1. LA FINE DELL’URSS NON SI DEVE ALLA PERESTROIKA DI GORBACIOV MA AL “SANREMO” '83 2. A SORPRESA LA TV SOVIETICA MANDÒ IN ONDA IL FESTIVAL E I RUSSI, ABITUATI A PALLOSE CANZONI DI REGIME, SCOPRIRONO LE CANZONETTE ITALIANE TUTTO AMORE, PASSIONE E FELICITÀ. NELLE CASE DEI SOVIETICI ENTRÒ L’EDONISMO REAGANIANO IN SALSA “ITALIANZY” 3. DA QUEL MOMENTO AL BANO E ROMINA, I “RICCHI E POVERI”, TOTO “KUTUNIO”, FOGLI E PUPO SONO DIVENTATI PIÙ FAMOSI DEI ROLLING STONES, VENDENDO IN RUSSIA MILIONI DI DISCHI 4. PER I SUOI 70 ANNI, AL BANO SARÀ A MOSCA E TERRÀ UN CONCERTONE-REUNION CON ROMINA, CUTUGNO, FOGLI, MORANDI. E PER LA PLATEA VIP SI ARRIVA A PAGARE ANCHE MILLE EURO 5. PUPO: “SENZA SAPERLO ABBIAMO SCRITTO LA COLONNA SONORA DELL’ERA POSTSOVIETICA”

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1 - LA RUSSIA DIVENTA LA NUOVA AMERICA DEI MELODICI ITALIANI
Anna Zafesova per "la Stampa"

Sono tornati, anzi, non se ne sono mai andati. Il tutto esaurito per le tre serate dedicate ai 70 anni di Al Bano - biglietti da 45 a mille euro nella gigantesca sala di Krokus City di Mosca che si prepara oggi ad accogliere migliaia di fan - è solo l'ultimo dei trionfi che le star della canzone italiana, gli «italianzy» come vengono definiti in blocco, mietono immancabilmente nell'ex Urss.

CONCERTO DI TOTO CUTUGNO IN RUSSIACONCERTO DI TOTO CUTUGNO IN RUSSIA

Dagli stadi della Siberia alle sale del Cremlino che ricordano ancora i congressi del Pcus, alle feste lussuose degli oligarchi, annunciati da cartelloni giganteschi, Toto Cutugno e Pupo vengono accolti da fan estasiati/e, e non c'è casa dove non ci siano incisioni (nel Paese della pirateria è impossibile quantificare le vendite, ma si parla di decine di milioni) di Celentano e di Al Bano e Romina. In Russia i Ricchi e Poveri sono più popolari del Rolling Stones, e un italiano rischia sempre - spesso senza coglierla - con gli amici russi la battuta «Italiano? Un italiano vero?».

Un amore che non è mai venuto meno negli ultimi trent'anni, quando una notte della primavera del 1983 la tv di Stato sovietica trasmise a sorpresa il Festival di Sanremo di poche settimane prima. Nessuno ha mai capito quale ingranaggio sia scattato nei meandri della censura comunista, che di solito si spingeva al massimo ad autorizzare un varietà della tv della Ddr, con balletti di corpulenti bionde in minigonna, e rarissimi passaggi degli Abba, di solito trasmessi la notte di Pasqua per trattenere la gente a casa ed evitare che andasse a messa.

CONCERTO DI RICCARDO FOGLI IN RUSSIACONCERTO DI RICCARDO FOGLI IN RUSSIA

Al potere al Cremlino sedeva Yuri Andropov, mastino del Kgb, per un disco dei Pink Floyd si potevano avere serie grane a scuola, e i giornali di regime (non che ce ne fossero altri) denunciavano il rock come operazione del capitalismo per distrarre i giovani dalla lotta di classe, convinti - esattamente come le mamme americane degli anni '50 - che Mick Jagger fosse posseduto dal demonio.

La radio, solo a filodiffusione, trasmetteva musica classica e dibattiti sui kolkhoz, e la tv nelle rare occasioni delle feste comandate, anniversario della rivoluzione d'Ottobre o Giorno della milizia, mandava in onda concertoni fiume dove la scaletta era stabilita una volta per tutte: musica da camera, balletto, canti popolari, canzoni «impegnate» di guerra e patriottismo eseguite da impettite ugole d'oro insignite del premio Lenin.

