VERGOGNA A TORINO! “NON SAPPIAMO COME GESTIRLI”. E UNA PIZZERIA ALLONTANA 4 RAGAZZI DOWN -  LA DENUNCIA DI UNA MAMMA SU FACEBOOK: "UNA COSA CHE IN TANTI ANNI NON MI ERA MAI SUCCESSA E CHE CI HA PROVOCATO UN’AMAREZZA INCREDIBILE" - POI LE SCUSE DEL TITOLARE: “NON SONO UN MOSTRO. E’ STATO UN GROSSO MALINTESO, UN GRAN DOLORE PER TUTTI"

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Valentina Santarpia per corriere.it

 

ragazzi down pizzeria torino ragazzi down pizzeria torino

«Non sappiamo come gestirli»: sarebbe stata questa la risposta secca data dai titolari di un ristorante di Torino, la Trattoria Casa Amaro, al gruppo di persone arrivate per una pizza in compagnia. Il motivo? La presenza di 4 ragazzi con la sindrome di Down, «ragazzi della squadra di nuoto di Gabriele, ragazzi veramente in gamba», precisa Anna Rita, la mamma di Gabriele che denuncia la vicenda su Facebook, con un lungo post che sta ricevendo migliaia di commenti e condivisioni.

 

Non siamo ancora riusciti a contattare Anna Rita, ma il racconto che fa della serata sul social network è surreale: Anna Rita prenota per 11 persone per le 20.15 in trattoria, un locale vicino al residence degli amici del figlio, venuti apposta per trovare il ragazzo a Torino.

 

L’unica segnalazione doverosa che fa, nel corso della prenotazione, è quella che riguarda la celiachia di uno dei ragazzi. «Quando siamo arrivati però è accaduto il fattaccio», riferisce. I ragazzi si sono seduti subito, e, affamatissimi, erano già pronti per ordinare, «quando un tizio con la barba, si è avvicinato a me a ad un’altra mamma e ci ha detto, in maniera molto scortese, che dovevamo avvertire della presenza di 4 disabili perché il locale era piccolo, il sabato sera era pieno e loro non sapevano come gestirli», racconta Anna Rita: «Una cosa che in tanti anni non mi era mai successa e che ci ha provocato un’amarezza incredibile», commenta.

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Lo stupore e la rabbia

La donna si è stupita: «I nostri ragazzi sono adulti ed educatissimi, mangiamo tutti rigorosamente con coltelli e forchetta e avrebbero potuto organizzare loro, senza problemi le loro attività, visto che, come dichiarato, loro non erano in grado», spiega. Non si tratta insomma di persone con difficoltà specifiche che necessitano di assistenza particolare, ma di ragazzi come tutti gli altri: è quello che - in base al racconto della donna - cercano di far capire i genitori ai titolari del locale. Ma non c’è verso: per due volte viene ripetuta la stessa risposta, sotto gli occhi allibiti dei ragazzi, che, naturalmente, «hanno capito tutto e ci sono rimasti malissimo».

 

A quel punto si sono alzati tutti da tavola e sono andati via, «con una rabbia e un grosso dolore condiviso», visto che anche un’altra famiglia, assistendo alla scena, ha deciso di lasciare la sala. La serata alla fine è andata bene: il gruppo ha trovato un altro posto dove andare a mangiare, dove hanno trovato accoglienza, coccole e complimenti, il ristorante Le Rondini. «I ragazzi erano molto dispiaciuti per l’accaduto: ci siamo meravigliati anche noi perché erano ragazzi tranquilli e assolutamente autonomi» conferma il titolare Vincenzo Tiani. «I ragazzi hanno mangiato ma sono ancora molto amareggiati. Quell’individuo è riuscito a rovinarci una bellissima giornata», conclude Anna Rita.

 

Le scuse

Mattarella visita il ristorante Malvarosa di Biella, gestito da ragazzi down Mattarella visita il ristorante Malvarosa di Biella, gestito da ragazzi down

Ma l'uomo dopo qualche ora si è scusato: Giuseppe, questo il nome del titolare della trattoria, ha ammesso di aver fatto uno scivolone, e ha invitato per domenica pomeriggio i ragazzi nel suo locale. «Non sono il mostro che dicono, abbiamo anche casi di persone speciali in famiglia, quindi non potrei mai aver rifiutato loro. Semplicemente, ho pronunciato una frase sbagliata che ha creato un malinteso», ci dice al telefono.

 

Le sue scuse sono arrivate pubblicamente anche su Facebook, con un lungo post in cui cerca di far capire alla signora e ai suoi ospiti che non aveva alcuna intenzione di mandarli via, ma si preoccupava solo di poterli gestire al meglio. Le scuse sono state accettate: «Ho sentito Giuseppe per telefono, quindi ho ascoltato anche la sua voce e i suoi toni- spiega Anna Rita- Per noi è per i nostri ragazzi le scuse sono accettate. Un momento nero può capitare. È capitato a lui ieri. I ragazzi lo hanno capito».

 

 

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