SALVATE ROMA DAI NUOVI BARBARI – BIVACCHI A TRINITA’ DEI MONTI, TURISTI CHE DORMONO E DISGRAZIATI CHE NUOTANO NUDI DENTRO FONTANA DI TREVI, I CONTINUI ATTI DI VANDALISMO AL COLOSSEO: LA RAGGI RIVOLGA SUL WEB (COSÌ AMATO DAL MOVIMENTO 5 STELLE) UN APPELLO AI TURISTI... - VIDEO

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FONTANA DI TREVI FONTANA DI TREVI

 

Paolo Conti per il Corriere della Sera - Roma

 

Scrive nel suo recentissimo saggio Laterza «La forza del contesto» il grande archeologo Andrea Carandini: «Qualsiasi intervento irresponsabile e incongruo sfigura in un attimo qualsivoglia millenario contesto, trasformando significati e bellezze in deprimente disordine».

 

Ha ragione Carandini. Nell’inquietante viaggio fotografico che il Corriere della Sera propone ai lettori, Roma vede stravolti i significati dei suoi beni urbanistico-monumentali (avviliti a veri e propri parchi-giochi) e deturpate le Bellezze che regalano il titolo ai film da Oscar.

 

Prendiamo Trinità dei Monti e la sua scalinata, uscita appena il 22 settembre 2016 (modici sette mesi) da un accuratissimo e paziente restauro, peraltro finanziato non da fondi pubblici ma da una mano privata (la Maison Bulgari, che sborsò un milione e mezzo di euro).

 

FONTANA DI TREVI FONTANA DI TREVI

L’intervento fu davvero da manuale, volutamente eseguito sotto gli occhi dei passanti grazie a una recinzione trasparente in plexiglas: per dieci mesi, anche nelle ore estive più calde, una squadra di restauratrici professioniste lavorò metro per metro, togliendo a mano, anche a colpi di pinzette, i residui di gomma americana sui 136 gradini in travertino voluti nel 1726 dall’architetto Francesco De Sanctis. E poi macchie di caffè, di vino, di altri segni dell’incivile disprezzo con cui può essere maltrattato un tesoro unico al mondo. Per l’inaugurazione venne mobilitata la tradizionale Grancassa de Noantri.

 

nuota nudo nella fontana di trevi 6 nuota nudo nella fontana di trevi 6

Perché Roma (indipendentemente dalle maggioranze capitoline al potere) è imbattibile nel taglio del nastro, nel rito della riapertura, nella retorica della «Riconsegna alla Città» (espressione ascoltata in centinaia di occasioni). Anche stavolta è andata così, con la cerimonia ritrasmessa dalle tv e dai siti di mezzo mondo: grande serata di inaugurazione, fuochi di artificio, l’orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia diretta dal Maestro Antonio Pappano, applausi sotto le stelle. Promesse esplicite e solenni della sindaca Virginia Raggi che nessun bivacco sarebbe stato in futuro tollerato.

 

Timidamente (ma concretamente) Gianni Battistoni, presidente dell’Associazione via Condotti, propose strumenti più tangibili di salvaguardia: una cancellata notturna, o un sistema di dissuasori. L’assessore alla Cultura del Campidoglio replicò perentorio e severo: «Non abbiamo intenzione di porre nessuna cancellata, aumenteremo i controlli e la sorveglianza per preservare il restauro appena terminato».

 

Ed eccoci qui, fine aprile 2017: passata l’inaugurazione, spenti i fuochi artificiali, tornati a casa gli orchestrali e Pappano, sono riapparsi i turisti armati di spaghetti (tecnicamente si può parlare di bivacco o è un’espressione retrograda o reazionaria?). Giustamente non ci sono cancellate.

 

Ma nemmeno divieti né pubblici ufficiali, a giudicare dalle immagini che, nella loro oggettività, non sono ideologiche, quindi né pro o contro la giunta Raggi: la spaghettata (una carbonara, a giudicare dal colore giallastro che si intravede dalla plastica), i panini, i contenitori di frutta tagliata, le bibite in lattina. E’ tutto permesso, siamo a Roma, città che abbraccia il Mondo. Soprattutto quando c’è un magnifico sole. A togliere le nuove macchie, beh, provvederà il prossimo restauro. Antropologicamente interessante il fenomeno delle famigliole a cavallo dei leoni marmorei in stile egizio dei Valadier.

