Da www.leggo.it
Condannata a sei mesi di reclusione la badante polacca G.M., accusata di aver perseguitato l’anziano che ha accaduto da settembre 2015 a gennaio 2016.
Lei 56 anni e lui 88, sarebbe diventata ossessiva quando il nipote si accorse che la notte dormissero nello stesso letto.
E temendo che volesse circuire lo zio, la licenziò. Da quel momento la badante avrebbe cominciato a tempestare di messaggi di amore l’anziano e di minacce il nipote: accusa quest’ultimo di essere la causa della fine della loro storia d’amore.
Di notte e di giorno. Causando anche una crisi depressiva nell’anziano che non accettava la separazione da quella donna.
La testimonianza di quest’ultimo è stata ritenuta fondamentale nella la decisione di condannare l’imputata (difesa dall’avvocato Roberta Romano), ha scritto nella sentenza il giudice Maria Paola Sanghez. Atti persecutori, l’accusa.
Inoltre al nipote costituitosi parte civile con l’avvocato Giuseppe Milli, è stato riconosciuto un risarcimento dei danni di 15mila euro. La pena è stata dichiarata sospesa a condizione che l’imputata risarcisca il danno.
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