Nel finale, rigorosamente dosati, quelli che tutti aspettavano: un comico, un gruppo «vocale-strumentale», la versione sovietica del rock a confronto dei quali i Pooh sembravano i Black Sabbath, le star di musica leggera con qualche canzone di amore strappacuore.

CONCERTO DI AL BANO IN RUSSIACONCERTO DI AL BANO IN RUSSIA

In quel mondo l'arrivo degli italiani - forse considerati ideologicamente non pericolosi - fu una folgorazione. I 300 milioni di telespettatori non avevano mai sentito parlare prima di Sanremo, ma si svegliarono in un Paese diverso. Nelle case della cultura, nei ristoranti e alle feste della scuola si suonavano - e si cantavano, senza capire le parole, traslitterate a orecchio in cirillico - «L'italiano» di Toto Cutugno e «Felicità» di Al Bano e Romina.

AL BANO E ROMINA POWERAL BANO E ROMINA POWER

Da ogni mangianastri uscivano i Ricchi e Poveri e Riccardo Fogli, spesso registrati direttamente dalla tv, oppure scovati in qualche banchetto che semi illegalmente duplicava le cassette di contrabbando. Le iscrizioni a corsi di italiano esplosero, migliaia di ragazze volevano capire cosa cantava Pupo, e decine di famiglie russo-italiane affondano le loro radici in quella passione. Ma bastava vedere Al Bano e Romina che si fissavano negli occhi per capire che cantavano di amore. Gli «italianzy» erano belli, romantici, melodici, eleganti, totalmente non ideologici, adatti alle nonne e alle nipoti, alieni provenienti da un mondo meraviglioso dove ci si poteva dedicare alla vita privata, ai sentimenti, alla felicità.

Fu quasi un anticipo della perestroika, che dopo due anni portò Pupo e soci a Mosca in carne e ossa, per dare inizio a una gloria che non è mai più tramontata. Gli innumerevoli siti di fan di Cutugno, «Kutunio» come viene spesso traslitterato, lo elogiano come «il maestro melodico più grande di tutti i tempi», e in occasione del concerto di oggi Al Bano viene presentato dai giornali russi come un padre della patria: «In Italia si dice che se non lo ascolti non sei un vero patriota».

AL BANO E ROMINA POWERAL BANO E ROMINA POWER

Qualcuno pagherà mille euro per la platea Vip, qualcuno 40 per il balcone «con visibilità limitata», avvertono onestamente in cassa, ma tutti per una sera si sentiranno uguali come quando, nel 1983, ascoltavano Sanremo su una cassetta duplicata tritata da un mangianastri scassato.

2 - AL BANO: "ROMINA VUOLE CHE MI ABBASSI DI DUE TONI; COME SE UNO ALTO SI TOGLIESSE MEZZO METRO"
Piero Negri per "la Stampa"

Al bano Carrisi, per tutti Al Bano, è in hotel, a Mosca, e sta per raggiungere il teatro per le prove dei tre concerti moscoviti: «Stavo guardando la tv italiana - racconta - parlavano di Papa Francesco, uno dei pochi segni di speranza del nostro disgraziato Paese. L'altro giorno ha invitato a dire più spesso quelle tre parole: scusa permesso e grazie. Perfetto! Che altro c'è da dire? In tre parole un modo diverso di vivere. E invece noi cerchiamo di distruggere tutto, siamo un Paese da favola rovinato dalle immondizie e dalle strumentalizzazioni. Perfino Sanremo hanno cercato di distruggere, senza riuscirci, per fortuna».

AL BANO E ROMINA POWERAL BANO E ROMINA POWER

E ora Sanremo lo fate a Mosca?
«No, no. Questi concerti non sono un festival, qui li chiamano Jubilaeum Concert, sono una festa per i miei 70 anni».

Quindi è lei il protagonista assoluto?
«No, siamo tutti protagonisti alla pari, io come il grandissimo Gianni Morandi, Toto Cutugno, Antonella Ruggiero, Riccardo Fogli e tutti gli altri. Semplicemente, io canterò più canzoni degli altri, perché duetterò con tutti».

E c'è anche Romina Power...
«Certo, e il coro dell'Armata Rossa, con cui farò Va' Pensiero, più un paio di cantanti russe molto famose. Manca solo Montserrat Caballé, di cui sono amico e che avrei voluto qui con me. Purtroppo aveva un altro impegno. Con lei la festa sarebbe stata completa».

