IL MILONE E’ MATURO - IL PROMOTORE DI GIUSTIZIA VATICANO APRE UN’INCHIESTA SULL’ATTIVITA’ DELL’EX REVISORE DEI CONTI, LIBERO MILONE - E GIA’ TRA LE MURA LEONINE SI TEME PER UNA NUOVA FUGA DI DOCUMENTI E RICATTI TRA LE GERARCHIE ECCLESIASTICHE - TRA I DOSSIER CALDI, QUELLO SULLA SANITÀ CATTOLICA E L’OBOLO DI SAN PIETRO - IL RUOLO DELL’EX CAPO DELLA CIA IN ITALIA, GORELICK, ARRUOLATO DA MILONE

-

Condividi questo articolo


Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”

LIBERO MILONE PAPA FRANCESCO BERGOGLIO LIBERO MILONE PAPA FRANCESCO BERGOGLIO

 

È un' inchiesta «conoscitiva» senza indagati quella condotta dall' ufficio del promotore di giustizia sull'attività dell'ex revisore generale dei conti vaticani, Libero Milone. Un fascicolo, aperto ben prima del licenziamento del manager, che potrebbe portare alla luce scenari inediti sullo scontro che si sta consumando Oltretevere. E il timore è che sia cominciato il terzo capitolo Vatileaks, con nuovi documenti segreti che potrebbero essere stati veicolati all' esterno.

 

LIBERO MILONE LIBERO MILONE

O comunque essere materia di nuovi ricatti interni alle gerarchie ecclesiastiche. Tra i dossier finiti sotto osservazione uno riguarderebbe la sanità cattolica, con la possibile dismissione di alcune strutture tra le 650 cliniche e i due ospedali che fanno parte del patrimonio. Un altro conterrebbe informazioni sulla gestione dell' obolo di San Pietro, il fondo che raccoglie gli aiuti economici elargiti dai fedeli al pontefice.

 

Altri ancora potrebbero essere dedicati ad alcune spese, anche personali di prelati, diventate materia di interesse proprio per chi era stato chiamato da papa Francesco ad occuparsi della supervisione di conti e bilanci di tutti gli organismi, uffici e istituzioni della Santa Sede.

Robert Gorelick Robert Gorelick

 

Per comprendere che cosa stia accadendo in questi giorni, bisogna ripartire proprio dal giugno 2015, quando Milone ottiene l'incarico su segnalazione di monsignor Angelo Becciu, sostituto alla Segreteria di Stato. Il mandato gli concede ampi poteri. Secondo alcuni tra i suoi collaboratori c'è anche Robert Gorelick, l'ex capo della Cia in Italia. Appena quattro mesi dopo cominciano però i problemi. A ottobre di quello stesso anno Milone denuncia alla gendarmeria infatti la violazione del suo computer.

 

È l' inizio del secondo capitolo di Vatileakas. Viene disposto il sequestro di numerosi computer proprio per scoprire che cosa possa essere successo. A novembre vengono arrestati monsignor Vallejo Balda e Francesca Chaouqui, entrambi accusati (e poi saranno condannati) di aver veicolato carte segrete della commissione Cosea, creata per analizzare l' attività dei dipartimenti economici vaticani e studiare una razionalizzazione dei compiti. Documenti che in parte vengono poi pubblicati nei libri dei giornalisti Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi.

francesca chaouqui francesca chaouqui

 

Mentre si svolge quel processo, un altro scandalo coinvolge il Vaticano: la ristrutturazione dell' attico dell' ex segretario di Stato Tarcisio Bertone. Mentre l' inchiesta avviata dalla procura di Roma finisce con un' archiviazione, l' indagine interna si conclude con il rinvio a giudizio dell' ex presidente del Bambino Gesù Giuseppe Profiti, e dell' ex tesoriere della Fondazione dell' ospedale pediatrico, Massimo Spina.

 

Per il tribunale vaticano sono stati utilizzati «per fini extraistituzionali 422 mila euro della Fondazione del Bambin Gesù per ristrutturare quell' immobile di proprietà del Governatorato per avvantaggiare l' impresa di Gianantonio Bandera. Reato commesso in Vaticano dal novembre 2013 al maggio 2014».

 

TARCISIO BERTONE TARCISIO BERTONE

In realtà quell' indagine - il processo è tuttora in corso - è servita a confermare i buchi nei bilanci dell' ospedale pediatrico di Roma e di moltissime altre strutture sanitarie, dando vigore allo scontro interno che riguarda proprio la destinazione finale di cliniche e ospedali.

Una battaglia che alla fine avrebbe coinvolto lo stesso Milone, visto che il suo incarico prevedeva anche l' analisi dei conti che riguardano proprio quella parte di patrimonio.

 

La possibilità che uno dei motivi di attrito con le gerarchie vaticane riguardasse la volontà di Milone di sapere in che modo fossero gestiti i fondi dell' obolo era filtrata pochi giorni dopo le sue dimissioni, quando era già apparso con evidenza che quella scelta fosse in realtà l' epilogo di uno scontro durissimo tra il manager e la segreteria di Stato.

 

giuseppe profiti giuseppe profiti

Una contrapposizione confermata dalle durissime accuse mosse ieri a Milone proprio da monsignor Becciu, di aver «spiato» numerosi prelati, lui compreso. L' inchiesta tuttora aperta dovrà dunque chiarire tutti i dubbi che segnano questa vicenda. Anche perché la stessa nota della Santa Sede conferma che Milone non è stato formalmente inquisito a patto che lasciasse l' incarico.

 

Come mai, se si è scoperto che aveva effettuato attività di spionaggio, non si è ritenuto di dover procedere formalmente nei suoi confronti? E il risultato di queste eventuali «ricerche» è stato recuperato? Ieri l' ex revisore ha preferito non controreplicare al comunicato, ma la partita appare tutt' altro che conclusa.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…

DAGOREPORT – PARTITI ITALIANI, PERACOTTARI D'EUROPA - L’ASTENSIONE “COLLETTIVA” SUL PATTO DI STABILITÀ È STATA DETTATA SOLO DALLA PAURA DI PERDERE CONSENSI IL 9 GIUGNO - SE LA MELONA, DOPO IL VOTO, PUNTA A IMPUGNARE UN PATTO CHE E' UN CAPPIO AL COLLO DEL SUO GOVERNO, IL PD DOVEVA COPRIRSI DAL VOTO CONTRARIO DEI 5STELLE – LA DUCETTA CONTINUA IL SUO GIOCO DELLE TRE CARTE PER CONQUISTARE UN POSTO AL SOLE A BRUXELLES. MA TRA I CONSERVATORI EUROPEI STA MONTANDO LA FRONDA PER IL CAMALEONTISMO DI "IO SO' GIORGIA", VEDI LA MANCATA DESIGNAZIONE DI UN CANDIDATO ECR ALLA COMMISSIONE (TANTO PER TENERSI LE MANINE LIBERE) – L’INCAZZATURA DI DOMBROVSKIS CON GENTILONI PER L'ASTENSIONE DEL PD (DITEGLI CHE ELLY VOLEVA VOTARE CONTRO IL PATTO)…