“UNA PARTITA D’AZZARDO GIOCATA SULLA SALUTE PUBBLICA” – L’IMPRENDITORE ANTONELLO IEFFI È STATO ARRESTATO PER TURBATIVA D’ASTA SU UNA MAXI COMMESSA DI MASCHERINE. LA DENUNCIA È PARTITA DA CONSIP: LA “BIOCREA” AVEVA INCASSATO 15,8 MILIONI DI EURO PER UNA FORNITURA DI 24 MILIONI DI MASCHERINE CHIRURGICHE IMPEGNANDOSI A CONSEGNARNE I PRIMI 3MILIONI DOPO 3 GIORNI. E INVECE…

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Maria Elena Vincenzi per www.repubblica.it

 

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“Una puntata d’azzardo, giocata sulla salute pubblica e su quella individuale di chi attendeva, e attende, le mascherine”. Con queste parole il gip di Roma ha definito Antonello Ieffi, arrestato stamattina dal Gico del nucleo di polizia economico finanziaria di Roma, con l’accusa di di turbativa d’asta e inadempimento di contratti di pubbliche forniture.

 

A dare il via alle indagini, una denuncia di Consip con riferimento a una serie di anomalie riscontrate nell’ambito della procedura di una gara, del valore complessivo di oltre 253 milioni di euro, bandita d’urgenza per garantire l’approvvigionamento di dispositivi di protezione individuale e apparecchiature elettromedicali. In particolare, il lotto n. 6, dell’importo di circa 15,8 milioni di euro, relativo alla fornitura di oltre 24 milioni di mascherine chirurgiche, veniva aggiudicato alla Biocrea Società Agricola a Responsabilità Limitata che, con la sottoscrizione dell’accordo quadro, si impegnava, tra l’altro, alla consegna dei primi 3 milioni di mascherine entro 3 giorni dall’ordine.

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Sin dai primi contatti con la stazione appaltante pubblica, finalizzati all’avvio della fornitura, però, Ieffi, che interloquiva per conto dell’impresa sebbene non risultasse nella compagine societaria, lamentava l’esistenza di problematiche organizzative relative al volo di trasferimento della merce, che sarebbe stata già disponibile in un punto di stoccaggio in Cina.

 

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Eppure le mascherine non arrivavano, nonostante fosse già passata la data prevista dal contratto per la prima consegna. Così, in collaborazione con l’agenzia delle Dogane, veniva perquisito il magazzino dove le mascherine sarebbero state bloccate, all’aeroporto cinese di Guangzhou Baiyun: ovviamente non ce n’era traccia.

 

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Non bastasse questo, Biocrea aveva anche una serie di vecchie violazioni tributarie (per 150 milioni di euro) non dichiarate in sede di procedura dalla società che, di converso, aveva invece falsamente attestato l’insussistenza di qualsiasi causa di esclusione . Tale situazione comportava l’esclusione di Biocrea dalla procedura e l’annullamento in autotutela da parte di Consip dell’aggiudicazione.

 

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Ieffi, essendo gravato da precedenti sia giudiziari (seppure non ancora definitivi) che di polizia, che avrebbero potuto inficiare la partecipazione alla gara, ha cercato di dissimulare la riconducibilità a sé della Biocrea, nominando come amministratore, in concomitanza con la pubblicazione del bando, un prestanome, cui ha poi “ceduto” l’intero capitale sociale al prezzo di € 100.000, da corrispondere però tra due anni. Inoltre, le risultanze acquisite hanno dimostrato come la Biocrea, che ha un oggetto sociale del tutto estraneo al settore merceologico relativo alla gara (“coltivazione di fondi, selvicoltura, allevamento di animali e attività connesse”), fosse una “scatola vuota” destrutturata, caratterizzata da un vero e proprio stato di inoperatività, sintomatica della originaria e assoluta inidoneità della stessa, per totale assenza di dipendenti, strutture, mezzi e capitali, a far fronte alle obbligazioni nascenti da un contratto come quello originariamente aggiudicato. Nonostante la palese incapacità operativa e finanziaria della Biocrea, Ieffi ha partecipato all’appalto, accettando il rischio di non essere in grado di adempiere alla fornitura di milioni di mascherine nei tempi brevissimi dettati dallo stato emergenziale in atto, chiaramente indicati nel bando di gara.

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E sebbene il tentativo non sia andato a buon fine, l’indagato si è immediatamente riorganizzato per provare ad aggiudicarsi un altro appalto pubblico, questa volta relativo alla fornitura di guanti, occhiali protettivi, tute di protezione, camici e soluzioni igienizzanti, per un valore complessivo di oltre € 73 milioni di euro, utilizzando altro soggetto giuridico, la Dental Express H24 Srl che, però, era come Biocrea, senza patrimonio ma in più aveva un membro del cda con precedenti.

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Anche in questo caso, all’esito dei controlli, Consip rilevava l’incompatibilità con i requisiti di partecipazione richiesti ed escludeva l’operatore economico dalla procedura. Le investigazioni hanno consentito di accertare che Ieffi, nonostante tale provvedimento, si stesse adoperando per far figurare l’uscita dalla compagine sociale della persona con precedenti in una data antecedente all’indizione della gara, sì da poter ricorrere alla giustizia amministrativa e rientrare in corsa per l’aggiudicazione dell’appalto. Sfruttando la possibilità di depositare presso la Camera di Commercio l’atto di passaggio delle quote entro 30 giorni dalla sottoscrizione, si stava organizzando per predisporre, ora per allora, una retrocessione della partecipazione, sostenendo che sarebbe avvenuta «senza passaggio di denaro, altrimenti avremmo l’obbligo di far vedere anche il transito di denaro», per tornare formalmente in bonis.

 

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E intanto a Roma la corte dei Conti indaga sulle mascherine ordinate dalla Regione Lazio e ancora non consegnate. La procura di viale Mazzini ha aperto un fascicolo sulla transazione tra la Pisana e EcoTech, società italo-cinese che ha ricevuto un anticipo da 11 milioni di euro per portare a Roma 9,5 milioni di dispositivi di protezione. Dalla Regione, che si è tutelata con una polizza assicurativa per evitare eventuali danni, spiegano che l’azienda ha già presentato i documenti che comprovano la disponibilità di 20 milioni di mascherine. Una partita che dovrebbe arrivare a giorni ma su cui ora vigilano anche i pm contabili.

 

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