SAPORE DI CLORO - A MILANO I “BAGNI DI DIANA” FURONO LA PRIMA PISCINA PUBBLICA AL MONDO (DONNE NON AMMESSE) - POI ARRIVARONO LE STRUTTURE FASCISTE E L’EPOCA DELLE COLONIE ESTIVE - E OGGI? QUESTI RITROVI ESTIVI FANNO IL BOOM TRA BELLIMBUSTI TUTUATI, APERITIVI E AQUAGYM…

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Giacomo Papi per il Venerdì – la Repubblica

 

la carica dei mille in piscina la carica dei mille in piscina

Le piscine a Milano sono la traccia dell’acqua invisibile che continua a scorrere sotto le strade. Le più grandi e grandiose furono costruite dal fascismo come un risarcimento implicito per la scomparsa dei navigli che venivano coperti negli stessi anni. C’entrava il culto del corpo di Mussolini, certo, e l’invenzione del tempo libero, ma i milanesi l’acqua avevano incominciato a cercarla almeno un secolo prima. Il 9 luglio 1842 furono inaugurati i Bagni di Diana, una delle prime piscine pubbliche del mondo, una vasca lunga 100 metri e larga 25 riempita dal Seveso attraverso la Roggia Gerenzana dei marchesi Brivio Sforza, che ancora oggi scorre sotto l’area dove la piscina sorgeva. Oltre alle fotografie di allora, dei Bagni di Diana esiste un breve film girato nel 1896 per conto dei fratelli Lumière, il numero 227 del catalogo.

 

lotta di gelatina nella piscina lotta di gelatina nella piscina

Nel 1886 l’accesso era stato consentito anche alle donne, in orari particolari. Nel 1908 la piscina fu coperta per far posto a un Kursaal con teatro, caffè e albergo dove Mussolini a volte incontrava il questore (e per questo, il 23 marzo 1921 gli anarchici fecero esplodere 160 candelotti, uccidendo 21 persone). L’albergo Diana è ancora al suo posto, in viale Piave, ha un giardino interno e Porsche all’esterno, in doppia e tripla fila, ma la piscina era molto più grande. «Milano è una città che nuota da sempre», dice Paola Vercelli, che dirige tre delle piscine più importanti della città, la Bacone, la Cozzi e la Romano, le ultime due in perfetto stile fascista. «Direi che la svolta è incominciata negli anni Novanta con il fitness acquatico» dice ancora Paola Vercelli, «prima c’era soprattutto il nuoto tecnico, ma era abbastanza di nicchia».

 

BAGNI DI DIANA A MILANO BAGNI DI DIANA A MILANO

Nel corso del 2016 le diciannove piscine gestite da Milano Sport per conto del Comune hanno staccato quasi due milioni di biglietti (7 euro l’intero), uno per ogni milanese. Le piscine sono aperte 363 giorni all’anno, ma il fenomeno esplode d’estate. Dal 2 giugno gli accessi sono stati 230 mila, 4500 al giorno, 40 mila in più rispetto al 2016. Il tempo (migliore) e il caldo (peggiore) hanno inciso, ma è evidente che si tratta di un fenomeno di massa, che in parte riporta a epoche anteriori. I maschi barbuti e baffuti in costume a righe fotografati nell’Ottocento ai Bagni di Diana assomigliano agli hipster di oggi. L’effetto è straniante.

 

Sono cambiate le facce e i corpi – le schiene e i polpacci si sono ricoperti di tatuaggi e i costumi sono diventati più piccoli, ci sono molti stranieri, anziani che fanno acquagym e ragazzi in città dopo la fine della scuola, si riconoscono anche piccole comunità indipendenti, gay, culturisti, studenti – ma a contenere queste trasformazioni sono ancora edifici fascisti, che seguendo i dettami del Duce tentarono di rendere vigorosi ma docili i corpi dei sudditi. La piscina più frequentata in assoluto è intitolata a Guido Romano, «medaglia al valor militare ginnasta olimpionico, campione di tuffi, caduto sull’altipiano di Asiago il 18 giugno 1916», a 29 anni.

