1. GOLDMAN MONTI COMINCIA BENE! CERCANDO DI CAPIRE POTENZIALITÀ E OPPORTUNITÀ DI UN SUO INGRESSO IN CAMPO, SUPERMARIO L’ALTRO GIORNO HA INCONTRATO ALEDANNO E FIORONI! (A QUANDO UN ATTOVAGLIAMENTO CON CESA E BUTTIGLIONE?) - 2. IL PROFESSOR D’ALIMONTE, UNO DEI MASSIMI ESPERTI IN FLUSSI ELETTORALI, CONVOCATO DI CORSA A PALAZZO CHIGI, DOPO QUALCHE LIBAGIONE, HA QUOTATO (A BOCCE FERME E SENZA CANDIDATO IN CAMPO) LE POTENZIALITÀ DELL’”AREA MONTI” AL 15%, CON LA QUASI CERTEZZA DI SUPERARE L’8% IN TUTTE LE REGIONI E DUNQUE ELEGGENDO DIVERSI SENATORI, CONDIZIONE NECESSARIA PER POTER ESSERE DETERMINANTI - 3. L’INDIZIO PIÙ ELOQUENTE DEL “MONTI IN CAMPO”? LA COMICA PARTECIPAZIONE AD UNA TRASMISSIONE NAZIONALPOPOLARE COME “UNOMATTINA” E LÌ SI È PRODOTTO IN UN PICCOLO “NUMERO” ALLA BERLUSCONI, RACCONTANDO CHE L’AMATO NIPOTINO ALL’ASILO “LO CHIAMANO SPREAD!”. BATTUTONA: “LE COLPE DEI NONNI RICADONO SUI NIPOTI” (AH! AH!) -

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Fabio Martini per "la Stampa"

MONTI MANGIA UN PANINO AL BARMONTI MANGIA UN PANINO AL BAR

Episodio appartato, eppure eloquente. Bari, tardo pomeriggio, palco del teatro Petruzzelli: i protagonisti del dibattito - Massimo D'Alema e Ferdinando Adornato, stuzzicati dal direttore della Gazzetta del Mezzogiorno Giuseppe De Tomaso - sono impegnati in un raffinato parallelismo tra la transizione a suo tempo garantita dal governo Badoglio e quella offerta dall'attuale esecutivo tecnico, fino a quando l'ex presidente del Consiglio se ne esce così: «Ma Monti ha già governato più a lungo del maresciallo Badoglio...».

MILANO MONTI MANGIA IN UN BAR jpegMILANO MONTI MANGIA IN UN BAR jpeg

Certo, calendario alla mano D'Alema ha ragione. Ma l'accostamento Badoglio-Monti ha una venatura sulfurea che l'ex premier replica qualche minuto più tardi: «Ma dove si vende l'agenda Monti?». Oramai è chiaro: l'eventuale irruzione del presidente del Consiglio nella contesa elettorale fa paura ai due contendenti - Bersani e Berlusconi - che immaginavano di essersi apparecchiati il palcoscenico tutto per loro. Il presidente del Consiglio, da parte sua, continua a fare la sfinge, si guarda dal lasciar trapelare intenzioni o indiscrezioni prima del 21 dicembre, data della probabile approvazione parlamentare della legge di stabilità.

MARIO MONTI A UNOMATTINAMARIO MONTI A UNOMATTINA

Soltanto quel giorno, nella anticipata conferenza stampa di fine anno, il Professore farà capire le sue intenzioni. Ieri, durante il Cdm, Monti ha intanto spiegato ai suoi ministri le ragioni che lo hanno indotto a dimettersi, ha rivendicato con «orgoglio» il lavoro fatto in un anno di lavoro e i tanti «semi che sono stati gettati». Alla fine i ministri hanno applaudito, qualcuno si è commosso, tutti sono intervenuti per dire la loro. Il presidente del Consiglio ha invitato i colleghi a vigilare nei prossimi giorni in Parlamento, per evitare possibili incursioni ed emendamenti dei partiti per favorire norme "elettoralistiche".

