1 - DAGOREPORT: SI SCRIVE CARFAGNA, SI LEGGE BOCCHINO
Il cavallo di troia di Bocchino nel governo Berlusconi si chiama Carfagna. Non c\'è nulla da ridere: il più finiano dei finiani ‘governa\' il ministero delle Impure Parità. Dallo staff alla segretarie particolare dell\'ex fidanzata di Marco Carboni (rampollo di Flavio), dal ghost-writer (Gianmario Mariniello, vicecoordinatore regionale Pdl in Campania) al segretaria (Mary Cacciapuoti), tutto è certificato ‘made in Bocchino\'.
Ed è sempre grazie ai servigi del più fedele dei Tipini Fini che l\'incarfagnata Mara sarà presente alla prossima Mostra del Cinema di Venezia dove Bocchino, via Condemi e Sovena, si è inventato un premio ‘Pari Opportunità\'.
mara carfagna italo bocchino corriereparl69 carfagna tremonti italo bocchino2 - TRE MINISTRI IN CERCA DI UN CIAK: MANOVRE ALLA VIGILIA DELLA MOSTRA DI VENEZIA
Enrica Roddolo per il Mondo
Tre ministri in Mostra, per parafrasare il celebre romanzo di Jerome K. Jerome (Tre uomini in barca). Con un duello fra primedonne governative: il titolare delle Pari opportunità, Mara Carfagna, e la collega della Gioventù, Giorgia Meloni. A Cinecittà holding, guidata dal tandem Roberto Cicutto presidente, Luciano Sovena ad, si pensa all\'ormai prossimo, storico appuntamento con il cinema, la Mostra di Venezia al via il 1° settembre.
Massimo Condemi Nicola Zingaretti con Luciano Sovena - copyright PizziE, secondo quanto risulta il Mondo, sul red carpet del Lido potrebbe debuttare un\'inedita coppia: Cinecittà-ministero delle Pari opportunità. Si starebbe infatti ragionando sul progetto di un riconoscimento a quelle pellicole che abbiano dato un contributo a far conoscere la cultura della tutela delle persone più deboli e svantaggiate. L\'idea nascerebbe dalle sinergie tra Sovena e Massimo Condemi, l\'ex ad di Cinecittà holding e adesso capo del dipartimento Pari opportunità. Il premio si comporrebbe di un riconoscimento in denaro, da devolvere a una causa benefica, oltreché di un\'opera d\'arte.
BERLUSCONI E CARFAGNA - PANSECAMa il ministro Carfagna dovrà vedersela con un\'altra agguerrita primadonna, Giorgia Meloni. Entrambe poi dovranno condividere i riflettori con il padrone di casa, per così dire, il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi. Infatti Giorgia Meloni, convinta che il cinema sia il mezzo più efficace per far arrivare dei messaggi a un pubblico giovane, non solo ha deciso di sponsorizzare la Festa del cinema di Roma di ottobre (e il Festival di Taormina), ma vorrebbe sbarcare anche in Laguna con un premio, un evento nell\'evento o comunque con una presenza del dipartimento della Gioventù. E in queste ore sarebbe in corso una trattativa con il presidente della Biennale, l\'ex ministro dell\'Economia Paolo Baratta che, come è tradizione, a fine luglio annuncerà il programma della Mostra veneziana edizione 2010.
A proposito di Biennale, l\'ex ministro e attuale governatore della Regione Veneto, Luca Zaia, ha manifestato la volontà di partecipare d\'ora in avanti alle sedute della Biennale, che ha appena fissato il calendario della Biennale d\'arte 2011 (4 giugno-27 novembre). Un ulteriore passo di avvicinamento della Lega al cinema, terreno sin qui poco esplorato, salvo poche operazioni come il film Rai su Barbarossa girato nel 2008 dal regista Renzo Martinelli.
berlusconi carfagna3 - PISSI PISSI
Eolie, crocevia della politica. Dopo la visita, nel ruolo di ambasciatore-paciere, di Bruneo Vespa, questa mattina Italo Bocchino è sbarcata nella vicina Filicudi per una colazione con Francesco Rutelli.
