Giulio TremontiCALDEROLI IL TROTA UMBERTO BOSSI FABIO RIZZI TREMONTI
1- TIRO A SEGNO, OBIETTIVO TREMONTI
Fabrizio d'Esposito per Il Fatto
Contro il ministro dell'Economia si è scatenato un nuovo e pesante tiro a segno. Il crollo del mito di Giulio Tremonti intoccabile idolo bipartisan è iniziato con la casa pagatagli dal fido Marco Milanese, presunto pilastro della P4. Poi, quando la tempesta sembrava essersi placata, è arrivato il "fumo" (copyright Bossi) delle misure anti-crisi nell'audizione di giovedì. E così sono due giorni che l'ex divo Giulio è diventato un tenero piccione da impallinare. Da centro, da sinistra, da destra soprattutto. Il catalogo degli insulti contempla "traditore", "matto", "scemo da ricoverare", "inquietante", "pazzo sadico". Il berlusconismo vacilla dalle fondamenta e la sintesi è questa, per il momento: B. e Bossi due leader "rincoglioniti" (Il "Futurista" di ieri) e un ministro dell'Economia "matto e scemo".
2- TREMONTI, ARIA DI DIVORZIO
Amedeo La Mattina per La Stampa
"Non sono riuscito a incidere su nulla». La classe media colpita, le categorie che hanno votato per il Pdl sono deluse, il contributo di solidarietà che Silvio Berlusconi non avrebbe mai e poi mai voluto introdurre. Tasse, molte tasse. Per questo Berlusconi dice che non ha potuto incidere quasi su nulla. Forse per scaricare le responsabilità e caricarle tutte su Giulio Tremonti. Ce l'ha a morte con lui.
Tremonti rimane la sua bestia nera. L'ecumenico Angelino Alfano fa il pompiere e riversa fiumi d'acqua sull'ira che monta nel Pdl contro il ministro dell'Economia. Deve pure calmare il premier che avrebbe rotto gli indugi: una volta approvata la manovra ci sarà un cambio di guardia al ministero dell'Economia.
Berlusconi TremontiQuesta è la sensazione che lo stesso Governatore Draghi ha ricavato dal colloquio di due giorni fa con il Cavaliere a Palazzo Chigi. Questo è quanto racconta chi lo ha sentito ripetutamente in queste giornate convulse. Alfano teme però che la rimozione di Tremonti possa trascinare tutto il governo in una crisi da cui difficilmente il centrodestra potrà uscire.
La casa di via Campo Marzio dove viveva TremontiEppure tra ministri e capigruppo non si fa altro che parlare di questo scenario autunnale. Ora bisogna portare a casa l'anticipo del pareggio di bilancio, così come chiesto dall'Europa e dalla Banca Centrale Europea, pensando in maniera prioritaria al passaggio parlamentare che dovrà vedere l'approvazione del decreto varato ieri a Palazzo Chigi.
E guarda caso questo snodo coinciderà con il voto alla Camera sulla richiesta di arresto di Marco Milanese, l'ex collaboratore del ministro dell'Economia, che non ha intenzione di perdonarlo. Ai suoi colleghi, Milanese ha detto che lo odia: mi ha scaricato, si è lavato le mani di responsabilità che erano invece sue. D'altronde, ha aggiunto, operavo per conto suo, mi muovevo su input che venivano da lui.
TREMONTI IN POSIZIONE YOGA TREMONTI-VINCINOEcco, adesso nella maggioranza non si esclude che Milanese, quando si dovrà votare la richiesta di arresto, possa vendicarsi e parlare. A quel punto, a settembre, l'imbarazzo per la posizione personale e politica dell'inquilino di via XX Settembre sarebbe insostenibile.
Ma sono i rapporti con Berlusconi ad essere definitivamente deteriorati. Ieri Tremonti ha rinfacciato al premier di ascoltare troppo Draghi. Avrebbe aggiunto che di lui non deve fidarsi, ma per il premier bisogna farci i conti e trattare. «Oggettivamente - osserva un ministro che era presente all'incontro -, Berlusconi è rafforzato grazie alla sponda credibile di Napolitano e Draghi».
Si sarà pure rafforzato, ma ieri non è riuscito a spuntarla sull'aumento dell'Iva (osteggiata da Tremonti) e ha dovuto cedere a Bossi, che si è impuntato in difesa delle pensioni. Per non parlare del contributo di solidarietà che all'inizio gli sembrava inaccettabile e poi ha ingoiato. Un compromesso? Una tregua con il Senatùr e il ministro dell'Economia?
Certo non una pace. Su molte questioni su cui non si è trovato un accordo si è rinviato alla delega fiscale e assistenziale. Ora il leader leghista può cantare vittoria e farsi propaganda, lasciando al premier l'onere di dire che il suo «cuore gronda sangue» per avere messo le mani nelle tasche degli italiani. E' un modo per non intestarsi del tutto la manovra.
GIULIO TREMONTI FABIO CORSICOHa ripetuto come un mantra che non avrebbe mai e poi mai aumentato le tasse, che anzi le avrebbe diminuite. Alla fine ha dovuto fare i conti non solo con la crisi internazionale e il decalogo della Bce, ma anche con le resistenze di Bossi, che ha voluto piantare una bandierina sulle pensioni salvate. E poi ha dovuto pure cedere molto a Tremonti. Ora però vuole guardare avanti, mostrarsi come il salvatore della Patria.
ELLEKAPPA BERLUSCONI TREMONTI«E' cambiato il mondo e ci dobbiamo adeguare. Questo rigore viene chiesto a tutti, anche Sarkozy deve correre ai ripari, ma abbiamo messo troppe tasse». E' un discorso che il Cavaliere ha fatto spesso in questi giorni di fuoco. Ma c'è chi sottolinea che in questo modo si è evitato di fare la fine della Grecia. Se l'operazione salvataggio dell'Italia riuscirà, Berlusconi potrà lasciare un buon ricordo di lui e consentire al centrodestra di avere un futuro, una chance di rivincere alle prossime elezioni politiche.
TremontaccituaE' questa la speranza, ma per la maggior parte dei ministri Pdl si tratta di una «grande illusione», perché il carico di tasse è eccessivo e di misure per lo sviluppo c'è poco. A taccuini spenti lo ammettono tutti. A settembre ci sarà il redde rationem con Tremonti. Il quale ha chiesto a Berlusconi di nominare Grilli, il suo direttore al ministero, a governatore della Banca d'Italia. Un candidato non gradito a Draghi, che invece punta sulla promozione interna di Saccomanni.
DRAGHI E TREMONTI