IL LAVORO DA CASA È QUI PER RESTARE - ORMAI LE GRANDI AZIENDE HANNO CAPITO CHE LO SMART WORKING È UN’OPPORTUNITÀ PER RISPARMIARE E FAR FELICI I LAVORATORI. MA SARÀ UN CASINO ENORME PER IL SETTORE IMMOBILIARE: CON TURNI DI DUE-TRE GIORNI ALLA SETTIMANA DA CASA PER LA METÀ DEI LAVORATORI CI SARÀ UNA RIDUZIONE FINO AL 30% DELLA DOMANDA DI UFFICI, CON EFFETTI DEVASTANTI PER L’ECONOMIA DELLE CITTÀ – LO STUDIO DI BARCLAYS

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Carlotta Scozzari per https://it.businessinsider.com/

 

uffici a londra pre coronavirus 2 uffici a londra pre coronavirus 2

La pandemia del Covid-19 sta rivoluzionando anche il mondo del lavoro. Lo smart working, infatti, con tutti i suoi pregi e difetti, si sta diffondendo sempre di più, conducendo così a un nuovo modo di intendere l’ufficio.

 

Ad affrontare molti aspetti della questione è lo studio di Barclays dal titolo eloquente: “Il lavoro da casa è qui per restare” (“Work from home is here to stay”). “Il lavoro da casa, termine che utilizziamo per riferirci a tutte le forme di lavoro da remoto, è chiaro che diventerà prevalente in futuro. La pandemia del Covid ha rivelato che è positivo sia per i dipendenti sia per i datori di lavoro” affermano da Barclays, anche se è evidente che il cosiddetto smart working non presenti solo lati positivi ma possa anche creare parecchi problemi (alla schiena se non si usano gli strumenti adatti mentre dal lato dell’azienda in molti segnalano la maggiore vulnerabilità delle reti, solo per citare due esempi).

londra deserta durante il lockdown 6 londra deserta durante il lockdown 6

 

A ogni modo, è indiscutibile che la pandemia abbia reso molto più diffusa, e per molti aspetti anche accettata, la pratica di lavorare da casa. Ed è principalmente per questo motivo che gli esperti di Barclays credono che questo cambiamento possa condurre a una riduzione strutturale tra il 10 e il 20% della domanda aggregata di spazi per gli uffici, andando così a colpire sia i prezzi degli affitti sia le valutazioni degli immobili.

uffici a londra pre coronavirus 1 uffici a londra pre coronavirus 1

 

In effetti, sempre più aziende, comprese quelle italiane, stanno pensando a come riorganizzare l’ambiente di lavoro. C’è, per esempio, chi pensa di ridurre drasticamente gli spazi degli uffici, lasciandone quindi una parte, o chi addirittura sta ragionando su un possibile spostamento in un altro edificio più piccolo.

 

UFFICI E CORONAVIRUS UFFICI E CORONAVIRUS

Sono due le tendenze in atto evidenziate dagli esperti. La prima è che ci si muove verso un futuro caratterizzato da sempre più smart working. “Dalla nostra analisi – scrivono da Barclays – emerge che la metà delle società dell’S&P 1500 ha discusso di lavoro da casa nelle call sulle trimestrali al 30 giugno. Di queste, l’80% ha espresso un parere positivo”.

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Mentre una ricerca commissionata da Barclays sui dipendenti della Gran Bretagna ha evidenziato che più della metà si aspetta di lavorare da casa per un certo periodo dopo il coronavirus.

 

La seconda tendenza emersa è che il 70% dei dipendenti statunitensi che ha continuato ad andare in ufficio anche durante la pandemia vi trascorre comunque quasi mezza giornata in meno a settimana rispetto a un anno fa. “Sebbene occorra essere cauti nel tradurre i comportamenti durante il Covid in comportamenti in un mondo post Covid, è ragionevole ritenere che quando gli impiegati che hanno lavorato completamente da casa torneranno in ufficio, vi trascorreranno meno tempo di quelli che ci sono sempre dovuti andare durante la pandemia” affermano da Barclays.

SMART WORKING SMART WORKING

 

Ciò non significa, però, il tramonto definitivo del lavoro in ufficio. “Le stesse interviste che indicano che le persone pianificano di lavorare ancora da casa suggeriscono che solo il 10% dei dipendenti si aspetta di farlo in maniera permanente. Se le nostre evidenze sono corrette, ciò implica che il lavoro da casa potrebbe diventare la norma per due o tre giorni alla settimana per la metà della popolazione lavorativa” stimano da Barclays. E, a seconda delle ipotesi sull’utilizzo degli spazi, che metà dei dipendenti possa lavorare da casa per due o tre giorni alla settimana a detta di Barclays potrebbe tradursi in una riduzione fino al 30% della domanda di uffici.

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Un duro colpo per il mercato immobiliare, di cui già nei mesi scorsi si erano avvertite le avvisaglie. Basti pensare che già in occasione del “II Osservatorio sul Mercato Immobiliare – Luglio 2020” presentato il 22 luglio da Nomisma, l’amministratore delegato Luca Dondi Dall’Orologio sul comparto uffici aveva dichiarato: “Sul non residenziale di piccole dimensioni è buio fitto. C’erano già segnali negativi prima. E ora c’è poco mercato o non ce n’è proprio”.

 

uffici a londra pre coronavirus uffici a londra pre coronavirus

In tale contesto e in un’ottica di lungo termine, gli esperti della banca d’affari si aspettano però che agli uffici dei grandi centri cittadini possa tutto sommato andare meglio che alle controparti di periferia o fuori città. E questo perché, spiegano da Barclays, “crediamo che la sede centrale tenderà ad acquisire importanza come luogo di incontro centralizzato se i dipendenti lavoreranno di più da casa”. Una tendenza che pure si sta riscontrando in Italia: sempre più aziende, oltre a ridurre gli spazi fisici di lavoro comuni, stanno mantenendo e riorganizzando le sedi centrali cittadine, meglio se facilmente raggiungibili da tutti i lavoratori.

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