“MAI SAPUTO DEGLI AFFARI DI MIO PADRE” – MATTEO RENZI NEGA DI ESSERE STATO AL CORRENTE DEI RAPPORTI DEL BABBO CON ROMEO E CARLO RUSSO – ECCO COME L’EX AD DI CONSIP LUIGI MARRONI RIUSCIVA A SAPERE PRATICAMENTE IN TEMPO REALE DELL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI NAPOLI

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1 – RENZI: MAI SAPUTO DEGLI AFFARI DI MIO PADRE

Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera”

 

«Mai, prima dell' esplodere sulla stampa della vicenda, sono stato informato da mio padre o da altri dei rapporti del primo con Carlo Russo e con Alfredo Romeo», dichiara Matteo Renzi al procuratore di Roma Giuseppe Pignatone, all' aggiunto Paolo Ielo e al sostituto Mario Palazzi, nel secondo interrogatorio reso dall' ex presidente del Consiglio sul «caso Consip» e gli intrecci tra Tiziano Renzi, il faccendiere Carlo Russo e l' imprenditore Alfredo Romeo.

 

Renzi sr e Romeo sono amici, il primo ha fatto da padrino al battesimo del figlio del secondo, e secondo l' ex amministratore delegato di Consip Luigi Marroni Tiziano Renzi gli ha raccomandato Russo in almeno due occasioni. Ma di tutto questo il figlio Matteo sostiene di non avere mai saputo nulla. I suoi verbali sono stati appena depositati a conclusione dell' indagine.

 

ALFREDO ROMEO ALFREDO ROMEO

«Non conosco Carlo Russo anche se non posso escludere di averlo incontrato in una delle tante occasioni pubbliche - ha detto l' ex premier ai pm il 20 giugno scorso -; quanto ad Alfredo Romeo, ricordo di averlo conosciuto allorquando partecipò a una gara, senza ottenere l' assegnazione, quando ero presidente della Provincia».

 

Due giorni dopo l' attivazione delle intercettazioni telefoniche di Tiziano Renzi (poi indagato per traffico di influenze, ma per il quale la Procura di Roma ha chiesto l' archiviazione accusando Russo di millantato credito), il padre dell' ex premier seppe che il suo telefono era sotto controllo e mandò a dire a Russo di non chiamarlo più attraverso l' ex assessore di Rignano Roberto Bargilli.

 

LUIGI MARRONI LUIGI MARRONI

Ma anche di questo Matteo Renzi afferma di non sapere niente: «La telefonata che Roberto Bargilli ha effettuato a Russo, dicendogli che non avrebbe dovuto contattare mio padre, è circostanza che ho appreso dai giornali; tra il 5 e il 7 dicembre 2016 (i giorni in cui arrivò l' avviso, ndr) mi trovavo a Roma nel pieno di una crisi istituzionale, subito dopo la sconfitta al referendum, non avevo avuto occasione di incontro con mio padre, che peraltro vidi solo l' 8 dicembre, e né in quell' occasione né dopo mi disse nulla su questa circostanza, e più in generale sull' intera vicenda.

lotti tiziano renzi lotti tiziano renzi

 

Nei miei colloqui personali e telefonici ho sempre suggerito a mio padre che avrebbe dovuto riferire all' autorità giudiziaria la verità».

 

In una precedente testimonianza del 5 aprile 2018, l' ex premier si era soffermato sulla nomina al vertice della centrale unica di appalti di Marroni, divenuto testimone d' accusa nei confronti di Luca Lotti (ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio con Renzi) per la fuga di notizie sulle microspie negli uffici Consip: «Ho proposto Marroni come amministratore delegato, ho chiesto il parere a Lotti come in altre occasioni, e tale parere fu decisamente negativo».

luigi marroni luigi marroni

 

La scelta avvenne, spiega Renzi, «escludendo altri nomi di persone molto più vicine a me e alla mia area politica, che erano state suggerite dallo stesso Lotti e da altre persone a me vicine. Ciò feci perché preferivo che in un centro di spesa come Consip non ci fosse una persona direttamente riconducibile alla mia area politica. Non posso dire se l' opposizione di Lotti alla nomina di Marroni, che confermo, sia stata conosciuta dal Marroni stesso. Confermo invece che Lotti ha mantenuto una posizione negativa nei confronti di Marroni».

 

alfredo romeo1 alfredo romeo1

Luigi Marroni, interrogato più volte dai pm di Napoli e Roma che lo ritengono attendibile, ha raccontato le raccomandazioni di far lavorare alcune società avanzategli da Carlo Russo, l' amico di Renzi sr: «Mi disse che il fatto di dargli retta era di interesse dell' onorevole Verdini e di Tiziano Renzi, che i due potevano influire positivamente o negativamente sulla mia carriera.