 

PISCINA COMUNALE PISCINA COMUNALE

La più frequentata d’inverno – perché coperta, fa mille ingressi al giorno – è dedicata a Roberto Cozzi, morto da eroe il 29 giugno 1918 nella Battaglia dei Tre Monti. Erano strutture avveniristiche, ma sono impressionanti tuttora. La Cozzi – progetto gemello del Foro Italico di Roma – aveva perfino il tetto apribile per trasformarsi d’estate in piscina all’aperto. Romano e Cozzi furono inaugurate nel 1929 e nel 1934 su progetti di Luigi Secchi, ingegnere che nel 1929 firmò anche la piscina Caimi (Giuseppe Polidoro Caimi, tenente degli alpini, schermidore, centrocampista dell’Inter), che oggi si chiama Bagni Misteriosi ed è gestita dal Teatro Franco Parenti, l’unico teatro del mondo con piscina pubblica annessa. Sono strutture grandiose, costruite in un’epoca che concepiva il corpo delle masse – lo teorizzò il sociologo Sigfried Kracauer – come un ornamento del potere. La Romano ha una vasca di quattromila metri quadrati, 100 metri per 40, come quattro piscine olimpioniche.

PISCINA COMUNALE 2 PISCINA COMUNALE 2

 

Nella sala all’entrata, in via Ampère, in zona Città Studi, c’è una rete rettangolare dove sono allineati migliaia di stand per gli abiti, ognuna con un bollino numerato.  Erano per i bambini che passavano in massa le loro estati in piscina. Ogni ex bambino milanese ricorda che l’acqua era gelida perché usciva dall’acquedotto a 15 gradi centigradi. Oggi, grazie a una neonati, signore sudamericane, gruppuscoli di vitelloni, ragazzetti con il ciuffo. Contrariamente a quanto ci si aspetterebbe, la nudità dei corpi non riesce a nascondere le differenze di classe. Qualche anno fa, sotto le palazzine, si affollava anche una evidente comunità gay molto composita che andava dai transessuali agli orsi ai baffuti in stile Village people, ma pare che in molti siano emigrati ai Bagni Misteriosi del Teatro Parenti dove l’ambiente è più trendy e si può prendere l’aperitivo. L’ex piscina Caimi di Porta Romana rappresenta l’altra faccia, quella meno popolare e più di moda, della rinascita dell’architettura sportiva di epoca fascista a Milano.

 

PISCINA FASCISTA PISCINA FASCISTA

La piscina era rimasta chiusa per decenni. Poi Andrée Ruth Shammah, che nel 1972 aveva fondato il teatro con Parenti, è riuscita a mettere insieme i 9 milioni 500 mila euro necessari al restauro e a convincere il Comune a dare al teatro la gestione. Oggi, dopo due sole stagioni e senza considerare il bar, i Bagni Misteriosi fatturano 800 mila euro all’anno (l’ingresso costa circa il doppio rispetto alle altre piscine comunali). La media è di 700 ingressi al giorno, 1500 nei weekend. Altri 300 ogni sera frequentano il bar. C’è anche, caso unico nell’intera galassia, una biblioteca gratuita con libri in italiano, inglese, francese, tedesco.

 

APERITIVO IN PISCINA APERITIVO IN PISCINA

Apposite targhe sulle colonne ricordano gli «amici» che hanno donato cinquemila euro ciascuno: Armani, “Piergaetano”, Carlo Degli Esposti, Marco Tronchetti Provera, che ai Bagni misteriosi ha regalato anche le vele della sua barca Kauris III perché fossero trasformate nelle tende degli spogliatoi. Alle sei del pomeriggio, quando la piscina chiude e gli aperitivi iniziano, c’è una cinquantina di persone per lo più sui trent’anni e di molte nazionalità. Intanto nella sala grande del teatro arriva Matteo Renzi per presentare il suo nuovo libro. I posti a sedere sono tutti occupati. Fuori si continua a shakerare e trangugiare aperitivi.

 

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