OCCHI APERTI SULLA LIBIA: E' LA NUOVA TANA DEI TERRORISTI - CATTURATO A DERNA L'AUTISTA DI BIN LADEN, ABU SUFIAN BIN QUMU: È LA MENTE DELL'ASSALTO AL CONSOLATO USA DI BENGASI NEL 2012, DOVE MORIRONO QUATTRO AMERICANI, TRA CUI L'AMBASCIATORE CHRIS STEVENS - E’ STATO STANATO DAGLI UOMINI DEL GENERALE HAFTAR, DURANTE UN’AZIONE MILITARE 

-

Condividi questo articolo


Francesca Semprini per “la Stampa”

 

Abu Sufian bin Qumu Abu Sufian bin Qumu

Autista di Osama bin Laden, foreign fighter in Afghanistan, prigioniero a Guantanamo e ideatore dell' attacco di Bengasi in cui è morto l' ambasciatore americano Christopher Stevens. È un «romanzo terrorista» la vita di Abu Sufian bin Qumu, esponente di spicco del radicalismo islamico libico di indiscussa fama internazionale. E da qualche giorno prigioniero di Khalifa Haftar.

 

Sono state le forze del generale a stanarlo durante un' azione militare a Derna, dove da settimane è in corso l'offensiva dell'Esercito nazionale libico per liberare la città da quelle che vengono definite forze islamiste affiliate ad ambienti terroristici. La notizia è giunta per voce di «una fonte militare di alto livello», secondo cui Bin Qumu è stato catturato durante uno scontro a fuoco: è rimasto asserragliato in un'abitazione con altri combattenti sino a quando ha dato fondo alle scorte di munizioni.

 

bin laden bin laden

L'ascesa con Al Qaeda Il 26 giugno compirà 59 anni, molti dei quali trascorsi a rincorrere la guerra santa in giro per il mondo: negli anni Ottanta è in Afghanistan contro i sovietici, e dopo un breve ritorno in Libia dove gravita negli ambienti radicali anti-regime, viene assunto per guidare i camion di Wadi Al-'Aqiq, una delle società di bin Laden a Suba, in Sudan.

 

Si instaura presto un rapporto di fiducia con il fondatore di al Qaeda che in quel periodo, tra il 1991 e il 1996, è molto attivo in Africa. Diventa il suo autista personale, il fidato scudiero che ritroverà in Afghanistan, dopo una militanza di passaggio con il Libyan Islamic Fighting Group.

 

DA GUANTANAMO ALLA LIBIA

Abu Sufian bin Qumu Abu Sufian bin Qumu

Nel 1998, infatti, si unisce ai taleban e frequenta Torkham Camp, uno dei campi di addestramento de «La Base».  Per diversi anni si muove tra Libia, in particolare la sua città natale Derna, la più islamista del Paese, e l'Afghanistan, dove combatte con i qaedisti, sempre fedele a Bin Laden.

 

Sino a quando viene catturato dagli americani e imprigionato a Guantanamo dove rimane alcuni anni. Viene estradato in Libia nel 2007 e prosegue la sua detenzione nel carcere di massima sicurezza di Abu Salim, sino a quando un' amnistia nel 2010 lo rende un uomo libero. All' inizio della primavera araba torna in carcere ma evade con alcuni sodali per far ritorno a Derna.

 

isis libia bengasi isis libia bengasi

In prigione pone le basi per la formazione di un gruppo salafita chiamato «Ansar al Sharia», che ha diramazioni in Tunisia e in Italia attraverso Moez Fezzan, nome di battaglia Abu Nassim, anche lui un ex di Guantanamo estradato in Italia e quindi rilasciato. Anche lui tra i fondatori di Ansar prima di diventare reclutatore dell'Isis in Italia. La stessa sigla che rivendica l' attentato al consolato statunitense di Bengasi dove, l' 11 settembre 2012, muoiono quattro americani, tra cui l' ambasciatore Stevens.

