“HO LAVORATO PER I SERVIZI SEGRETI. SE VOGLIO USCIRE DI GALERA CI METTO QUATTRO SECONDI” – GIANDAVIDE DE PAU, KILLER DI TRE PROSTITUTE NEL QUARTIERE PRATI DI ROMA, TORNA A FARNETICARE DAL CARCERE – NEL 2019, PRIMA DELLA STRAGE AVVENUTA NEL 2022, SOSTENEVA DI AVER AMMAZZATO DAVID ROSSI – L’UOMO, AUTISTA DEL BOSS MICHELE SENESE (DETTO 'O PAZZO) SOSTIENE CHE LE ACCUSE NEI SUOI CONFRONTI SIANO “UN COMPLOTTO” PERCHÉ LUI È “INNOCENTE”...

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Estratto dell’articolo di Andrea Ossino per “La Repubblica – Edizione Roma”

 

GIANDAVIDE DE PAU IN VIA RIBOTY RIPRESO DALLE TELECAMERE DI VIDEOSORVEGLIANZA

Dice che è «tutto un complotto», che se volesse potrebbe uscire dal carcere «in quattro secondi», che gli basterebbe raccontare «le cose che ho fatto per i servizi segreti». Giandavide De Pau in carcere urla, si agita, batte i pugni sul tavolo e farnetica. Lo fa da quando è stato arrestato nel novembre del 2022, da quando ha ucciso tre donne in due diversi appartamenti a Prati, nel giro di un’ora.

 

Anche durante il colloquio con la sorella non sembra molto in sé. Tuttavia quando deve rivelare qualcosa di veramente importante, una «soluzione studiata» per «uscire fuori bene da questa situazione», ritrova un’inaspettata lucidità, sfrega la mano vicino ai microfoni e impedisce a chi lo sta ascoltando di conoscere il suo piano. Del resto De Pau conosce questi trucchi, è un criminale di lungo corso, è stato diverse volte in carcere. Era l’autista del boss Michele Senese, una persona che con i certificati medici ha costruito una carriera e guadagnato un appellativo: ‘ O Pazzo.

 

giandavide de pau

Anche la salute mentale di De Pau è sotto osservazione. Il processo principalmente si giocherà su questo aspetto. Lo dice lui stesso, nel novembre scorso, alla sorella: «Che me volete fare passare per pazzo?», domanda. Lui è innocente, dice. Solo che «quando è sotto l’effetto di droghe si “accolla” tutti i reati del mondo». Ed è per questo, sostiene, che inizialmente si sarebbe addossato la responsabilità del triplice femminicidio.

 

Ora non più, non può neanche immaginare di aver fatto una cosa del genere, dice «che avrebbe potuto farlo a qualcuno che gli doveva dei soldi se proprio lo doveva fare o a chi lo ha offeso», ma non a tre donne. E poco importa se la polizia ha trovato prove, filmati e tracce biologiche. «È tutto un complotto».

 

«Il sangue ci stava perché qualcuno ha fatto quello che ha fatto, tracce di sperma, impronte, il telefono e quindi il giudice può fare quello che vuole», è la versione di De Pau.

In pratica le accuse sarebbero una montatura, «una congiura – dice - un gioco psicologico per portarlo allo stremo perché loro (i pm ndr) vogliono una sua collaborazione» . Lui non ha fatto nulla, al massimo è stata «la mafia», «perché i cinesi avevano dei posti di polizia segreti di mafia». […]

GIANDAVIDE DE PAU
GIANDAVIDE DE PAU
giandavide de pau in viadurazzo a roma 2
GIANDAVIDE DE PAU