MONTI CON FRANCO DI MARE E LA SCIARPA TELETHON A UNOMATTINAMONTI CON FRANCO DI MARE E LA SCIARPA TELETHON A UNOMATTINA

Ma in questi giorni Monti sta soprattutto cercando di capire potenzialità e opportunità di un suo ingresso in campo. L'altro giorno il presidente del Consiglio ha cercato per telefono il professor Roberto D'Alimonte, uno dei massimi esperti in flussi elettorali e gli ha chiesto se fosse stato possibile incontrarsi e valutare l'impatto di una sua eventuale Lista. I due si sono visti a palazzo Chigi e il professor D'Alimonte ha quotato (a bocce ferme e senza candidato in campo) le potenzialità dell'"area Monti" al 15%, con la quasi certezza di superare l'8% in tutte le Regioni e dunque eleggendo diversi senatori, condizione necessaria per poter essere determinanti.

MARIO MONTI A UNOMATTINAMARIO MONTI A UNOMATTINA

E Monti, a conferma del suo attivismo si è parlato con due personaggi assai diversi tra loro: Gianni Alemanno e Beppe Fioroni. L'enigma che assilla Monti ruota attorno a tre ipotesi. Prima: restarsene per i prossimi cento giorni a palazzo Chigi a sbrigare l'ordinaria amministrazione ma replicando di volta in volta alle bordate di Berlusconi. Il secondo scenario prevede la possibilità di un endorsement più o meno intenso a favore delle liste centriste, che però senza l'esplicito assenso di Monti, non potrebbero candidarlo a palazzo Chigi.

gianni alemannogianni alemanno

Tra i cavilli del Porcellum c'è una norma che obbliga le coalizioni ad indicare il candidato premier. Oppure - ed è questa la soluzione più ambiziosa sulla quale Monti sta lavorando - il Professore potrebbe rivolgersi direttamente agli italiani con un appello forte, senza la mediazione dei partiti. Un appello nel nome dell'Europa, in difesa dei sacrifici fatti in questi mesi dagli italiani e che rischiano di essere mandati in fumo da una propaganda soltanto negativa.

GIUSEPPE FIORONIGIUSEPPE FIORONI

L'indizio più eloquente del Monti "interventista", lo ha fornito lui stesso. Ieri mattina è intervenuto attorno alle 9,30, ad una trasmissione nazionalpopolare come «Unomattina» e lì si è prodotto in un piccolo "numero", raccontando un aneddoto che gli ha raccontato la figlia: «il più piccolo dei suoi tre figli» (così Monti ha definito il nipote), ha visto un tg nel quale si parlava di spread e ha detto: mamma, «Spread sono io!». Perché all'asilo «lo chiamano spread!». Difficile capire se l'operazione-simpatia abbia bucato lo schermo, certo è la prima volta che Mario Monti parla di suo nipote.

Giovanni Monti - figlio di Mario MontiGiovanni Monti - figlio di Mario Monti

2 - IL PREMIER IN TELEVISIONE: «MIO NIPOTE? LO CHIAMANO SPREAD»...
Da "la Stampa" - «Le colpe dei nonni ricadono sui nipoti». Mario Monti chiude con questa battuta l'aneddoto in cui racconta che suo nipote, il più piccolo dei figli della figlia del premier, all'asilo, è stato soprannominato «spread». Il premier, ospite di Unomattina, riferisce che qualche giorno fa «il più piccolo» dei suoi nipoti stava ascoltando il tg. Si parlava del differenziale fra titoli italiani e tedeschi e all'improvviso ha detto: «Mamma, ma "spread" sono io!». «Non so per quale ragione i bambini hanno individuato in lui quello che doveva portare quel soprannome», ironizza il premier. Per poi chiudere: «Evidentemente le colpe dei nonni ricadono sui nipoti». Il premier in chiusura di trasmissione, ha anche ricevuto una sciarpa di Telethon che ha indossato, per poi offrirne un lembo con galanteria alla conduttrice.

 

 

 

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