AAA CERCASI KINGMAKER PER IL QUIRINALE – I CANDIDATI AL COLLE SONO ANCHE TROPPI, MA NON C’È NESSUN REGISTA ALL’ORIZZONTE, COME FU DE MITA CON COSSIGA O RENZI CON MATTARELLA – DI MAIO CI STA PROVANDO (HA INCONTRATO LA CASELLATI PER QUESTO) E POI CI SAREBBE FRANCESCHINI, SE NON FOSSE TROPPO IMPEGNATO AD AUTO-PROMUOVERE SE STESSO...

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sergio mattarella in visita al cimitero di castegnato 2

Francesco Verderami per il “Corriere della Sera”

 

Non mancano i candidati per il Quirinale, ma senza un kingmaker la prossima corsa al Colle diverrebbe un rodeo. Il ruolo del kingmaker è fondamentale per tessere la rete tra i partiti, gestire i grandi elettori nelle votazioni a scrutinio segreto e trasformare infine uno dei tanti «quirinabili» nel presidente della Repubblica.

 

renzi mattarella

È la legge non scritta del Palazzo, è la storia di Craxi che trovò la soluzione di Pertini, di De Mita che spianò la strada a Cossiga, di Veltroni che costruì un ponte con Fini per Ciampi, di Renzi che riuscì con Mattarella. Anche nei passaggi tormentati non è mai mancato un kingmaker, che è sempre stato espressione della maggioranza.

prodi renzi

 

Ma a poco più di un anno dall'appuntamento, mentre già fervono i preparativi e c'è la solita ressa di aspiranti, per la prima volta manca un regista che coordini l'operazione. Questo fatto senza precedenti si verifica nel momento in cui la maggioranza è polverizzata: e se già sul Mes teme la prova del voto in Parlamento, è chiaro cosa potrà succedere quando serviranno altri numeri per eleggere il capo dello Stato.

LUIGI DI MAIO - ELISABETTA CASELLATI

 

Come non bastasse, le manovre sul governo finiscono per sovrapporsi a quelle per il Colle, al punto che Renzi dopo l'incontro con il premier si è convinto che «Conte pensa al Quirinale».

 

Ma i «quirinabili» sono talmente numerosi nel centrosinistra che - per dirla con un dirigente del Pd - «si fa prima a usare l'alfabeto dalla A alla V». Il problema però è «la mancanza di una personalità capace di dirigere il traffico», come spiega Bersani, che da kingmaker visse sulla propria pelle l'accoltellamento a scrutinio segreto di Prodi. In assenza di un kingmaker, secondo l'ex leader pd «c'è il rischio che gli aspiranti si trasformino in mediatori della loro personale candidatura».

GIUSEPPE CONTE E IL REGALO DI NATALE

 

Quei giochi contrapposti provocherebbero uno scontro di tale violenza all'incrocio per il Colle, che al confronto i famosi «centouno» franchi tiratori del 2013 sarebbero poca cosa. C'è un precedente che lo sconsiglierebbe, risale al 2006, quando D'Alema provò a sovrapporre al suo ruolo di regista quello di «quirinabile»: fu allora che Napolitano venne eletto per la prima volta.

 

Nella buona e nella cattiva sorte, il kingmaker comunque è sempre stato essenziale, e non c'è dubbio che potenzialmente i grillini potrebbero rivendicarlo. Di Maio, che non ha mai smesso di ricordare il suo ruolo nell'ascesa di Conte, ci sta provando: così viene interpretato il suo incontro con la presidente del Senato Casellati.

gianni letta e berlusconi

 

Il fatto è che M5S è ormai solo formalmente il partito di maggioranza relativa e la sua balcanizzazione impedisce al ministro degli Esteri di valutare la forza numerica di cui potrebbe disporre. Come non bastasse, l'elezione del capo dello Stato avverrà nella fase conclusiva della legislatura, e nel Pd - che a sua volta è la somma di tanti Pd - c'è la consapevolezza che fra un anno i peones grillini senza futuro si sentiranno sciolti da ogni obbligo.

 

napolitano mattarella

E nell'urna per il Colle «si terranno le mani liberissime». Insomma, alla maggioranza manca un kingmaker e mancano i numeri per impostare la corsa al Quirinale. Ecco perché Salvini ha voluto ricordare come il centrodestra arriverà all'appuntamento «con il 46% dei grandi elettori». Perciò il capogruppo dem Delrio riconosce che «bisognerà parlare con l'opposizione».

 

Ché poi anche l'opposizione è divisa, più di quanto già appaia. E c'è un motivo se dietro le ambizioni di Berlusconi il leader del Carroccio vede muoversi Gianni Letta oltre che la Casellati. Forse convinto dal fatto che «di classe politica al governo e anche all'opposizione ce n'è poca», il leghista Giorgetti si è spinto a proporre la rielezione di Mattarella nel timore di un drammatico stallo.

conte franceschini

 

Ma il capo dello Stato più volte ha manifestato la sua indisponibilità al reincarico, che dopo il doppio incarico di Napolitano certificherebbe la crisi del sistema. L'altro giorno, osservando sconsolato l'emiciclo della Camera, un dirigente di Leu ha sospirato: «Gli aspiranti al Quirinale ragionano con la testa del passato. Ma questo Parlamento è un altro mondo: ci sbatterebbero contro. L'unico che potrebbe tentare di gestire il passaggio è Franceschini, a patto che si tolga dalla testa il Colle. Altrimenti, di votazione in votazione, gli italiani verranno a scoperchiare il tetto di Montecitorio per costringerci a eleggere un capo dello Stato».