ITALIANI SULLA RAMBLA - ‘’MI TROVO IN UN ALBERGO DI FRONTE AL RISTORANTE TURCO DOVE SONO ASSERRAGLIATI GLI ATTENTATORI. SIAMO CHIUSI IN STANZA. NON POSSIAMO NEANCHE AFFACCIARCI PER VEDERE QUELLO CHE ACCADE’’ - SCAMPATI ALL'ATTENTATO PER UN CAPRICCIO DELLA BAMBINA - ‘’IL CAMION NON MI HA PRESO PERCHÉ SONO SALTATO VIA’’ - LA FARNESINA STA VERIFICANDO L’EVENTUALE PRESENZA DI CONNAZIONALI COINVOLTI NELL’ATTENTATO

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Corriere.it

 

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«Ho visto almeno tre o quattro persone a terra, un poliziotto con una persona in braccio e tutti che correvano, urlavano, piangevano»: questa la testimonianza di Luca Terracciano, uno studente italiano che vive a Barcellona e che ha visto di persona quanto successo sulla Rambla. «Io arrivavo in bici da un vicolo laterale e quando sono giunto sulla Rambla ho visto questa scena di terrore», ha aggiunto. Ma non ci sono solo quelli che si sono salvati: secondo la Farnesina è possibile che siano stati coinvolti anche italiani nell'attentato di giovedì pomeriggio a Barcellona.

 

«Salvati da un macaron»

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È ancora sconvolta Celeste Gallieri, romana, in vacanza a Barcellona con il marito e la figlia: sono scampati all'attentato per un capriccio della bambina. Che, per fortuna, hanno assecondato. Avevano passato la «mattina al mare- racconta- La cucciola aveva fame e ha voluto mangiare qualcosa prima di rientrare in zona hotel. Rambla Liceu. Quindi abbiamo tardato. Rientrati abbiamo lasciato lo zaino in hotel e siamo andati a mangiare alla Boqueria verso le 15. Quindi volevamo andare a placa Catalunya da Starbucks ma cucciola voleva un macaron e siamo tornati indietro... stanchi e accaldati abbiamo optato per una doccia e abbiamo sentito dalla stanza il botto, le grida, visto la gente che correva e la polizia arrivare in meno di un minuto. Bianca ha creduto alla storia di un incidente stradale... ma solo l'innocenza dei 6 anni le fa credere che siamo chiusi in hotel per un incidente... ancora non possiamo uscire... la strada è chiusa. La polizia è qui... aspettiamo. Con paura. Da vicino. Troppo. Salvati da un macaron...».

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«Ero nel mezzo, ho visto uccidere non so quante persone»

«Sono vivo solo perché non sono riusciti ad ammazzarmi, ma io ero lì nel mezzo, li ho visti, in pochi secondi ho visto uccidere non so quante persone di fronte ai miei occhi». Alessio Stazi descrive l’orrore di Barcellona sul suo profilo Facebook. Il giovane ex vicepresidente e assessore all’Ambiente dell’Eur, quartiere di Roma, era sulla Rambla quando il furgone è piombato sulla folla.

 

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«Mi sono ritrovato chiuso in un sottoscala di un negozio e non so neanche come ci sono arrivato, non so dove sono i miei amici e non capisco ancora cosa cazzo sia successo. Amici di Barcellona scrivetemi qui per favore», si appella l’ex esponente di Sel, candidato nel IX municipio nel 2016. Poi appunto aveva deciso di trasferirsi in Spagna per lavoro. Decine i commenti di amici e conoscenti preoccupati dal suo grido di allarme, in tanti chiedono a Stazi di dare notizie, se si trova al sicuro: tra i tanti ad abbracciarlo da lontano anche Estella Marino, assessore all’ambiente con il sindaco Ignazio Marino.

DRISS OUKABIR - ATTENTATO A BARCELLONA DRISS OUKABIR - ATTENTATO A BARCELLONA

 

«Il camion non mi ha preso perché sono saltato via», riprende il suo racconto Alessio, sconvolto dall’accaduto, ancora in cerca dei suoi amici e di un posto sicuro. «Sapete se le persone che ho visto a terra non sono morte?», chiede ancora il giovane politico romano ai suoi amici su Facebook: non sa ancora delle vittime né delle voci sulla sparatoria in un ristorante.

 

«Siamo chiusi in stanza»

«Mi trovo in un albergo di fronte al ristorante turco dove sono asserragliati i presunti attentatori. Siamo chiusi in stanza. Non possiamo neanche affacciarci per vedere quello che accade». A dirlo, raggiunto telefonicamente dall'Ansa, è Gianluca Marino, un salernitano in vacanza con la famiglia a Barcellona. «Pochi minuti prima dell'attentato - dice - mi trovavo proprio sulla Rambla. Potevo esserci anche io tra quelle persone uccise. Mio figlio di appena 2 anni per fortuna non si è reso conto ancora di nulla».

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Le verifiche dall'Italia

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L’Unità di crisi della Farnesina sta verificando l’eventuale presenza di connazionali coinvolti nell’attentato avvenuto oggi a Barcellona. Intanto Palazzo Chigi segue da vicino gli sviluppi che vengono da Barcellona, in stretto raccordo con la nostra rete diplomatica e con le autorità spagnole. E il premier Paolo Gentiloni scrive su Twitter: «#Barcellona splendida e amica è sotto attacco Italia vicina alle autorità locali e spagnole. Pensieri rivolti alle persone colpite».

 

 

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