L’ABBRACCIO DEL SANTO PAPA - L’“ELEPHANT MAN” RACCONTA LA SUA EMOZIONE: “ERA IL PARADISO”

Vinicio, 53 anni, affetto da una violentissima forma di neurofibromatosi, è l’uomo abbracciato dal Papa nella foto che ha fatto il giro del mondo - Anche sua sorella soffre dello stesso male - “Mi è scoppiato il cuore. Mi sono sentito in paradiso. Il Paradiso è lì…”

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Margherita De Bac per il "Corriere della Sera"

«Qui è il Paradiso» ha esclamato semplicemente Vinicio, con occhi sognanti, dopo l'abbraccio col Papa la settimana scorsa in Vaticano durante un'udienza organizzata per celebrare i 110 anni di Unitalsi. Nessuno lo aveva mai fatto prima, a parte la sorella Morena e la zia Caterina che si sono prese cura dei due «ragazzi» fin da quando erano piccoli e quei bitorzoli cominciavano a comparire.

IL PAPA CON LA MISERICORDINAIL PAPA CON LA MISERICORDINA

Oggi a 53 anni Vinicio ne è ricoperto dalla testa ai piedi. Grossi foruncoli scuri che non si limitano a deturparlo ma gli si conficcano nel corpo creandogli dolore, prurito e piaghe. Ha fatto il giro del mondo l'immagine di papa Francesco che gli cinge le spalle, lo avvicina a sé e lo bacia con tenerezza anche dove le protuberanze sono più carnose.

«Pensavo non lo avrebbe più lasciato andare», racconta Caterina, che quel giorno era piantata al suo fianco, fiera e commossa nel vedere il nipote estasiato. Un uomo offeso duramente da una malattia rara di origine genetica, la neurofibromatosi, forma tumorale benigna che ricopre il corpo di cisti anche interne e su di lui si è espressa alla massima potenza.

Cresciuto con poco amore e attenzione se non quella di persone che per strada lo additano e si scansano, oppure di mamme che allontanano i loro bambini al suo passaggio. Non è infetto, è buono come il pane e dietro il suo aspetto alla Elephant man si nasconde un animo stracolmo di sentimenti.

NAPOLITANO E PAPA FRANCESCO BERGOGLIO FOTO LAPRESSENAPOLITANO E PAPA FRANCESCO BERGOGLIO FOTO LAPRESSE

A Isola Vicentina, dove abita in un appartamentino del Comune, gli vogliono bene. Lo conoscono e «sanno». Sanno della mamma, morta di tumore, colpita dalla stessa sindrome poi trasmessa ai figli. Sanno del papà che usciva all'alba e tornava a sera e non aveva tempo per quei bambini un po' bruttini ai quali lesinava affetto e gesti d'amore. Sanno di tutte le operazioni che Vinicio ha dovuto subire, dall'età di due anni.

Cominciò con un angioma, poi il cuore, tre volte l'occhio, la gola e poi incisioni profonde per estirpare alcune grosse cisti penetrate fino alla spina dorsale. Aveva 30 anni quando entrò in ospedale per un'operazione che avrebbe dovuto essere l'ultima. I medici dissero che non ce l'avrebbe fatta.

Invece ora è all'altro capo del telefono e parla con noi, «scortato» da zia Caterina che di tanto in tanto traduce per lui quando le parole diventano incomprensibili. La voce è roca per la recente operazione alla gola, a tratti diventa un sussurro dialettale. Vinicio, che è successo con papa Francesco? «Mi è scoppiato il cuore». E poi? «Mi sono sentito in paradiso. Il Paradiso è lì». E la notte, la notte come l'hai trascorsa? «Non ho dormito, sempre fuori con la zia». A chi vuoi bene? «Alla zia e a Morena».

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E agli altri? «Quelli che mi conoscono da anni sono buoni. Quelli che non mi conoscono sono cattivi». Qual è la cosa che ti piace di più? «Andare al ristorante e mangiare il riso alla pescatora». Com'è tua sorella? «È più bella di me». Che fate quando siete insieme? «Bisticciamo come cani e gatti».

La sua vita trascorre tra un lavoretto socialmente utile presso l'istituto Bresson (impila cartoni e mette in ordine), le brevi passeggiate per il paese con la bicicletta elettrica (fino all'edicola e ritorno) e gli impegni con le cure amorose di zia Caterina che lo lava, gli spalma creme, non tutte rimborsate dalla Asl, e lo aiuta nelle piccole incombenze.

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L'assegno da 500 euro al mese per invalidità al 100% da dividere con la sorella Morena, agli esordi della malattia, non permette lussi. Le uniche distrazioni sono le trasferte a Lourdes col gruppo di Unitalsi che lo ha portato a Roma in pullman e poi in Vaticano fino al Papa. La vera festa però è andare al ristorante tutti e tre, Vinicio, Morena e Caterina . Sono felici, felicissimi. Nonostante tutto.

 

 

 

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