SIAMO DEMOCRATICI, MICA LEGHISTI - IL DIPENDENTE ROMENO VUOLE SCALDARSI? IL CONSIGLIERE PD LO LEGA E LO BASTONA - ROSARIO DEZIO FA PARTE DELLA SEGRETERIA DEI DEMOCRATICI DI VITTORIA (RAGUSA). È AGLI ARRESTI PER AVERE SEVIZIATO PER ORE UN LAVORATORE STRANIERO DELLA SUA AZIENDA SORPRESO A RUBARE UNA BOMBOLA DEL GAS

-

Condividi questo articolo


Francesco Borgonovo per la Verità

 

ROSARIO DEZIO ROSARIO DEZIO

Aspettiamo con ansia di udire i commenti di Roberto Saviano, di Laura Boldrini e di tutti gli altri che hanno indicato in Matteo Salvini «il mandante morale dei fatti di Macerata» dato che lo sparatore Luca Traini si era candidato con la Lega (per altro senza rimediare voti). Li attendiamo tutti al varco, curiosi di sapere che cosa diranno di questa vicenda atroce, il cui protagonista è un fervente democratico

candidato ed eletto con il Pd, di cui è pure dirigente a livello locale. Già, perché Rosario Dezio non ha aperto il fuoco contro gli stranieri in mezzo alla strada. Però li ha terrorizzati a colpi di fucile, li ha sequestrati, legati, seviziati, bastonati per ore.

 

Ecco i fatti. Rosario Dezio, 41 anni, è consigliere comunale a Vittoria, in provincia di Ragusa. È entrato nell' assemblea cittadina a settembre, subentrando a Fabio Nicosia, costretto a dimettersi perché coinvolto nell' inchiesta «Exit poll» (riguardante voto di scambio e rapporti con la mafia). Quando Nicosia è stato sospeso ed è finito ai domiciliari, Dezio ha preso il suo posto.

 

Per lui non si tratta della prima esperienza: in passato, riportano le cronache locali, era già stato consigliere comunale in quota Partito democratico. Attualmente fa parte di una lista civica chiamata «Nuove idee - i democratici», sempre legata al Pd. Non solo: il nostro è entrato pure nella segreteria del Pd di Vittoria, guidata dall' avvocato Lorenzo Scuderi.

 

Rosario Dezio Rosario Dezio

Dezio, ovviamente, non vive di politica: è un imprenditore, gestisce un' azienda agricola sempre a Vittoria.

Un' attività di cui la squadra mobile della polizia si era già occupata, sottoponendola a controlli per il contrasto al caporalato e allo sfruttamento della manodopera. Tra i dipendenti della ditta ci sono alcuni immigrati romeni. Del resto, come sostengono Emma Bonino e il solito Saviano, senza gli immigrati frutta e verdura non si raccolgono...

 

Uno degli stranieri, il 15 febbraio scorso, si è presentato al commissariato locale: voleva denunciare Dezio. Sosteneva di essere stato malmenato assieme ad altri due connazionali. Quando le forze dell' ordine sono intervenute, hanno scoperto una situazione raccapricciante.

I dipendenti romeni di Dezio vivono dentro ad abitazioni fatiscenti nei pressi dell' azienda. Edifici talmente disastrati da restare gelidi, nonostante il clima siciliano non sia dei più rigidi. Una notte, stremati dal freddo, due romeni decidono di rubare una bombola del gas da uno dei magazzini della ditta. Pessima idea.

 

Mentre i malcapitati stanno prendendo la bombola, Rosario Dezio appare imbracciando un fucile (il suo, regolarmente detenuto). Uno dei romeni annusa l' aria cattiva, e riesce a nascondersi.

Ma l' altro non può sfuggire alla furia implacabile. Dezio lo prende a pugni, poi lo bastona e lo colpisce con il calcio del fucile. Il romeno è stordito, dolorante. Ma la punizione non è ancora finita. Dezio, allo scopo di terrorizzarlo, spara alcuni colpi d' arma. Poi si ferma solo per un attimo, giusto il tempo di ricaricare.

 

I due romeni pensano probabilmente che li voglia ammazzare, freddandoli sul posto, e nonostante il dolore e il panico trovano la forza di fuggire via. Spariscono dentro le serre, tra le piante, corrono finché non raggiungono un casolare abbandonato in cui abita un loro amico, romeno anche lui. Lì trovano riparo.

Sono sfiniti, sofferenti, crollano.

Riemergono dal buio la mattina dopo. Hanno fame, hanno bisogno di mangiare qualcosa, e chiedono all' amico di procurare un po' di cibo.

 

L' uomo decide di accontentarli, ma non sa in che guaio si sta cacciando.

assemblea nazionale pd assemblea nazionale pd

Dezio e un suo fidato collaboratore sono svegli, e attenti. Vedono il romeno che porta il cibo, lo seguono fino al casolare. E la punizione per i ladri di bombole ricomincia da dove si era interrotta la sera prima. Dezio fa irruzione nel casolare, armato di bastone. Picchia tutti e tre i romeni presenti, li ferisce in varie parti del corpo. Si accanisce su uno in particolare: alla fine, sarà quello con le ferite più gravi.

