MA CHE SORPRESA: IL REGIME IRANIANO HA CENSURATO I VERI DATI SUL CORONAVIRUS! - NEL PAESE DEGLI AYATOLLAH I MORTI SAREBBERO IL TRIPLO DI QUELLI COMUNICATI DAL GOVERNO E I CONTAGI IL DOPPIO - FINO A METÀ GIUGNO I SERVIZI NON DOVEVANO AMMETTERE PROPRIO L’ESISTENZA DEL COVID NEL PAESE, PER NON TURBARE LE CELEBRAZIONI DELL’ANNIVERSARIO DELLA RIVOLUZIONE. TANT’È CHE KHAMENEI ANDAVA IN GIRO A DIRE CHE ERA TUTTO UN MODO PER SABOTARE LE ELEZIONI…
-Marta Serafini per il “Corriere della Sera”
In Iran il numero delle persone che hanno perso la vita per complicanze legate al coronavirus è tre volte più alto rispetto a quello reso noto dalle autorità di Teheran. A fare luce sulla censura dei dati è l'edizione in lingua persiana della Bbc , secondo la quale i dati trapelati dallo stesso governo riferiscono di almeno 42mila morti con sintomi da Covid-19 al 20 luglio, contro i 14.405 riportati ufficialmente dal ministero della Sanità.
Doppio anche il numero delle persone contagiate: 451.024 contro i 278.827 resi noti. Il primo caso di coronavirus confermato in Iran risale inoltre al 22 gennaio, riferisce la Bbc, quasi un mese prima di quello segnalato dalle autorità. La fonte, il dottor Pouladi - un nome di fantasia - afferma di aver condiviso questi dati con la Bbc per «far luce sulla verità» e «porre fine ai giochi politici» sull'epidemia.
La discrepanza tra i dati ufficiali e il numero di decessi corrisponde anche alla differenza tra il dato ufficiale e i calcoli della mortalità in eccesso fino a metà giugno. «La posizione dei servizi di sicurezza era quella di non ammettere l'esistenza del coronavirus in Iran», ha affermato il dottor Pouladi. «All'inizio non avevano kit per i test e quando li hanno acquistati non sono stati usati abbastanza ampiamente». Nel Paese, l'inizio dell'epidemia è coinciso sia con l'anniversario della rivoluzione islamica del 1979 che con le parlamen-tari. All'inizio l'ayatollah Ali Khamenei, il leader supremo, sosteneva che il coronavirus fosse usato per sabotare le elezioni.