4 - IL POPOLO IN LIBERTÀ
Marco Damilano per L\'Espresso
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Il malcontento degli azzurri è esploso quando si è venuto a sapere che gran parte delle poltrone da assegnare venivano stabilite nella sede meno istituzionale. La nuova infornata di nomine governative prevedeva la promozione a ministro dello Sviluppo economico del berlusconiano Paolo Romani e come sua vice la new entry Annamaria Bernini, bolognese, finiana passata nel campo berlusconiano. Tutto deciso nel maniero di Tor Crescenza, sede estiva del premier, la Camp David di Berlusconi, la sua Castelgandolfo.
Rapidamente occupata da un quartetto di giovani intraprendenti deputate, le romane Mariarosaria Rossi e Annagrazia Calabria, la calabrese Jole Santelli, la palermitana Gabriela Giammanco. Nel partito le chiamano le Crescentine: la corrente del Castello, la più influente sul premier che da qualche tempo usa concludere la giornata al telefono con le sue predilette, a notte fonda. Informazioni, rassicurazioni e delazioni: di quello ti puoi fidare, di quell\'altra no, quell\'altro ieri parlava male di te Presidente, riferiscono le deputate al Cavaliere, che prende nota e terrà presente, quando si tratterà di fare le liste per le prossime elezioni.
Quanto basta per scatenare ancora di più il panico tra i potenziali esclusi, soprattutto in questa atmosfera da fine Impero. \"Qual è il nostro stato d\'animo? Angoscia\", racconta uno dei leader del gruppo parlamentare che raccoglie gli sfoghi dei più disperati: i parlamentari delle regioni del Nord che vedono il loro scranno in pericolo a vantaggio della Lega, quelli del Sud che potrebbero vedersela con il polo Fini-Casini-Rutelli, quelli che sono alla terza legislatura e non saranno ricandidati.
berlusca11 stefania prestigiacomo mara carfagnaberlusca12 mara carfagnaTutti a cercarsi un santo in paradiso che li porti al tavolo in cui si compilano le liste. Si incontrano nei ristoranti intorno alla Camera. Molto gettonato, ed è un grande ritorno, la terrazza dell\'hotel Raphael dietro piazza Navona. Qui, al posto di Bettino Craxi, riceve lontano da sguardi indiscreti l\'ambizioso senatore Gaetano Quagliariello, ci dobbiamo accontentare.
In previsione dell\'appuntamento elettorale ogni ras si è fatto la sua corrente su misura: un\'associazione, una fondazione, una rete di circoli. Ci sono gli ex socialisti di Fabrizio Cicchitto con l\'associazione Riformismo e libertà e quelli di Brunetta e Frattini con la Free foundation. Gli ex An di Ignazio La Russa con il network la Nuova Destra, da non confondere con gli adepti di Maurizio Gasparri (Italia Protagonista), di Altero Matteoli (Fondazione della libertà) e di Gianni Alemanno (circoli della Nuova Italia).
Mara Carfagna berlusconi carfagna PRETTY WOMANFinito? Macché: Quagliariello sbandiera la fondazione Magna Carta, i ciellini di Roberto Formigoni si vedranno a fine mese al meeting di Rimini con Rete Italia. E poi ci sono gli scajoliani, i più a rischio data la caduta in disgrazia del loro boss, i Promotori della libertà della ministra Michela Vittoria Brambilla, i post-berlusconiani di Liberamente, con le ministre Gelmini, Carfagna e Prestigiacomo e due forzisti della prima ora come Mario Valducci e Gianfranco Miccichè. E i senza corrente, per questo più di tutti graditi al Capo, Angelino Alfano e Sandro Bondi.
In questa babele capita che i distinguo dalla linea ufficiale arrivino da dove meno te lo aspetti. Raccontano, per esempio, che Mara Carfagna si sia battuta fino all\'ultimo con il premier per evitare l\'espulsione di Fini e del suo amico Italo Bocchino.
Peggio ancora, la ministra più bella del mondo avrebbe confidato agli amici di sentirsi più vicina ai finiani che ai berlusconiani e di aver considerato l\'ipotesi, clamorosa, di schierarsi dalla parte del presidente della Camera. A trattenerla, una remora di tipo sentimentale: \"Non potrei mai lasciare il partito, senza Berlusconi non avrei mai fatto politica\". Però, intanto, Mara ci pensa.