I NUOVI MALATI DI CASINÒ? I CINESI - A MILANO ORGANIZZANO GITE IN BUS PER ANDARE A GIOCARE A CAMPIONE D’ITALIA - SONO I NUOVI (RICCHI) CLIENTI DELLE CASE DA GIOCO APPENA FUORI DELLA LOMBARDIA - I GESTORI LI COCCOLANO CON FESTE A TEMA, HAPPY HOUR CON INVOLTINI PRIMAVERA E RISO ALLA CANTONESE, ACCOMPAGNATRICI IN LINGUA MADRE: "IN POCHI ANNI SONO PIÙ CHE DECUPLICATI"

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Michele Sasso per La Stampa

 

CINESI AL CASINO CINESI AL CASINO

Ore 13, cimitero Monumentale di Milano. C'è afa e il caldo di agosto fa salire la febbre per il gioco d' azzardo. Un centinaio di uomini e donne cinesi aspettano un autobus che li porterà nei casinò di Campione d'Italia e Mendrisio, ad appena un' ora di strada.

Parte dal cuore della Chinatown milanese il viaggio del signor Cheng: «Gioco tutto: slot machine, roulette e Punto banco.  Preferisco Campione perché è grande, bello e vicino».

 

A bordo una hostess che parla la sua lingua (il dialetto della regione di Wenzhou, nel Sud-Est della Cina). Si chiama Francesca ed è bilingue: «Per la nostra comunità è un modo per trascorrere il tempo. A noi piace tantissimo il gioco e giocare con i soldi».

L'hostess starà con loro tutto il giorno: dall' ingresso al desk per le tessere-fedeltà in mandarino, durante la cena al ristorante compreso nel pacchetto, durante il viaggio di ritorno alle 10 di sera.

 

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Ogni anno nell'enclave italiana in Svizzera arrivano più di 700 mila giocatori per tentare la fortuna a slot machine, poker e roulette. L' ottanta per cento sono italiani, ma la comunità milanese e lombarda del signor Cheng è l' ultima frontiera per aprirsi a nuovi mercati.

Il più grande casinò d'Europa ha segnato la strada per conquistare nuovi target di clienti che arrivano sul lago di Lugano grazie a pacchetti e offerte tutto compreso.

 

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L'obiettivo è rialzare la testa in un settore che segna il passo a causa della concorrenza del gioco online e delle macchinette mangiasoldi presenti in ogni bar. Per farli arrivare fino a qui hanno investito tutto sulla comunicazione: feste a tema, happy hour con involtini primavera e riso alla cantonese, accompagnatrici in lingua madre, delegazioni in visita dalla provincia dello Shanxi e soprattutto la sponsorizzazione di un reality.

 

Il «Loren fashion show» è una selezione di modelle di Pechino che gareggiano per sfilare durante la settimana della moda di Milano. Trasmesso sulle tv della Repubblica Popolare, ha fatto conoscere anche alla comunità che vive in Europa le bellezze dell' enclave comasca, dove nella serata finale è stata incoronata la regina del concorso che somiglia tanto al nostrano «Veline». E i risultati sono arrivati: lo scorso febbraio per l' appuntamento clou del capodanno cinese sono arrivati in 2 mila nel salone delle feste per cena, karaoke, danze e tante scommesse.

 

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«In pochi anni - spiegano dalla casa da gioco di Campione - siamo saliti da una quota misera di cinquemila giocatori cinesi ad oltre 60 mila». Ogni anno macinano un più 7 per cento di ingressi. Se nell' ex Impero Celeste il gioco d' azzardo è vietato e gli appassionati devono andare nei scintillanti casinò di Macao, qui basta aspettare un passaggio gratis.

 

Tutti i giorni partono tre corse: alle 11 del mattino per i giocatori italiani e due nel pomeriggio per quelli cinesi. Negli anni passati c' era la concorrenza anche di Lugano e Saint Vincent in Val D' Aosta ma ora hanno abbandonato. La filosofia è quella dei voli low-cost, senza fronzoli: l' autista apre le porte, coda ordinata e in pochi minuti si parte. Senza pronunciare una parola d' italiano.

 

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Alle 14,30 i primi arrivati sono già davanti al croupier del Punto banco, il gioco più gettonato per la sua semplicità (una sorta di Baccarà con 6 mazzi di carte) e la percentuale più alta di vincita. Qui il segno dei tempi si vede anche nel tavolo verde in italiano e con gli ideogrammi asiatici. Qualcuno saltella tra i due tavoli per non perdersi nemmeno una puntata.

 

«Vengo 3-4 volte al mese», spiega il 26enne Xiong: «Le mie vacanze le passo qui. Ora non gioco molto ma in passato quando avevo più soldi scommettevo forte». I rotoli di biglietti da 50 e 100 euro escono da tasche e borse. Il limite per tutti del cambio in contanti è di tremila euro. Oltre questa soglia è obbligatoria la carta di credito che non ha nessun limite di puntata. Ma i cinesi adorano il frusciare delle banconote. Due anni fa tre di loro che viaggiavano in pullman sono stati arrestati per usura.

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Portavano 50 mila euro da prestare, con tassi dal 10 al 100 per cento, ai loro connazionali. Dopo otto ore al casinò, cena rigorosamente made in China e centinaia di fiches passate di mano, si riparte per Milano. Qualcuno di loro domani farà ancora lo stesso identico viaggio.

 

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