“L’ASTINENZA È L'UNICO MODO PER TROVARE UNA FORMA DI ESCLUSIVITÀ E RIMANERE INSIEME A VITTORIO” – SABRINA COLLE, DA 23 ANNI LA FIDANZATA “IN BIANCO” DI VITTORIO SGARBI: “ABBIAMO FATTO SESSO SEI O SETTE VOLTE. ERA UNA COSA BUFFA, ANCHE DISARMONICA. LO STOP? HO SOLO FATTO IN MODO CHE SUCCEDESSE. NON POTEVO PIÙ CONCEDERE LA PARTE PIÙ INTIMA DI ME A UNA PERSONA COSÌ PROMISCUA. LA PASSIONE? RICORDO IL CUORE CHE BATTE, MA PENSO CHE TUTTO ABBIA UN'ETÀ…”

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C. Mor. Per il “Corriere della Sera”

 

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Sabrina Colle, Vittorio Sgarbi sostiene che avete fatto sesso l'ultima volta nel 1999, letteralmente nel secolo scorso, è ancora così?

«Ma sì, sono le stupidaggini a effetto che s' inventa lui: gliela facciamo passare. La verità è che stiamo insieme da 23 anni e lo abbiamo fatto solo sei o sette volte. È passato molto tempo e, se dovessi farne un racconto dettagliato, lo dovrei affrontare con uno psicanalista: era una cosa buffa, anche disarmonica».

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E che direbbe allo psicanalista: «buffa e disarmonica» perché?

«Perché io mi sento come la madre col figlio, la sorella col fratello. Lui ha sempre avuto accanto donne più provocanti e sexy di me. Io l'ho conosciuto che ero una ragazzina.

Quando riguardo le foto, dico: guarda che innocenza avevo. Ancora adesso, gli dico: non mi togliere questa innocenza».

 

Lui, coi suoi tradimenti plateali, fa la tipica divisione fra moglie angelicata e amante, madonna e donna?

«L'ha sempre fatta. Si è formato dai Salesiani, rubando i libri proibiti dalla biblioteca, e il suo mito è sempre stato Don Giovanni. Essendo io figlia unica, questa cosa ha fatto comodo anche a me: tutti e due siamo vissuti come eterni figli, abbiamo fatto di tutto per eludere le responsabilità. Infatti, i primi 15 anni sono volati. Gli ultimi sette, scanditi dalla morte di tutti i nostri genitori, ci hanno costretto a diventare via via adulti e sono stati più duri. Per me, molto».

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Vittorio sostiene anche che è stata lei a decidere lo stop al sesso. Come, quando, perché è successo?

«Anche questa è una sua fantasia. Non l'ho deciso, non gliel'ho comunicato, ho solo fatto in modo che succedesse. Non potevo più concedere la parte più intima di me a una persona così promiscua. Dopo pochi mesi, ho scoperto che era un traditore seriale.

Per noi ha funzionato, ma non può essere la regola. Per noi, è stato l'unico modo per trovare una forma di esclusività e rimanere insieme».

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Esclusività nel senso che lei è l'unica che non ci va a letto?

«Vittorio mi riserva la sua grande tenerezza. Ha un modo di essere tenero che mi riporta all'infanzia, a sentirmi leggera come allora. Poi, i suoi sms sono meravigliosi oggi come 23 anni fa. Ha un suo linguaggio criptico. Una volta, gli ho chiesto: perché stai ancora con me? Mi ha guardato con occhi mai così sinceri e mi ha risposto: io non ho mai pensato di lasciarti, perché di te mi fido ciecamente. In tanti anni, mi ha chiamata ogni sera e mi ha sempre trovata. L'unica volta, venti giorni fa, ero stanca e ho dimenticato la suoneria silenziosa. Ha chiamato la polizia: temeva fossi stata uccisa».

 

Lei come ha scoperto le sue infedeltà?

«Le confessava non a me, ma davanti agli altri: la telecamera o il pubblico sono sempre stati la sua debolezza. Dopo, lo prendevo da parte e lui: "Hai capito male, non è che parlassi di me".  Ma a me vengono i nervi quando gli uomini, per sedurre, devono mentire. Noi donne siamo parimenti intelligenti, guadagniamo da sole, viviamo da sole e loro continuano a mentire per portarci a letto? Lo trovo puerile».

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Da qui, il passo indietro?

«Non mi è pesato. Non rinnego la passione: è la cosa più bella che possa capitare. Ricordo il cuore che batte, ma penso che tutto abbia un'età. Quando sei giovane è un diavolo che non dorme mai, ti porta a ire violente, è anarchico, ma è giusto che, crescendo, si raggiunga un compromesso. La mia natura è tanto calma e quieta quanto quella di Vittorio è irruenta, lui ha un bisogno continuo di conquista, io no: sono più sicura di me».

 

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Lei non ha l'ha mai tradito e dunque vive in castità?

«A me tutto quello che piace in un rapporto è quello che c'è prima: con l'atto, cade tutto. Quindi, l'ego mi ha portato a essere la gattamorta per eccellenza. Poi, si figuri se mi concedo... Il massimo è prolungare il corteggiamento allo sfinimento».

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Dunque: mai arrivare al dunque?

«Il dunque mi ha sempre deluso. È stato un elemento di fantasia importante: da adolescente, in Abruzzo, non facevo che leggere libri. A parte i romanzi russi, altri sexy e conturbanti, tipo Il diavolo in corpo di Raymond Radiguet. Pensavo: cosa sarà questa cosa, per cui c'è la guerra e questi due stanno sempre in camera da letto? Ma letteratura e film superano sempre la realtà. Ti dici: tanto casino solo per il senso del proibito. Infatti, oggi che tutto è ammesso, credo che il sesso sia finito. Se ne parla più di quanto se ne faccia».

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