NON BASTAVANO LE ONG: CI SI METTONO ANCHE I POLIZIOTTI - ARRESTATO UN  CAPOSQUADRA DELLA POLIZIA DI FRONTIERA: SI FACEVA PAGARE PER AIUTARE GLI STRANIERI A ENTRARE CLANDESTINAMENTE IN ITALIA, FACENDO SPARIRE LA LORO PRATICA - SI INDAGA PER CAPIRE SE FOSSE APPOGGIATO DA UN'ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE

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Silvia Mancinelli per “il Tempo”

 

ANTONIO SANTORO ANTONIO SANTORO

Forte del suo ruolo, caposquadra di un turno della Polizia di Frontiera, aiutava dietro compenso stranieri di varie nazionalità a entrare nel territorio italiano facendo sparire la pratica. Dopo la denuncia del vigile del fuoco volontario di Vigevano che appiccava incendi per noia, un altro fulmine si abbatte stavolta sul corpo della Polizia di Stato.

 

Antonio Santoro, classe 1959, sottoufficiale della Polizia di Frontiera residente a Ostia e in servizio all' aeroporto di Fiumicino, è stato arrestato sabato per favoreggiamento dell' immigrazione clandestina. Secondo quanto emerso dalle indagini, portate avanti dai colleghi della Polaria, da oltre un anno approfittava del suo ruolo e della sua anzianità per accompagnare all' esterno extracomunitari appena atterrati senza un permesso, senza un nome, un motivo per essere a Roma.

 

Con il rischio di portare a braccetto al di fuori dello scalo Leonardo Da Vinci, dove prestava servizio, possibili terroristi messi su un volo da qualche organizzazione criminale e lasciati entrare senza problemi nella Capitale indicata come obiettivo. Proprio con la complicità di chi avrebbe dovuto stanarli e arrestarli.

POLIZIA DI FRONTIERA POLIZIA DI FRONTIERA

 

A far scattare le indagini sono state proprio diverse segnalazioni interne a seguito di inspiegabili "sparizioni" dagli uffici di controllo della Polizia dove gli stranieri, una volta arrivati in aeroporto, venivano intercettati, probabilmente su segnalazione, e portati personalmente fuori dallo scalo.

 

Un gioco da ragazzi per un sottufficiale capoturno: bastava individuare la persona precedentemente indicata e portarla all' esterno, confondendosi tra la folla o inventando chissà quali ragioni, dal bisogno di andare in bagno o di fare una telefonata. Una volta in strada, dove il clandestino poteva dileguarsi fuggendo nelle campagne circostanti, faceva sparire la pratica e ogni possibile traccia del suo passaggio nello scalo romano. Le indagini portate avanti per diversi mesi dalla Polizia giudiziaria della Polaria di Fiumicino hanno portato all' arresto del sottufficiale con l' accusa di favoreggiamento all' immigrazione clandestina e alla reclusione, a pochi anni dalla pensione, nel carcere di Rebibbia.

POLIZIA DI FRONTIERA POLIZIA DI FRONTIERA

 

L' ipotesi al vaglio degli inqui renti è che il poliziotto possa essersi appoggiato a un' organizzazione internazionale che gli indicava i soggetti da prelevare e lo pagava per il servizio. Non è stato specificato il numero di immigrati fatti passare per Fiumicino dal sottufficiale, ma in oltre un anno ne sarebbero entrati «diversi» e senza la complicità di altri colleghi. Credeva di non essere scoperto, certo che nessuno avrebbe notato i movimenti dall' ufficio di controllo.

 

Si sbagliava e le telecamere di videosorveglianza sistemate all' occasione lo avrebbero incastrato facendo scattare le manette. Sgomento e amarezza tra i colleghi dell' uomo, che lo descrivono come «un ottimo poliziotto», «uno che allo Sco ha arrestato una marea di corrieri di droga». E poi? Cosa è successo a un sottufficiale con quasi 40 anni di Polizia alle spalle? Uno che ci credeva, che aveva preso parte all' associazione "All Cops Are Heroes", sposato e padre di un ragazzo di 17 anni? «Soldi», risponde chi lo conosce. «Tanti soldi, quelli rendono stupidi».

 

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