 

chris stevens e i militari morti durante l attacco al consolato di bengasi chris stevens e i militari morti durante l attacco al consolato di bengasi

LEADER DEL TERRORISMO

In una testimonianza al Senato del 19 settembre, il direttore del National Counterterrorism Center Matt Olsen indica in Abu Sufian bin Qumu, la mente dell'attacco. E' sicuramente un pezzo da Novanta dell' internazionale jihadista, come spiega a La Stampa Noman M. Benotman, ex capo di Libyan Islamic Fighting Group in cui aveva militato Bin Qumu, con cui si ritrovò in Afghanistan per combattere al fianco di Osama bin Laden.

BENGASI BENGASI

 

«Il movimento di resistenza rappresentato dai mujahedeeen afghani aveva creato una sorta di chiamata nel mondo arabo e nel mondo islamico per sostenere la causa - racconta -.

Era come se sentissimo che il mondo arabo, dopo anni di oppressione, era pronto per una grande mobilitazione. Così siamo partiti».

 

BENGASI BENGASI

Le loro vite hanno preso percorsi diversi, Benotman si è dissociato da Al Qaeda perché non condivideva il piano di attacco dell' 11 settembre 2001. Oggi è direttore di Quilliam, osservatorio londinese, e ha avviato il primo programma al mondo di riabilitazione per terroristi, Eurad, assieme all' italiano Sergio Bianchi, direttore di Agenfor International. Bin Qumu è divenuto un feroce terrorista, il cui arresto rischia di smentire la propaganda che vorrebbe attivi a Derna solo oppositori di Haftar, confermando la presenza in città anche di terroristi.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING... 

FLASH! - FACILE FARE I PATRIOTI CON LE CHIAPPE ALTRUI – INDOVINATE CHE AUTO GUIDA ADOLFO URSO, IL MINISTRO CHE PER DIFENDERE L'ITALIANITÀ HA “COSTRETTO” ALFA ROMEO A CAMBIARE NOME DA “MILANO” A “JUNIOR”? UN PRODOTTO DELL’INDUSTRIA MADE IN ITALY? MACCHÉ: NELLA SUA DICHIARAZIONE PATRIMONIALE, SPUNTANO UNA VOLKSWAGEN T-CROSS E UNA MENO RECENTE (MA SOSTENIBILE) TOYOTA DI INIZIO MILLENNIO. VEDIAMO IL LATO POSITIVO: ALMENO NON SONO DEL MARCHIO CINESE DONFGENG, A CUI VUOLE SPALANCARE LE PORTE...

DAGOREPORT – ANCHE I DRAGHI, OGNI TANTO, COMMETTONO UN ERRORE. SBAGLIÒ NEL 2022 CON LA CIECA CORSA AL COLLE, E SBAGLIA OGGI A DARE FIN TROPPO ADITO, CON LE USCITE PUBBLICHE, ALLE CONTINUE VOCI CHE LO DANNO IN CORSA PER LA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA - CHIAMATO DA URSULA PER REALIZZARE UN DOSSIER SULLA COMPETITIVITÀ DELL’UNIONE EUROPEA, IL COMPITO DI ILLUSTRARLO TOCCAVA A LEI. “MARIOPIO” INVECE NON HA RESISTITO ALLE SIRENE DEI MEDIA, CHE TANTO LO INCENSANO, ED È SALITO IN CATTEDRA SQUADERNANDO I DIFETTI DELL’UNIONE E LE NECESSARIE RIFORME, OFFRENDOSI COME L'UOMO SALVA-EUROPA - UN GRAVE ERRORE DI OPPORTUNITÀ POLITICA (LO STESSO MACRON NON L’HA PRESA BENE) - IL DESTINO DI DRAGHI È NELLE MANI DI MACRON, SCHOLZ E TUSK. SE DOPO IL 9 GIUGNO...