Lei capita spesso da queste parti?
«Mettiamola così: ogni volta che posso, vengo a cantare in Russia o nei Paesi vicini. Ho moltissime richieste, cerco di accontentarle nei limiti del tempo che ho a disposizione».

YLENIA AL BANO E ROMINA carrisiYLENIA AL BANO E ROMINA carrisi

Quando iniziò la campagna di Russia?
«Nel 1984, con Romina girammo uno speciale nell'allora Leningrado, per la regia di Eugenij Ginzburg. E La Stampa titolò: Al Bano e Romina in una magica notte russa. Ci vide tutta l'Unione Sovietica, e diventammo famosissimi».

Quindi non è merito di Sanremo?
«Anche Sanremo ha contribuito: sa che il Festival era l'unico programma occidentale che Ceausescu faceva vedere ai romeni?».

Lei cantò nella Romania di Ceausescu?
«No, ci sono arrivato dopo la rivoluzione. Ma sono stato in Russia, Polonia, Romania, Lettonia, nell'ex Cecoslovacchia, Armenia, Azerbaigian. Cecenia, Kazakhstan. Sa che una decina di giorni fa ho cantato in Daghestan?».

Questi concerti sono un'idea sua?
«No, è il mio impresario in questa parte di mondo, Andrei Agapov, che li ha ideati e li ha voluti. In passato ha già organizzato due manifestazioni come questa. Con lui ho cantato anche per Eltsin e per Putin».

I RICCHI E POVERII RICCHI E POVERI

E' lui che ha ideato anche il ritorno con Romina Power, a quasi vent'anni dagli ultimi concerti di coppia?
«Sì, onestamente pensavo che non accettasse. Ma il signor Agapov si è messo in testa che la voleva a tutti i costi e così è stato. Capisco che la notizia c'è, ma per il momento non voglio dire nulla. Non vorrei che le aspettative andassero deluse. Per ora posso solo dire che mi ha chiesto di abbassare di due toni le canzoni che facciamo insieme».

E lei?
«E io sono un po' perplesso. E' come chiedere all'uomo più alto d'Italia di abbassarsi di mezzo metro».

ricchi e poveriricchi e poveri

Ma in passato non l'ha mai fatto?
«Mai. Solo che ora Romina è fuori allenamento. Non canta da diversi anni e le corde vocali hanno bisogno di esercizio quotidiano. Comunque, questa sarà un'esperienza eccezionale, la scenografia è fantastica, so che qui in Russia hanno speso tutto quello che è possibile spendere per creare un grande evento, c'è un'orchestra di sessanta elementi».

E qualcosa di simile in Italia?
«Scordiamocelo. Pensiamo ad altro, a come farci del male, a dividerci... Sa qual è la verità? Che tutti dovrebbero venire qui a Mosca a vedere l'Italia come la vedono gli altri. A capire il potenziale che noi sottovalutiamo».

E così a festeggia i 70 anni in Russia...
«Festeggio lavorando, come ho sempre fatto e come faceva mio padre. Solo che lui faceva il contadino, io canto a Mosca. Mi è andata bene, no?».

ricchi e poveriricchi e poveri

3 - PUPO: "SENZA SAPERLO ABBIAMO SCRITTO LA COLONNA SONORA DELL'ERA POSTSOVIETICA"
Da "la Stampa"


Sabato scorso Enzo Ghinazzi, per tutti Pupo, ha cantato a Erevan, Armenia, davanti al presidente della Repubblica e a centomila spettatori. «E' stato incredibile - racconta - al palco non riuscivo a vedere fin dove arrivava la gente. Era una di quelle piazze gigantesche di epoca sovietica e io ero l'ospite d'onore per il 2795esimo anniversario della fondazione della città. Il balletto nazionale armeno ha danzato sull'aria di Gelato al cioccolato e poi ho cantato altre sei canzoni per quel mare di gente. Niente male, vero?».

ricchi e poveriricchi e poveri

Niente male davvero: ma come è potuto succedere tutto ciò?
«Non sa quante volte ho provato a chiederlo a tante persone dell'Europa dell'Est senza avere risposte convincenti Anzi, senza riuscire neppure a far capire la domanda. So solo che i miei dischi uscivano in Unione Sovietica con la casa discografica di Stato, ma è dopo la fine della guerra fredda che noi siamo esplosi».

