PASSA ALLA CASSA - A PADOVA SI E’ REGISTRATO IL PRIMO CASO DI "DIVORZIO MAROCCHINO" RICONOSCIUTO IN ITALIA - APPLICATE LE REGOLE PREVISTE DAL PAESE D'ORIGINE DEGLI EX CONIUGI: LO SPOSO DOVRA’ VERSARE UN “DONO DI CONSOLAZIONE” DA 2.000 EURO (CIFRA CHE CAMBIA IN BASE A QUANTO SONO DURATE LE NOZZE) 

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Da huffingtonpost.it

 

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Il tribunale di Padova ha riconosciuto per la prima volta in Italia il pagamento del sadaq (dono di matrimonio) e di quello "di consolazione", applicando per una coppia che si era rivolta ai giudici per sciogliere l'unione le regole del divorzio previste in Marocco, il Paese di origine delle due famiglie, che non prevede la fase della separazione.

 

Protagonisti sono due giovani poco più che ventenni: lui è arrivato in Italia quando era bambino, lei è nata sul suolo italiano da genitori immigrati dal Marocco e ha la doppia cittadinanza. Si sono sposati nel 2014 ma l'unione, come riporta il Corriere del Veneto, è naufragata in breve tempo. I due, assistiti dagli avvocati Ghita Marziano e Barbara Gerardo, hanno chiesto ai giudici di applicare per il divorzio le regole del Paese di origine.

 

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Il Mudawwana, l'ordinamento del Marocco che regola il diritto di famiglia, prevede in divorzio immediato con una serie di prescrizioni. Il collegio padovano ha accolto la richiesta applicando un articolo del regolamento europeo che contempla che "i coniugi possano designare di comune accordo la legge applicabile al divorzio e alla separazione personale purchè si tratti della legge dello Stato di cui uno dei coniugi ha la cittadinanza al momento della conclusione dell'accordo".

 

Non è la prima volta che un tribunale italiano sancisce il divorzio immediato per mutuo consenso di una coppia straniera: la novità sta nel fatto che in questo caso i giudici hanno esteso l'applicazione della legge marocchina anche ai rapporti patrimoniali.

 

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Così nella sentenza è stato riconosciuto il pagamento da parte del giovane di duemila euro, somma che comprende sia il dono nuziale che quello di consolazione, che viene determinato in base alla durata del matrimonio e alla situazione finanziaria del coniuge.

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