 

FONTANA DI TREVI FONTANA DI TREVI

Per fortuna, lì ci sono i carabinieri (e non potrebbero non esserci, in piazza del Popolo c’è il Comando della Legione Regione Lazio) che fermano il contemporaneo pater familias e lo multano, poco dopo le gioiose foto di gruppo. C’è da chiedersi cosa possano insegnare questi genitori ai propri figli. Quale idea di bene pubblico possano coltivare e trasmettere. E soprattutto cosa li spinga a trasformare un monumento (perché di questo si tratta, e non c’è bisogno di studi storico-artistici per comprenderlo ma di banale buonsenso) in un luna park della prima metà dell’800.

 

Sarebbe troppo facile tirare in ballo il dissennato tramonto, nella scuola pubblica, dell’insegnamento della storia dell’arte: ma è anche verissimo che senza conoscenza è difficile soppesare un valore. E se questi importanti strumenti vengono sottratti (per colpa di riforme «semplificatrici» di diversi governi e maggioranze) a chi poi dovrebbe in futuro rispettare ciò che non studia – e non «capisce» - più, tutto diventa difficile. E ingovernabile. In quanto a Fontana di Trevi, risale a pochissimi giorni fa il gesto esibizionista di un disgraziato di passaggio che, nudo come un verme, si è messo a nuotare (stile rana, come testimoniano i filmati amatoriali) da una sponda all’altra del capolavoro.

 

TRINITA' DEI MONTI DEGRADO TRINITA' DEI MONTI DEGRADO

Mani di un pietoso vigile lo hanno ricoperto con un accappatoio e condotto via. Ancora più pietoso il vigile che lascia tranquilli i bivaccatori ritratti nel reportage: anche qui gelati, panini, bibite, scalate sulle false rocce che circondano il Dio Oceano e i suoi cavalli alati. Signore che si inerpicano per indimenticabili istantanee, addirittura un turista affranto dalle passeggiate che si concede un meritato riposo tra gli scrosci della Mostra dell’Acqua Vergine. Superfluo ricordare che, anche in questo caso, il ritrovato splendore lo si deve a un’altra mano privata (stavolta Fendi).

 

Recentemente, in un’intervista al nostro giornale, il ministro per i Beni e le attività culturali, Dario Franceschini, ha affrontato un tema complicato: la possibile introduzione di sistemi per limitare gli ingressi pedonali nelle aree più sottoposte a una pressione turistica. Ha indicato proprio l’esempio di Fontana di Trevi, così come di piazza san Marco a Venezia o di Ponte Vecchio a Firenze.

TRINITA' DEI MONTI DEGRADO TRINITA' DEI MONTI DEGRADO

 

A Dubrovnik funziona una telecamera contaturisti che fa scattare un semaforo rosso pedonale quando si supera quota 8.000 persone nell’area antica recintata dalle mura. Non sappiamo se sia quella una possibile strada per arrivare a una minore pressione umana sul centro storico di Roma. Una cosa è sicura: il dilagare del mordi e fuggi, del turismo fatto di pullman che approdano per poche ore e ripartono sta non solo trasfigurando Roma ma la sta anche sfigurando.

 

TRINITA' DEI MONTI DEGRADO TRINITA' DEI MONTI DEGRADO

E occorrerà pure individuare un’arma per impedire che la crescita esponenziale del turismo in arrivo dal mondo, desideroso di riversarsi nel triangolo Roma-Venezia-Firenze, possa veramente travolgere il centro della nostra città e i suoi irripetibili beni. Molti segnali sono spaventosi, per esempio i continui atti di vandalismo al Colosseo. Nessuno vuole una Roma per Happy Few, per pochi fortunati. Non è assolutamente questo il punto. Ma urge individuare una via d’uscita dalla situazione che stiamo documentando. Con tutta probabilità, un coordinamento più efficace e continuo tra i vigili urbani e le diverse forze dell’ordine (dai carabinieri alla polizia) potrebbe produrre un sistema di controllo meno estemporaneo e più sicuro. Ma occorre una ferrea volontà politica parallela, dal Campidoglio agli interlocutori del governo.

 

venditori di rose a trinita dei monti (1) venditori di rose a trinita dei monti (1)

Virginia Raggi ci ha dimostrato di padroneggiare magnificamente l’inglese e lo spagnolo. Potrebbe benissimo, perché no, rivolgere sul web (così amato dal Movimento 5 Stelle) un appello al turismo in arrivo perché rispetti questa città, non la deturpi, non la «usi» come un qualsiasi parco divertimenti, la ammiri. E alla fine la ami come merita. Continuare a subire uno scempio di massa senza intervenire (con un piano degno di questo nome) significa condannare la città a un lento sgretolamento che nessun restauro milionario, nemmeno il più paziente e avanguardistico, potrà mai più sanare.

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