Mi sta dicendo che la canzone italiana è la colonna sonora della nuova Russia?
«Sì, è così. La musica che noi abbiamo prodotto negli Anni Ottanta per loro è tradizione italiana. E per questo la amano. Dopo il crollo dell'Unione Sovietica è diventata di moda: abbiamo cominciato cantando alle feste private dei super ricchi e oggi siamo arrivati alla gente comune, al grande pubblico».

RICCARDO FOGLI SU SORRISI E CANZONIRICCARDO FOGLI SU SORRISI E CANZONI

Cosa trovano in quelle canzoni, secondo lei?
«Trovano una miscela di melodia italiana e di Schlager Music. Sa cos'è?».

Non proprio...
«E' la musica pop dell'Europa centrale, molto semplice e ritmata, che in genere trionfa all'Eurofestival, e che appartiene anche ai Paesi dell'Est».

Quindi voi facevate Schlager Music all'italiana senza volerlo?
«E' incredibile, ma è così. Facevamo gia trent'anni fa, senza saperlo, qualcosa di unico che sarebbe piaciuto da pazzi alla gente della nuova Europa dell'Est. Certo, allora non avrei scommesso un centesimo che il mio destino professionale sarebbe cambiato grazie all'ex Unione Sovietica, e tutti sanno quanto mi piace scommettere».

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Oggi il pubblico russo è il più importante per lei?
«I russi mi hanno permesso di sopravvivere quando la mia carriera di cantante era ferma e quella di conduttore televisivo non era ancora decollata. Mi hanno permesso di non finire nel circuito squallido del revival, che tra l'altro è squallido in Italia e altrove no, mi hanno concesso libertà economica e professionale e oggi mi permettono di girare il mondo. Ho cantato per i russi in Canada, in Israele, in Turchia, e ho impegni fino alla fine dell'anno. E' un pubblico fantastico, che mi tratta come una grande star, che sa quello che vuole e non bada a spese».

E noi in Italia non ce ne rendiamo conto.
«Questo è incredibile. L'ho detto a Fabio Fazio, all'ultimo Sanremo: tu inviti Toto Cutugno con il coro dell'Armata Rossa come se fosse una stranezza un po' folkloristica, come se noi andassimo a cantare tra gli zulù, mentre questa è una cosa assolutamente seria, potrebbe essere il futuro della nostra canzone. Ogni anno al Festival dovrebbero esserci un paio di cantanti giovani che fanno il nostro genere, canzone italiana melodica e ritmata per il mercato dell'Est. E' assurdo che dopo trent'anni qui vogliano ancora me, mi chiedo chi prenderà il nostro posto. Ho 58 anni, fino a quando avrò voglia di salire su un aereo un paio di volte la settimana?».

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E' vero che ai concerti di Mosca lei farà anche da conduttore?
«Certo che è vero, con una celebrità locale, Evgenia Koveshnikova. Serviva un conduttore italiano, forse per farne uno speciale televisivo da trasmettere anche in Italia. Poi con Al Bano canterò Su di noi, che qui è un grande successo, e da solo farò Vita da artista, una canzone in minore che piace molto ai russi e alla loro anima malinconica. In Italia nessuno lo sa, ma io qui canto anche in russo».

4 - ROMINA A MOSCA CORREGGE AL BANO: «NON INTERROMPERE»
Mario Luzzatto Fegiz per il "Corriere della Sera"

Il ghiaccio fra Al Bano Carrisi e Romina Power si è sciolto appena nella penombra di una discoteca dismessa nei pressi del Palazzo della cultura di Mosca martedì pomeriggio. I due hanno provato a porte chiuse cinque canzoni. Si sono stretti la mano (niente abbracci) e, pur apparendo emozionati, si sono comportati da veri professionisti. «È in forma vocale», ha commentato lui. «È come se non avessi mai smesso di cantare», ha dichiarato lei.