 

Dopo il giro di bastonate, arriva il peggio. Dezio riconduce i due romeni ladruncoli in azienda. Uno (quello che la sera prima si era nascosto) viene picchiato, poi mandato via. L' altro deve affrontare l' inferno. Dezio, pare aiutato dal suo collaborare, lo trascina all' interno di un garage. Lo lega a una trave, fermandogli le mani e i piedi. E sfoga la sua rabbia. Una pioggia di bastonate che dura più o meno due ore: il romeno legato, inerme, viene pestato come un sacco da pugilato, un colpo dopo l' altro, con una specie di mazza. Provate a immaginare che cosa significhi. Circa 120 minuti che non passano mai.

 

Ogni secondo è lungo mezza vita. Ogni passo della lancetta dell' orologio è scandito dal pezzo di legno che cala impietoso sulle carni. Avanti così, per un tempo che sembra infinito. La tortura finisce soltanto perché un congiunto di Dezio - forse impietosito, o forse temendo che il gentile Rosario ammazzasse di botte il romeno - decide di intervenire e di slegare il pover' uomo.

 

Alla fine, lo straniero ha rimediato lesioni guaribili in 45 giorni e numerose fratture.

Tradotto: è stato massacrato, ridotto a una sacco di cartilagini e ossa rotte. Questa è la pena impartita dal consigliere del Pd al dipendente che voleva rubargli una bombola del gas per scaldarsi.

Quando il romeno è stato liberato, nessuno si è premurato di portarlo all' ospedale.

la valle di ragusa foto di francesca commissari per the observer la valle di ragusa foto di francesca commissari per the observer

Lo hanno abbandonato su un letto, dentro una delle case macilente dell' azienda agricola. Lo hanno trovato così, nascosto sotto le lenzuola, un grumo di dolore rappreso.

 

Dezio, quando lo hanno scoperto, non ha fatto una piega.

Anzi, si è rivolto agli agenti in modo spavaldo. Ha detto di aver pestato i romeni perché volevano derubarlo. Adesso si trova agli arresti domiciliari, accusato di lesioni gravi e sequestro di persona. Il suo collaboratore è stato denunciato per concorso morale nel pestaggio, assieme ad un altro congiunto e a un dipendente di questa azienda degli orrori.

 

Questo è accaduto a Vittoria, provincia di Ragusa. Il protagonista non è un leghista o un militante dell' estrema destra. Ma un progressista di provata fede. «Conosco bene Rosario», dice il segretario del Pd di Vittoria, Lorenzo Scuderi. «Lui e la sua famiglia sono noti per essere persone per bene, grandi lavoratori. Il padre di Dezio ha fatto politica nel Pci per tanti anni. Ho stima nei loro confronti. Non mi aspettavo una cosa del genere. Vedremo se i fatti saranno confermati, poi decideremo che provvedimenti prendere. Credo che Rosario si dimetterà subito da consigliere comunale, o almeno così hanno fatto sapere i famigliari».

 

Per i provvedimenti interni - la cacciata dal Pd, per intendersi - bisognerà aspettare.

Non si capisce bene che cosa, visto che Dezio ha ammesso davanti agli agenti di avere picchiato i suoi dipendenti romeni. Però noi aspettiamo fiduciosi sia le reazioni del Pd di Vittoria sia quelle del Pd nazionale e di tutti gli altri maestri dell' antirazzismo militante. Siamo proprio curiosi di conoscere il nome del «mandante morale» della tortura democratica ai danni degli immigrati.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING... 

FLASH! - FACILE FARE I PATRIOTI CON LE CHIAPPE ALTRUI – INDOVINATE CHE AUTO GUIDA ADOLFO URSO, IL MINISTRO CHE PER DIFENDERE L'ITALIANITÀ HA “COSTRETTO” ALFA ROMEO A CAMBIARE NOME DA “MILANO” A “JUNIOR”? UN PRODOTTO DELL’INDUSTRIA MADE IN ITALY? MACCHÉ: NELLA SUA DICHIARAZIONE PATRIMONIALE, SPUNTANO UNA VOLKSWAGEN T-CROSS E UNA MENO RECENTE (MA SOSTENIBILE) TOYOTA DI INIZIO MILLENNIO. VEDIAMO IL LATO POSITIVO: ALMENO NON SONO DEL MARCHIO CINESE DONFGENG, A CUI VUOLE SPALANCARE LE PORTE...

DAGOREPORT – ANCHE I DRAGHI, OGNI TANTO, COMMETTONO UN ERRORE. SBAGLIÒ NEL 2022 CON LA CIECA CORSA AL COLLE, E SBAGLIA OGGI A DARE FIN TROPPO ADITO, CON LE USCITE PUBBLICHE, ALLE CONTINUE VOCI CHE LO DANNO IN CORSA PER LA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA - CHIAMATO DA URSULA PER REALIZZARE UN DOSSIER SULLA COMPETITIVITÀ DELL’UNIONE EUROPEA, IL COMPITO DI ILLUSTRARLO TOCCAVA A LEI. “MARIOPIO” INVECE NON HA RESISTITO ALLE SIRENE DEI MEDIA, CHE TANTO LO INCENSANO, ED È SALITO IN CATTEDRA SQUADERNANDO I DIFETTI DELL’UNIONE E LE NECESSARIE RIFORME, OFFRENDOSI COME L'UOMO SALVA-EUROPA - UN GRAVE ERRORE DI OPPORTUNITÀ POLITICA (LO STESSO MACRON NON L’HA PRESA BENE) - IL DESTINO DI DRAGHI È NELLE MANI DI MACRON, SCHOLZ E TUSK. SE DOPO IL 9 GIUGNO...