IN ITALIA LE TASSE SONO UN OPTIONAL - L'EVASIONE DELL'IVA COSTA 26,2 MILIARDI DI EURO L'ANNO. PIÙ DI QUANTO IL GOVERNO SPENDERÀ NEL 2023 PER CONTRASTARE IL CARO-ENERGIA (21 MILIARDI) - E’ IL PEGGIOR DATO TRA I PAESI DELL’UNIONE EUROPEA, DOVE IL CONTO DELL'IVA NON RISCOSSA È DI 93 MILIARDI L'ANNO - IN TERMINI PERCENTUALI, VUOL DIRE CHE IN ITALIA OLTRE UN QUINTO DELL'IVA DOVUTA NON VIENE PAGATA - SOLTANTO ROMANIA E MALTA HANNO PERFORMANCE PEGGIORI - E IL GOVERNO VUOLE ELIMINARE LE SANZIONI PER I COMMERCIANTI CHE SI RIFIUTANO DI ACCETTARE PAGAMENTI CON CARTA SOTTO I 60 EURO (BUONA EVASIONE A TUTTI!)

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Marco Bresolin per “la Stampa”

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In Italia, l'evasione dell'Iva costa 26,2 miliardi di euro l'anno. Più di quanto il governo spenderà nel 2023 per contrastare il caro-energia (21 miliardi). In termini assoluti si tratta del peggior dato tra i Paesi dell'intera Unione europea, dove il conto dell'Iva non riscossa è di 93 miliardi l'anno. In termini percentuali, vuol dire che in Italia oltre un quinto dell'Iva dovuta non viene pagata: secondo il rapporto pubblicato dalla Commissione europea (riferito al 2020), soltanto Romania e Malta hanno performance peggiori (la Grecia invece è migliorata e ha superato l'Italia, scendendo sotto il 20%).

 

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Si tratta di numeri che assumono un significato particolare alla luce delle recenti proposte del governo, che nella legge di Bilancio ha deciso di eliminare le sanzioni per i commercianti che si rifiutano di accettare pagamenti con carta sotto i 60 euro. «In tempi difficili come questi - ha sottolineato Paolo Gentiloni - le finanze pubbliche hanno bisogno di solide entrate fiscali, sia per sostenere i servizi pubblici, sia per sostenere gli investimenti».

 

Secondo il commissario all'Economia, «i cittadini chiedono equità fiscale e un'azione forte per contrastare la frode e l'evasione fiscale». Gentiloni non ha voluto sbilanciarsi sulle misure contenute nella manovra, ma ha ribadito che «i princìpi sono abbastanza evidenti: per noi la fatturazione elettronica e la lotta all'evasione sono le grandi priorità».

 

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Nel mirino di Bruxelles, in particolare, c'è la norma sull'obbligo di Pos che potrebbe segnare un passo indietro nella lotta all'evasione fiscale e che sembra in contrasto con gli obiettivi del Pnrr. Diverso il discorso sul tetto all'uso del contante, che il governo Meloni ha deciso di alzare a cinquemila euro. La misura sembra essere in linea con gli standard Ue, tanto che ieri il Consiglio ha dato il suo sostegno alla proposta della Commissione che prevede di fissare un tetto massimo a 10 mila euro per i pagamenti in contanti (la Germania, contraria, si è astenuta).

 

Anche se ovviamente la peculiarità italiana, dovuta proprio all'elevato tasso di evasione, rappresenta un fattore di preoccupazione. Gentiloni, comunque, si è detto fiducioso. Ha spiegato che la Commissione non intende lanciare alcun allarme sulla manovra (il giudizio arriverà la prossima settimana) e ha assicurato che da parte del governo italiano «c'è l'impegno a voler rispettare gli obiettivi e le scadenze del Pnrr in modo serio».

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Per cercare di tamponare l'emorragia di Iva non incassata, la Commissione ha proposto una serie di provvedimenti che potrebbero permettere di recuperare fino a 18 miliardi di euro a livello Ue. Circa un quarto dell'Iva che sfugge alle casse degli Stati Ue è legato a frodi per le operazioni transfrontaliere, per questo motivo l'esecutivo comunitario vuole introdurre un sistema per rendere obbligatoria la fatturazione elettronica per tutte le transazioni transfrontaliere, in modo da consentire una comunicazione dei dati «in tempo reale» anche attraverso una banca dati europea.

 

evasione fiscale evasione fiscale

Le imprese che vendono prodotti o servizi a consumatori in un altro Stato potranno registrarsi una sola volta ai fini dell'Iva in tutta l'Ue e adempiere ai loro obblighi attraverso un unico portale: un'operazione che, secondo le stime di Bruxelles, potrebbe far risparmiare alle piccole e medie imprese circa 8,7 miliardi di euro in costi amministrativi nell'arco dei prossimi 10 anni. C'è poi un'altra novità che riguarda le piattaforme che gestiscono il trasporto di persone e le strutture ricettive a breve termine, come Uber e Airbnb.

 

agenzia delle entrate agenzia delle entrate

In base alle nuove norme, le piattaforme saranno responsabili della riscossione e del versamento dell'Iva «quando i fornitori dei servizi non lo fanno, ad esempio perché sono una piccola impresa o un singolo fornitore». Una misura che dovrebbe servire anche a garantire parità di concorrenza perché, come ha puntualizzato Gentiloni, metterà fine «al trattamento iniquo per hotel e taxi tradizionali».

 

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