VIRGINIA, FAI L'ATAC AL COMUNE - FINISCE IN PROCURA LA SCANDALOSA VICENDA DELLA FUTURA SEDE DELL’ATAC A ROMA: L’IMMOBILE NELLA ZONA DELL’EUR CHE DOVREBBE OSPITARE L’AZIENDA TRASPORTI DOVEVA ESSERE ACQUISTATO, POI E’ STATO FITTATO, MA E’ SERVITO SOLO A SPERPERARE MILIONI

Secondo l’esposto presentato alla Procura dall’amministratore unico dell’Atac, Armando Brandolese, e dal direttore generale Mario Rettighieri, la sede non è mai stata consegnata. Pagati 20 milioni di anticipo a Bnp Paribas…

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Sergio Rizzo per il “Corriere della Sera

 

MARCO RETTIGHIERI ATAC MARCO RETTIGHIERI ATAC

Prima la trattativa per l' acquisto a 118 milioni, con un anticipo di 20 pagati dall' Atac, l' azienda trasporti di Roma, intenzionata a farne la propria sede, poi lo stop e la transazione per un affitto da quasi 8 milioni di euro all' anno. Ma, secondo l' esposto presentato alla Procura dall' amministratore unico dell' Atac, Armando Brandolese, e dal direttore generale Mario Rettighieri, la sede non è mai stata consegnata.

 

Sono sei pagine stringate, che però dicono tutto sul modo con cui è stato gestito a

ARMANDO BRANDOLESE ARMANDO BRANDOLESE

Roma per anni il denaro dei cittadini. Consigliamo alla sindaca Virginia Raggi di leggerle con attenzione, sicuri che non avrà difficoltà a farlo: l' amministratore unico dell' Atac Armando Brandolese e il direttore generale Mario Rettighieri, nominati dal commissario Francesco Paolo Tronca, le hanno portate in procura.

 

È il quarto esposto in poche settimane che i vertici della più grande municipalizzata italiana, quella che con quasi 12 mila dipendenti gestisce il trasporto pubblico nella capitale, recapitano ai magistrati, alla Corte dei conti e all' Autorità anticorruzione.

m5s welcome raggi atac da il benvenuto a virginia m5s welcome raggi atac da il benvenuto a virginia

Il bersaglio è un palazzo nella periferia romana la cui costruzione è affidata al gruppo romano Parnasi, lo stesso che dovrebbe realizzare il nuovo stadio della Roma calcio. Un immobile da 114 milioni, pensato per ospitare la nuova sede di quell' azienda colabrodo.

 

Tutto comincia nel 2006, sindaco Walter Veltroni. Ma l' accelerazione avviene nel 2009, quando al Campidoglio c' è Gianni Alemanno. Il Comune delibera di comprare un palazzo da destinare a «sede unica della mobilità». Due mesi dopo l' amministratore delegato Adalberto Bertucci chiude l' operazione con Bnp Paribas, il proprietario dell' area del Castellaccio, dalle parti dell' Eur.

 

Il contratto viene stipulato a razzo. E a razzo cambiano i numeri: la superficie passa da 21.000 a 26.000 metri quadrati e il corrispettivo sale da 99 a 118 milioni.

atac deraglia un treno della metro di roma 5 atac deraglia un treno della metro di roma 5

Nel 2009 l' Atac sgancia pure 20 milioni sull' unghia, come anticipo, e questa diventa la pietra dello scandalo.

 

I lavori cominciano, ma subito scoppia un contenzioso sui ritardi. Per inciso, sono i mesi in cui lo scandalo parentopoli investe l' azienda. Passa un annetto e la cosa si sistema con una curiosa transazione.

 

L' Atac non compra più l' immobile, impegnandosi invece ad affittarlo pagando il 7% del valore: 7 milioni 980 mila euro l' anno. Durata: nove anni più nove, fanno 143 milioni e 640 mila euro. In cambio, il locatore concede uno sconto di 4 milioni sul prezzo di un' eventuale vendita, che resta comunque un' opzione.

autobus atac autobus atac

 

Sottolinea l' esposto come il progetto originale che doveva essere realizzato con le procedure di evidenza pubblica, abbia «subito ingiustificati stravolgimenti fino a tradursi in un vero e proprio affidamento diretto» con la trasformazione «in un contratto di locazione peraltro già in essere nonostante il bene non fosse ancora venuto ad esistenza e che a tutt' oggi neppure risulta collaudato e consegnato all' Atac».

 

Non bastasse, «la direzione dell' Atac non ha mai proceduto alla risoluzione del contratto di compravendita coerente con gli interessi pubblici». Sì, perché c' è anche questo.

IGNAZIO MARINO AUTOBUS ATAC IGNAZIO MARINO AUTOBUS ATAC

 

«Non è stata reperita documentazione attestante la certa copertura finanziaria dell' operazione. Va rilevato che la situazione dell' Atac non consentiva l' attivazione di mutui bancari», scrivono Brandolese e Rettighieri. Confermando la tesi già espressa a inizio 2014 dagli ispettori del ministero dell' Economia, secondo cui le condizioni economiche dell' Atac «difficilmente consentiranno di far fronte agli impegni».

 

Per non dire che «un immobile di tali caratteristiche» nemmeno serve. Anche questa rogna è adesso sul tavolo di Giuseppe Pignatone insieme a quelle sui distacchi sindacali, la gestione delle mense e la fornitura delle gomme.

virginia raggi virginia raggi

 

E non è escluso che venga presto raggiunto da un quinto dossier: quello delle pulizie.

Una indagine interna su un appalto triennale da 38,6 milioni ha fatto venire alla luce tutto un mondo. Il rapporto descrive «lavorazioni non effettuate» o «imputate più volte», oltre a «superficialità nell' esecuzione» e «ripetute condotte inoperose».

 

Ma ancor più colpisce l' elenco degli interventi di pulizia dichiarati in locali che risultavano «sotto sequestro, interdetti all' uso, inesistenti…». Cose turche, con l' aggravante di graziosi sconti concessi sulle penali da applicare per contratto: dai 954 mila euro dovuti ai 92 mila effettivamente pagati. O di subappalti per gli impianti di erogazione del gas andati avanti per un anno e mezzo senza che esistessero i presupposti…

 

 

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