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I 5 brani in programma, fra cui «Felicità», «Libertà» e «Che angelo sei», sono stati scelti direttamente dall'impresario Agapov. Quindi anche su questo non ci sono stati accordi diretti fra i due. Nell'improvvisato incontro a due voci a margine della festa di compleanno del manager russo, non sono mancati invece momenti tesi. A indispettire Al Bano è stato l'annuncio di Romina di voler lanciare in Russia il suo olio biologico: «Ecco, aiuto chi mi fa concorrenza».

Poco prima Romina lo aveva corretto su un vocabolo inglese. E pure apostrofato con un «non interrompere» mentre era in corso la traduzione in russo di una sua risposta. Su frequenze diverse anche altre risposte dei due. Alla domanda: qual è il segreto della vostra ottima forma fisica? Lui ha risposto: «Mi nutro bene con cibi che conosco e faccio molta ginnastica e bevo il vino che produco». E lei: «Io sono astemia, faccio Yoga e curo soprattutto lo spirito. Il corpo ha una data di scadenza, lo spirito no». Al Bano, con tono insofferente: «La spiritualità è unica, cambiano solo i linguaggi».

PUPO E PUPAPUPO E PUPA

A Mosca, per i tre concerti in programma da oggi a sabato, sono arrivati in tanti. La signora Jolanda, 91 anni, mamma di Al Bano, è la più anziana della comitiva di artisti italiani, tutti qui per celebrare i settant'anni del cantante. Ci sono soprattutto quelli che impazzano nell'area della federazione russa e dintorni: Pupo, Matia Bazar, Ricchi e Poveri, Toto Cutugno, Umberto Tozzi (bloccato per alcune ore all'aeroporto perché privo di visto), Gianni Morandi, Riccardo Fogli, un coro cosacco. In più a sorpresa, la figlia dell'organizzatore del concerto, Veronica Agapova, e la vincitrice di un concorso indetto nel Salento da Al Bano, Sara Stifany, che viene da un paesino nei pressi di Cellino San Marco.

Ma il piatto forte dell'evento è naturalmente costituito da Romina Power, che per la prima volta dopo 17 anni torna a duettare con l'ex marito. Nella prima prova a porte chiuse di martedì lei è apparsa determinata e grintosa, lui professionale come sempre. In hotel piani separati (lei al quarto, lui all'ottavo). E anche a cena tavoli separati: il numero 14 per lui, l'8 per lei.

PUPO MAURO MAZZA GIGGI MARZULLOPUPO MAURO MAZZA GIGGI MARZULLO

Loredana Lecciso ha deciso di disertare lo show. Se n'è rimasta a Lecce. Inconvenienti delle famiglie allargate.
Le prove del più grande raduno di artisti italiani che spopolano all'Est sono state frammentarie e caotiche, con un'orchestra locale diretta da Alterisio Paoletti. Si potrebbe definirlo «il festival dei miracolati». Sì, miracolati da Krusciov che, negli anni Ottanta, decise per due anni di trasmettere, in uno dei due grigi canali statali televisivi russi, alcune edizioni del festival di Sanremo debitamente purgate (tagliò Vasco Rossi).

Toto-CutugnoToto-Cutugno

E fu la fortuna di questa manciata di artisti che da stasera e per tre giorni riempiranno il teatro Crocus City Hall di Mosca. «Sono contento di essere qui a festeggiare Al Bano - ha detto Umberto Tozzi - dopo che la Rai non gli ha dedicato nemmeno uno speciale per i suoi 70 anni».

Cutugno e Belen Rodriguez AnsaCutugno e Belen Rodriguez Ansa

Il clou della vigilia è stata festa di compleanno data in hotel da Agapov. Che si è fatto un bel regalo: «Ho investito su questi tre concerti 2 milioni e mezzo di dollari», ha detto senza reticenze. E nonostante i prezzi astronomici, è stata aggiunta la serata di sabato stante l'altissima richiesta di biglietti.

belen cutugno Sanremobelen cutugno Sanremo

In realtà altre fonti parlano di una cifra più che doppia.
All'ultimo momento ha dato forfait la cantante Antonella Ruggiero, la prima voce femminile dei Matia («Solo tu», «Vacanze romane»). I russi ignorano la sua svolta colta ed era stata invitata da Agapov probabilmente con la segreta speranza che cantasse con i suoi vecchi compagni. Lei non ne ha voluto sapere. Non ha ceduto alle lusinghe del rublo forte dimostrando che, come le ciambelle, non tutte le reunion riescono col buco.

 

 

 

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