SMARTPHONE AL VOLANTE, PERICOLO COSTANTE - A TORINO L’ESPERIMENTO CHE PIACE AL VIMINALE: IL SEQUESTRO DEL TELEFONO PER VERIFICARE SE DURANTE L’INCIDENTE IL GUIDATORE LO STAVA USANDO - LE AZIENDE HANNO LA TECNOLOGIA PER IMPEDIRE A CHI È AL VOLANTE DI USARE LO SMARTPHONE. MA NON LE ATTIVANO PER NON PERDERE CLIENTI

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1. VIA IL CELLULARE A CHI FA UN INCIDENTE

Diego Longhin per “la Repubblica”

 

Si va dalle campagne mirate, vigili in borghese o sulle moto per bloccare gli automobilisti mentre scrivono un whatsapp, fino al sequestro dello smartphone per verificare se durante l’incidente che ha provocato vittime o feriti il presunto responsabile stesse “giocando” con il telefonino.

 

Il primo caso a Torino dove il nucleo investigazione scientifica e tecnologica della polizia municipale ha sequestrato tutti gli apparecchi tecnologici, dal telefonino al tablet, per controllare che uso ne stesse facendo chi aveva provocato un incidente grave.

 

messaggi in auto messaggi in auto

Strumenti che vengono verificati con un’analisi forense. Non solo il telefono, ma il tablet, lo smartwatch, il navigatore, l’i-Pod, e «tutti i sistemi presenti a bordo», spiega il comandante della polizia municipale, Alberto Gregnanini. «È vero, l’uso distorto della tecnologia può provocare danni e vittime sulla strada, ma grazie alla tecnologia si lasciano tracce. E queste possono servire ad individuare i responsabili ». Quando Torino ha presentato la metodologia durante le giornate della polizia locale di Riccione ha raccolto l’interesse del ministero dell’Interno e dei Trasporti, pronti a studiare progetti specifici.

 

Anche a Bari hanno capito che è necessario incrementare gli strumenti in mano ai vigili urbani. In un mese di telelaser, che permette di immortalare con una bella foto chi tiene con una mano il volante e con l’altra il telefono, hanno fatto 138 verbali. E dall’inizio dell’anno sono stati elevati 325 verbali per chi parla al cellulare mentre guida e 143 per chi manda messaggi o lo usa per altro. In tutto 468 multe. «Ma con il telelaser le multe si moltiplicheranno», assicurano.

 

SMARTPHONE AL VOLANTE SMARTPHONE AL VOLANTE

Anche perché il numero non sembra elevato. Non solo a Bari. Ai dati di polizia stradale e carabinieri, 30 mila e 94 multe per guida con telefonino da gennaio ad agosto, bisogna aggiungere i numeri dei verbali della polizia municipale. Solo a Roma tra gennaio e agosto 2016 si è superata quota 24 mila, quasi 4 mila in più dello stesso periodo del 2015.

 

A Torino invece nel giro di cinque anni si è passati da poco più di 4 mila a circa 5 mila multe all’anno. Nel mese di agosto si è arrivati a 423 violazioni. «Il problema è molto sentito», dicono sotto la Mole dove hanno multato anche un uomo che guidava lo scooter con una sola mano. Con l’altra teneva il telefonino per cercare di catturare un Pokemon. Roma e Torino sono i due Comuni che fanno il numero più alto di verbali.

 

Gli altri Comuni sono dietro, staccati. A Milano dall’inizio dell’anno a fine giugno sono state 1.567 le multe per uso del cellulare alla guida, contro le 1.289 dello stesso semestre dell’anno scorso: 278 sanzioni in più. Nella battaglia contro chi chatta e manda sms mentre è al volante, in moto o in bici, il comando milanese ha mobilitato squadre di agenti in moto. Una scelta che dovrebbe permettere di prendere gli automobilisti di sorpresa, in flagranza. «I vigili possono osservare la situazione da una posizione privilegiata perché dall’alto della sella in moto riescono meglio a intercettare i trasgressori che usano il telefonino spesso appoggiandolo sulle gambe», spiegano dal comando.

 

fotocamere per strada fotocamere per strada

A Firenze gli agenti della polizia municipale hanno elevato 1.353 verbali nel 2015. Nel 2016 sono state 735 tra il primo gennaio e il 31 luglio. Per combattere il malcostume della guida pericolosa con telefonino esiste da due anni un pattuglia di vigili in borghese. Si occupano solo di dare la caccia a chi usa lo smartphone mentre è al volante.

