non) estradizione da Abu Dhabi e dintorni.

 

GIANCARLO TULLIANI E FRANCESCA A DUBAI GIANCARLO TULLIANI E FRANCESCA A DUBAI

Nell' ultima puntata di Chi l' ha visto?, una giornalista è riuscita a intervistare nella capitale Abu Dhabi il ligure Andrea Nucera, sfuggito nel 2011 a un mandato di cattura della magistratura di Savona per una bancarotta fraudolenta da centinaia di milioni di euro.

Nucera, scappato con la madre, la sorella (indagata), i figli e la seconda moglie (ed ex segretaria) Simona Musso, ora gestisce due ristoranti e davanti alle telecamere di Rai Tre ha protestato: «Latitante? Io non faccio il latitante. Faccio l' esiliato». Punti di vista.

 

amedeo matacena dubai 1 amedeo matacena dubai 1

Le sue vicende giudiziarie del resto sono complesse: ha una sentenza in primo grado per una bancarotta e una seconda condanna a 5 mesi, per abusi edilizi, dopo un' inchiesta che invece era partita come un grande scandalo edilizio. E sul troncone principale, i suoi legali aspettano ancora la prima udienza. Nucera però è stato uno degli uomini più potenti della Liguria, con amicizie trasversali a tutti i partiti che gli hanno consentito di costruire più o meno dove voleva e di risultare perfino il padrone di casa dell' Agenzia delle entrate di Genova, quando era già notoriamente in debito con il fisco per decine di milioni.

GIANCARLO TULLIANI A DUBAI DA CHI GIANCARLO TULLIANI A DUBAI DA CHI

 

Debiti per pagare i quali, con le aziende già in decozione avanzata, si fece prestare oltre 30 milioni di euro dalla Carige di Giovanni Berneschi. Nel 2013, quando la Banca d' Italia fece un' ispezione durissima in quella che all' epoca era la settima banca italiana, tutti quei fidi a Nucera furono segnalati alla magistratura tra quelli più ingiustificabili.

Lo storico avvocato del costruttore, che se tornasse in patria farebbe tremare tutta Savona e mezza Genova, è Enrico Nan, ex parlamentare ligure di Forza Italia ed ex membro del cda della Carisa.

 

Mentre il legale della seconda moglie Simona è stato fino a due anni fa il penalista Franco Vazio di Albenga, deputato del Pd che siede in commissione Giustizia. Ovvero in un organo che dovrebbe darsi da fare per la ratifica del trattato di cooperazione giudiziaria con gli Emirati. Se invece si va a guardare nell' omologa commissione del Senato, ecco che, addirittura alla presidenza, ci si imbatte nell' avvocato calabrese Nico D' Ascola, transitato da Forza Italia all' Ncd di Angelo Alfano.

CHIARA RIZZO AMEDEO MATACENA CHIARA RIZZO AMEDEO MATACENA

 

Anche lui conosce bene la «pratica Dubai», perché fino al 2014 è stato avvocato di Claudio Scajola, all' epoca indagato per presunto favoreggiamento dell' ex parlamentare forzista Amedeo Matacena, scappato proprio là. D' Ascola mollò il mandato difensivo dopo varie polemiche, mentre Matacena se ne sta ancora negli Emirati, evitando così di dover scontare in Italia una condanna definitiva a 5 anni per mafia.

 

Al riparo degli emiri ci sono almeno altri due personaggi eccellenti. Il primo è il boss napoletano del narcotraffico Raffaele Imperiale, 41 anni, noto per lo stile di vita sfarzoso. Il secondo è l' ineffabile Tulliani junior, inseguito da un mandato di cattura per riciclaggio nell' ambito dell' inchiesta sul re delle slot Francesco Corallo. Risiede da tempo a Dubai e se mai fosse costretto a tornare in Italia e a sedersi davanti ai pm, dovrebbe fornire qualche spiegazione credibile sulla vicenda della casa di Montecarlo, «scippata» al partito del cognato. Si tratta di una storia talmente imbarazzante, per l' ex presidente della Camera, che già da sola potrebbe spiegare perché l' Italia dorme sulla ratifica del trattato.

 

GIANCARLO TULLIANI E FRANCESCA A DUBAI GIANCARLO TULLIANI E FRANCESCA A DUBAI

Dietrologie? Forse. Ma non ne accetta neppure mezza il pd Vazio, che alla Verità spiega innanzitutto di «non essere più l' avvocato della signora Nucera da un paio d' anni», ovvero prima che fosse siglato l' accordo tra Italia ed Emirati. Insomma, non sarebbe in conflitto d' interessi e non tifa per i rinvii. E poi ricorda la procedura: «L' accordo va prima in Consiglio dei ministri, che lo deve approvare, e poi viene sottoposto alle commissioni Giustizia ed Esteri del Parlamento.

 

Il problema è che questo atto del governo ancora non c' è». E come mai? Vazio spiega che sono emersi dalle pieghe dell' accordo alcuni reati che negli Emirati porterebbero a una condanna a morte «e quindi la Farnesina si sta occupando di risolvere la faccenda». Va detto che non dev' essere un' impresa da Nobel, visto che la pena di morte è prevista anche negli Stati uniti.

 

L' ex avvocato della seconda signora Nucera sventola anche una mozione dei mesi scorsi in cui, insieme al collega del Pd, Davide Mattiello, chiedeva al governo di fare in fretta sulla ratifica del trattato con gli Emirati, ma da penalista resta fermo su un punto: «Non si può applicare alle inchieste vecchie, quindi anche sotto questo profilo non ci sarebbe il minimo conflitto d' interessi». I mandati di cattura, in realtà, possono essere ripetuti. Ma almeno Tulliani, per ora, sta tranquillo.

 

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