Un video inneggiante all'Isis sul suo profilo Facebook. E la traduzione dall'arabo del commento del giovane che recita: "Il più bell'inno dell'Isis che abbia mai sentito in vita mia". E' stato postato, insieme ad altri rimossi però da Youtube, il 24 settembre sorso da Ismail Hosni, il giovane italo-tunisino che ieri ha accoltellato tre militari in stazione centrale a Milano.
L'intero profilo è stato oscurato, forse su indicazione degli inquirenti che stanno cercando di ricostruire se il giovane stesse iniziando un percorso di radicalizzazione islamica. Sulla vicenda è al lavoro anche un pm del pool dell'Antiterrorismo milanese, guidato dal magistrato Alberto Nobili, che sta cercando di capire se il giovane avesse o meno contatti con l'ambiente del fondamentalismo islamico.
"Non abbiamo elementi", sull'eventualità di un collegamento con il terrorismo "non possiamo dire assolutamente nulla", dice il questore Marcello Cardona. "E al vaglio c'è tutto quello che abbiamo raccolto, stiamo controllando poi faremo anche ricerche di natura informatica". "Sono solo e abbandonato", avrebbe detto agli investigatori dopo l'arresto il giovane.
Il pm di turno Maura Ripamonti sta per inoltrare all'ufficio gip la richiesta di convalida dell'arresto e di misura cautelare in carcere per il 20enne. L'interrogatorio di garanzia davanti al giudice non dovrebbe tenersi prima di domani. Allo stato l'accusa contestata è di tentato omicidio e il 20enne è a San Vittore. Nell'ufficio del pm di turno stamani si è presentato anche l'avvocato d'ufficio di Hosni.
Tommaso Bèn Yousef Hosni Ismail è di nazionalità italiana. E' nato da padre tunisino e madre italiana. Ha precedenti per droga. Era stato arrestato lo scorso dicembre proprio in Centrale per spaccio. "E' una sorta di nomade che viveva in una specie auto", dice il questore, e apparterrebbe "a una famiglia difficile".
Madre pugliese di Ischitella, provincia di Foggia, e padre tunisino, anche i genitori hanno grossi precedenti: la madre per violenza su minori e anche il padre per episodi violenti. Su questo stanno indagando gli agenti della Digos, della polizia ferroviaria, della Scientifica e della squadra mobile, che stanno cercando di ricostruire la sua storia.
Il ragazzo avrebbe raccontato di essere nato in Italia il 17 agosto 1996 e poi di essere andato in Tunisia dal padre, per tornare nel nostro Paese nel 2015. Un racconto che gli investigatori stanno verificando. "La madre vive al sud - aggiunge il questore - e l'arrestato ha detto di avere avuto con lei pochissimi contatti negli anni". "Non ci è sembrato uno squilibrato - dice ancora Cadorna - e il magistrato non ha disposto alcuna valutazione sanitaria". Dopo essere stato immobilizzato è svenuto rimanendo a terra per circa un'ora ma i sanitari del 118 arrivati sul posto non hanno prescritto altri accertamenti.
Il giovane nell'ultimo periodo viveva in pratica da 'nomade', e l'ultimo suo giaciglio trovato era dentro un furgone a Quarto Oggiaro, quartiere popolare e difficile di Milano. Il furgone potrebbe non essere il solo mezzo utilizzato per dormire negli ultimi mesi dal ventenne, di fatto senza fissa dimora.
Il giovane, infatti, sarebbe stato solito passare la notte in veicoli che avrebbe scassinato di volta in volta. Sono in corso verifiche anche sulla sua eventuale esperienza lavorativa presso Mc Donald's, da lui indicata nel profilo Facebook.