"MC MAFIA", LA GOMORRA INGLESE - UNA SERIE TV RACCONTA COME LA CITY DI LONDRA SIA DIVENUTA IL PARCO GIOCHI DEGLI OLIGARCHI RUSSI E DELLA MAFIA RUSSA-ISREALIANA - LA PROTESTA DELL'AMBASCIATA DI MOSCA VIA TWITTER - OGGI I VERI CRIMINALI NON STANNO IN CARCERE MA SIEDONO NEI CDA DELLE SOCIETÀ, ANCHE DI QUELLE PIÙ SOFISTICATE

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Luigi Ippolito per il "Corriere della Sera"

 

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Noi abbiamo «Gomorra», gli inglesi hanno la «McMafia»: la criminalità russa che avviluppa nei suoi tentacoli Londra e la sua City, la cittadella finanziaria. Anche qui a far discutere c' è una serie televisiva tratta da un libro-inchiesta: solo che al posto delle Vele di Scampia ci sono i porticati di lusso di Kensington e Belgravia.

 

Il caso televisivo britannico di inizio d' anno è un cocktail di finanza internazionale, sesso e violenza estrema che ha già provocato più di una querelle politica e diplomatica: ma che soprattutto ha costretto gli inglesi a guardare dentro il lato oscuro del luccichio della swinging London .

 

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«McMafia» è il serial della Bbc basato sull' omonimo libro del giornalista investigativo Misha Glenny, che aveva messo a nudo le trame del crimine organizzato globale. Lo sceneggiato racconta le vicende di Alex Goodman, il figlio di un oligarca russo in esilio a Londra che ha studiato nelle migliori scuole private, parla con accento posh ed è diventato parte dell 'establishment britannico: all' inizio della serie lo si vede condurre una vita dorata alla guida del suo fondo d' investimento, affiancato dalla fidanzata inglese, anche lei una banchiera d' alto livello.

 

Ma presto il passato si presenta a chiedere il conto nella persona del padre, un uomo d' affari russo che ha fatto la sua fortuna negli anni del capitalismo criminale della Mosca degli anni Novanta: e che finisce per coinvolgere il figlio, all' inizio riluttante, in un gioco mortale che vede protagonisti mafiosi di tutto il mondo. Come ha detto uno degli ideatori, Hossein Amini, siamo di fronte a «un trattato sulla globalizzazione camuffato da thriller». E l' interesse degli autori è soprattutto mostrare una realtà in cui «il mondo aziendale è diventato criminale e il crimine è diventato azienda».

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«McMafia» mette a nudo la Londra trasformata in parco giochi degli oligarchi russi, che grazie ai servizi legali e finanziari della City hanno potuto conquistare rispettabilità e riciclarsi come uomini d' affari internazionali: salvo poi venire trovati misteriosamente impiccati in casa, come accaduto nel 2013 a Boris Berezovskij, già padrino di Roman Abramovich, o collassare durante una corsa vomitando una strana bile verdastra, come capitato nel 2012 ad Alexander Perepilichnyy, che stava aiutando un' inchiesta sul riciclaggio di capitali.

 

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Un gioco di specchi tra fiction e realtà che ha allarmato il Cremlino, tanto che l' ambasciata russa a Londra ha accusato la Bbc via Twitter di «diffondere cliché» e ha sostenuto che i criminali russi nelle carceri britanniche sono meno di dieci. Cifra in realtà falsa (ennesima fake news ), anche se il punto dello sceneggiato è proprio che i «mcmafiosi» non siedono in prigione ma nei consigli d' amministrazione. Più sottilmente, il quotidiano londinese Evening Standard, di proprietà del miliardario russo Aleksandr Lebedev, ha pubblicato un lungo commento in cui metteva in guardia dal criminalizzare tutta la Russia sulla scorta della serie tv.

 

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E un' altra accusa piovuta sulla Bbc è di alimentare l' antisemitismo: i criminali raffigurati sono quasi tutti di origine ebraica e sono in combutta con la mafia russo-israeliana, agganciata ai politici dello Stato ebraico. Una delle scene più atroci della serie vede una ragazza vittima del traffico di esseri umani gambizzata nel deserto del Negev e lasciata morire fra le sabbie.

 

Il libro «McMafia» era uscito dieci anni fa, ma l' autore sostiene che lo sceneggiato è più che mai attuale: perché oggi «la relazione fra politici corrotti, servizi segreti e crimine organizzato ha affondato i denti anche nelle società più sofisticate».

 

 

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