IL TRENO DEI DESIDERI - LA VIA ITALIANA AI ''TRENI PROIETTILE'': A DIFFERENZA DEI SISTEMI UTILIZZATI IN GIAPPONE, MOLTO COSTOSI, IL PROGETTO ''IRONLEV'' NON RICHIEDE CORRENTE ELETTRICA. I VAGONI LEVITERANNO PER L'INTERAZIONE TRA FERRO E MAGNETI - ENTRO L'ANNO IL PROTOTIPO IN SCALA REALE, DAL 2020 LA SPERIMENTAZIONE SULLA RETE ITALIANA. PER VIAGGIARE A 600 KM/H E OLTRE

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Fabio Di Todaro per www.lastampa.it

 

maglev treno a levitazione magnetica maglev treno a levitazione magnetica

In alcune aree del Paese, lì dove l’alta velocità rimane un miraggio, la notizia susciterà lo stesso effetto del film Snowpiercer. La fantascienza, in qual caso, aveva portato il regista sudcoreano Bong Joon-Ho a immaginare un viaggio a bordo di un treno coi sopravvissuti a una nuova era glaciale: per fortuna questo è fuori dai piani.

 

Ciò che invece è tutt’altro che iperbolico, pur vivendo nel Paese in cui occorrono otto ore per raggiungere Reggio Calabria da Bari usando la rete ferroviaria statale, è immaginare l’Italia che viaggerà su rotaia a partire dal 2020. Tra tre anni ci saranno treni senza ruote e vagoni sospesi a pochi centimetri dai binari. Merito dei treni a levitazione magnetica, gli stessi che lo scorso anno hanno permesso a un convoglio di superare il limite dei 600 km/h. 

 

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Il progetto nasce a Pisa 

Il merito è dei ricercatori della Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna di Pisa, che attraverso la spin-off Ales Tech stanno mettendo a punto la tecnologia «IronLev». L’auspicio di chi ci sta lavorando è che nell’arco di un paio di decenni le ruote diventino un pezzo d’antan del trasporto su rotaie. A differenza dei sistemi utilizzati in Giappone, molto costosi, la tecnologia italiana non richiede corrente elettrica e si propone di sfruttare alcune proprietà fisiche della materia.

 

 Il treno conta sull’interazione tra le polarità opposte che si vengono a creare fra i superconduttori magnetici installati a bordo del veicolo e gli avvolgimenti presenti sul binario. Tutto dipenderà dalla forma dei binari e del pattino applicato ai vagoni: solo grazie a esse sarà possibile sfruttare il fenomeno della permeabilità magnetica, ossia la tendenza di ogni materiale a generare autonomamente un campo magnetico. Il nuovo sistema di trasporto sarà basato su magneti superconduttori e sospensioni elettrodinamiche. Ciò vorrà dire: meno attrito, usura e inquinamento acustico, maggiori efficienza e velocità.

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L’esempio del Giappone 

Il sistema italiano, chiamato «levitazione magnetica passiva», manderà in soffitta le ruote senza dover modificare i binari. Sarà possibile sfruttare la forma di quelli già distesi lungo la Penisola, programmando quella del pattino che farà galleggiare i treni su di essi. «Vogliamo democratizzare il sistema della levitazione magnetica», hanno detto i promotori del progetto, realizzato in collaborazione con l’azienda Girotto Brevetti di Spresiano (Treviso). Un modello dimostrativo è stato sperimentato in laboratorio ed entro l’anno si prevede di realizzare un prototipo in scala reale.

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L’esempio viene dal Giappone, il Paese che più di ogni altro sta investendo in questa opportunità. La prima corsa nel Sol Levante risale al 1964, in occasione delle Olimpiadi di Tokyo: in quel caso la velocità raggiunta fu di 210 km/h. In cinquant’anni le potenzialità si sono quasi triplicate, se nell’ultimo test condotto con il «MagLev» - questo il nome del prototipo - è stata toccata la velocità di 603 chilometri orari e a Tokyo si conta di far diventare la levitazione magnetica lo standard del sistema ferroviario entro il 2027. 

 

Un’opportunità 

L’Italia, più realisticamente, punta a modificare entro il 2020 l’aspetto dei mezzi su rotaia: a partire da metropolitane, tram e treni regionali. Poi giungerà la volta delle lunghe distanze: alta velocità compresa. Il trasporto riguarderà tanto i passeggeri quanto le merci. «Grazie alle caratteristiche della tecnologia e ai bassissimi attriti, potremo spostare un vagone di dieci tonnellate con la stessa forza necessaria a sollevare uno zaino di dieci chilogrammi», affermano i ricercatori di Ales Tech, che strizzano l’occhio ad «Hyperloop», il sistema che sfruttando la levitazione magnetica punta a farci viaggiare in capsule a 1200 chilometri all’ora. In un mondo sempre più frenetico, oltre che povero, occorre rendere l’alta velocità più sostenibile: per l’ambiente, oltre che per le tasche degli avventori. Benvenuti nell’era dei treni «proiettile».

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Twitter @fabioditodaro 

 

 

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