ALFREDO ROMEO ALFREDO ROMEO

 

Aggiunse che Tiziano era il padre di Matteo Renzi e che la mia nomina era frutto di questo mondo... Mi disse che le persone a nome delle quali veniva, Tiziano Renzi e Verdini, erano espressione di un mondo che poteva influire sulle nomine e decidere sulla carriera di persone che fanno il lavoro che faccio io».

 

2 – CONSIP E LA FUGA DI NOTIZIE «COSÌ MARRONI SEPPE DELL' INDAGINE IN CORSO» `

Michela Allegri e Sara Menafra per “il Messaggero”

 

MATTEO RENZI TIZIANO MATTEO RENZI TIZIANO

Luigi Marroni, ex ad di Consip, sapeva praticamente in tempo reale dell' esistenza dell' inchiesta avviata dalla procura di Napoli che doveva scoperchiare un giro di corruzione e appalti pilotati nella centrale pubblica degli acquisti.

 

Tre persone nel corso del tempo gli riferirono dell' indagine, ha spiegato a verbale: Filippo Vannoni, il presidente di Publiacqua, il generale Emanuele Saltalamacchia, comandante della Regione Toscana dei Carabinieri, e Luca Lotti, ex ministro dello Sport, vicinissimo all' allora premier Matteo Renzi.

Alfredo Romeo 3 Alfredo Romeo 3

 

A parlare per primo è proprio Vannoni: «Mi riferì tre volte dell' esistenza di indagini su Consip, le prime due volte prima dell' estate 2016, l' ultima un mese prima delle perquisizioni e comunque prima del referendum. L' ultima volta davanti a palazzo Chigi». Stesso avvertimento arriva persino da un carabiniere alto in grado come Saltalamacchia: «Siamo amici, la mia compagna è molto amica della compagna del generale.

 

Prima dell' estate del 2016, ci appartammo ed egli mi disse Luigi, stai attento, ci sono delle indagini in corso su Consip». Saltalamacchia si pentirà molto di quel consiglio, tanto che anni dopo, a indagine in corso, la fidanzata cercherà proprio la compagna di Marroni - sentita a verbale - per chiederle di convincere l' ex ad a ritrattare le accuse al generale: «Me l' ha chiesto un' infinità di volte da dicembre 2016 quando era esplosa la vicenda Consip», dice a verbale Laura Frati Gucci.

 

FILIPPO VANNONI FILIPPO VANNONI

L' altro avvertimento a Marroni, il più pesante politicamente, arriva da Luca Lotti: «Ci incontrammo il 3 agosto 2016 a piazza Colonna. Ci siamo visti per mezzora, all' interno di uno dei suoi uffici poi l' ho accompagnato verso palazzo Chigi e lui mi disse devi stare attendo, ci sono indagini su di voi». Lotti sapeva anche che l' indagine era partita da Alfredo Romeo, imprenditore campano.

 

LE MINACCE

TIZIANO RENZI TIZIANO RENZI

Marroni ammette di essere messo sotto pressione proprio da Carlo Russo, l' oscuro faccendiere (ora accusato di millantato credito) che grazie al rapporto con la famiglia dell' ex premier e in particolare con Tiziano Renzi, era riuscito ad entrare nelle stanze di amministrazioni importanti come in quella di Consip.

 

Come racconta lo stesso Marroni, Russo si era presentato con richieste specifiche: «Mi raccomandò una società e mi disse di lavorare sul punteggio tecnico, mi disse che il fatto di dargli retta era di interesse di Verdini e Tiziano Renzi, che i due potevano influire positivamente o negativamente sulla mia carriera. Aggiunse che Tiziano era il padre di Matteo Renzi e che la mia nomina era frutto di questo mondo».

 

TIZIANO RENZI ALFREDO ROMEO E I SOLDI SOTTO LA MATTONELLA TIZIANO RENZI ALFREDO ROMEO E I SOLDI SOTTO LA MATTONELLA

Una situazione spiacevole: «Il mio turbamento e la mia prostrazione erano legati al fatto che lavoravo tantissimo con entusiasmo per un risultato positivo per il pubblico e che un faccendiera veniva a minacciarmi spendendo il nome di persone influenti».

 

LUIGI MARRONI LUIGI MARRONI

IL VERBALE DI RENZI

Matteo Renzi viene sentito dagli avvocati difensori di Luca Lotti, Franco Coppi ed Ester Molinaro. Parla dei rapporti con Luigi Marroni: «Era un tecnico, l' ho proposto come presidente della Consip perché preferivo una persona non legata al giro stretto della cerchia renziana....».

 

Dice che Marroni chiese favori per questioni familiari e personali: «in più di una circostanza ha cercato un rapporto con persone del mio giro stretto per questioni sue previdenziali, per la sua compagna; non mi risulta che abbia mai avuto un feedback positivo. In più casi è emersa da parte di Marroni la manifestazione di alcune sue esigenze ai miei più stretti collaboratori».

 

 

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