A Genova giro di vite negli ultime due anni. Si è arrivati a oltre 2.300 multe. Secondo la polizia municipale sono stati 315 gli incidenti provocati da un uso sbagliato del telefonino. A Palermo si è arrivati intorno alle 1.400 contravvenzioni. E uno degli automobilisti multati aveva fatto montare sul cruscotto il supporto per il telefono non per usarlo come navigatore, ma per giocare comodamente a Candy Crush.

 

“SMARTPHONE DA ISOLARE IN AUTO MA I PRODUTTORI RESISTONO”

Alberto Flores D’Arcais per “la Repubblica”

 

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La più conosciuta è AT&T DriveMode, una app che risponde in modo automatico agli sms ricevuti, spiegando che state guidando. Ce ne sono diverse altre, ma quello che pochi sanno è che i grandi produttori (Apple e Samsung in prima fila) hanno già da tempo la tecnologia necessaria per impedire a chi è al volante di usare l’iPhone o gadget simili. Solo che non la rendono operativa (e obbligatoria).

 

Gli incidenti “da smartphone” non sono un fenomeno solo italiano e negli Stati Uniti dibattiti, proposte (e polemiche) sono sempre più serrati. Le percentuali Usa sono simili a quelle del nostro paese ma i numeri — visto che ci sono quasi 320 milioni di abitanti — sono decisamente più grandi: ogni anno 2,5 milioni di persone sono coinvolti in incidenti stradali e di queste il 64 per cento (1,6 milioni) stava usando un telefono cellulare.

messaggi messaggi

 

Nel 2015 lungo le autostrade (e non solo) degli States sono morte 37mila persone, oltre la metà per cause dovute all’uso scriteriato degli smartphone. Nel paese delle statistiche hanno anche calcolato che ogni anno ci sono 330mila incidenti dovuti al “texting while driving” (mandare o ricevere sms al volante), che oltre ai morti ci sono 421mila persone che restano ferite e che usare un telefono cellulare mentre si guida è sei volte più pericoloso che guidare in stato di ubriachezza.

 

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Cosa fare? Negli ultimi sette anni in diversi Stati (un esempio è quello di New York) le Rest Area — le classiche piazzole dove i camionisti si fermano a riposare o le famigliole a mangiare un panino — sono diventate anche Text Area, con tanto di cartello blu come da codice della strada. Una buona idea che non ha sortito però gli effetti desiderati: rispondere subito a telefonate e messaggi (oppure guardare Facebook, inviare un tweet o farsi un selfie, le altre principali cause di incidenti “da smartphone”) sembra diventato qualcosa di cui la gente non riesce a fare a meno neanche per pochi minuti.

 

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Sempre più numerose diventano le cause legali, con accuse e contraccuse che vedono in prima fila guidatori, polizia stradale, assicurazioni e che negli ultimi anni hanno coinvolto anche società come Samsung ed Apple (alle prese con una battaglia legale per una morte che risale al 2013 che potrebbe fare giurisprudenza futura). Per Deborah Hersman — presidente del National Safety Council sono proprio i produttori di smartphone i primi che devono essere chiamati a rispondere.

 

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«La tecnologia esiste», ha spiegato al New York Times, ricordando come già nel 2012 il National Transportation Safety Board (l’organismo che tutela la sicurezza nei trasporti) avesse inviato a tutte le maggiori aziende di telefoni cellulari una lettera in cui chiedeva un preciso impegno per impedire l’uso dei telefonini al volante: «La tecnologia ci ha portato a questa situazione, la tecnologia devo trovare la soluzione. Abbiamo così paura di dire alla gente quello che deve fare che diventiamo impotenti anche di fronte a queste morti».

 

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Le società che producono cellulari la pensano diversamente. Per loro la tecnologia per bloccare chi è al volante è ancora allo stato iniziale e poi ci sarebbe sempre il rischio di bloccare anche lo smartphone di un passeggero o di chi sta semplicemente viaggiando su un autobus o in treno. La risposta migliore forse l’ha data David Teater, un ex membro del National Safety Council e oggi consulente ius proprio: «Se lei fosse della Apple o di Samsung vorrebbe essere il primo a bloccare uno smartphone? Non credo, rischierebbe solo di perdere clienti».

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