ADDIO ALL’ULTIMA ISOLA DI LIBERTÀ: ANCHE SUI TRENI ARRIVANO BIGLIETTI NOMINATIVI, CONTROLLI DI DOCUMENTI E BAGAGLI - DOPO L’ATTENTATO FALLITO SUL TGV FRANCESE, L’EUROPA SI PIEGA AI TERRORISTI


1. TERRORISMO, LA LINEA UE: BIGLIETTI NOMINATIVI PER LA SICUREZZA SUI TRENI I MINISTRI DI 9 PAESI A PARIGI: CONTROLLI ANCHE AI BAGAGLI

Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera

 

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Più controlli su passeggeri e bagagli, più pattuglie miste internazionali, scambi di informazioni intensificati. Su questi tre assi vertono le nuove misure di sicurezza annunciate ieri a Parigi al termine della riunione dei ministri dell’Interno e dei Trasporti di nove Paesi europei (Italia, Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Spagna, Regno Unito, Svizzera).

 

I governi volevano dare una prima risposta rapida e rassicurare l’opinione pubblica otto giorni dopo l’attentato fallito sul treno Thalys Amsterdam-Parigi, quando il terrorista marocchino Ayoub El Khazzani è stato bloccato da alcuni passeggeri nel momento in cui aveva deciso di fare fuoco, armato di un kalashnikov, un coltello, una pistola e nove caricatori. Sul treno stavano viaggiando 554 persone, con le munizioni in suo possesso il terrorista islamico avrebbe potuto colpirne circa 270.

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Nella dichiarazione comune al termine della riunione, il ministro dell’Interno francese Bernard Cazeneuve ha annunciato che «il controllo dell’identità dei passeggeri, così come l’ispezione visiva e il controllo dei bagagli, saranno rafforzati tanto nelle stazioni che a bordo dei treni, quando questo si renderà necessario».

 

Non si parla di introdurre varchi con metal detector per controllare tutti i passeggeri come accade negli aeroporti e agli ingressi dell’Eurostar Parigi-Londra. Il controllo sarà a campione e lasciato alla discrezionalità degli agenti, cosa che nei giorni scorsi ha già provocato una polemica in Francia, dove da tempo le forze dell’ordine sono accusate di procedere a verifiche molto più numerose sulle persone che appartengono a «minoranze visibili» (come neri e arabi). «Io preferisco che si discrimini, per essere efficaci, invece che restare a guardare», si era lasciato sfuggire qualche giorno fa il sottosegretario ai Trasporti Alain Vidalies, che ieri era presente alla riunione.

attentato sul treno

 

Cazeneuve ha ricordato che le pattuglie miste composte da forze dell’ordine di diversi Paesi sul percorso dei treni internazionali esistono già, «e hanno dimostrato più volte le loro capacità. Abbiamo deciso di migliorare ancora la loro efficacia e di farvi ricorso in modo molto più largo».

 

Come si vede, tutti i punti della dichiarazione comune letta da Cazeneuve sono una sorta di lista di intenti, e bisognerà poi trovare le risorse per tradurli in pratica. I nove Paesi si impegnano a «valutare le conseguenze di una generalizzazione dei biglietti nominativi per i treni internazionali a lunga percorrenza».

 

DE MAIZIERE CAZENEUVE

E spingono anche per l’adozione di una banca dati Pnr (Passenger Name Record) che permetterebbe di registrare tutti i dati (identità, spostamenti, prenotazioni, alberghi) di chi viaggia in aereo, «in modo da individuare gli individui pericolosi che penetrano o transitano sul nostro territorio». Il progetto del Pnr è bloccato al Parlamento europeo dal 2011 per i dubbi sulla privacy, ma è stato adottato il 15 luglio scorso dalla commissione delle libertà civili. Una difficile adozione definitiva potrebbe arrivare entro l’anno.

 

I fautori del Pnr sostengono che, se fosse stato già in vigore, Ayoub El-Khazzani sarebbe stato probabilmente segnalato nel momento in cui ha preso l’aereo in Turchia — porta d’ingresso per la jihad in Siria — per tornare in Europa. Invece il terrorista è rientrato indisturbato e ha avuto il tempo di organizzare l’attentato, salendo alla stazione ferroviaria di Bruxelles Midi.

Ayoub El Khazzani

 

Qui si innesca il tema dello scambio di informazioni. I servizi segreti di Spagna, Francia, Belgio e Germania si sono rimpallati le responsabilità per il fatto che Ayoub El-Khazzani è potuto entrare in azione benché fosse conosciuto alle intelligence europee. I Paesi aderenti dovranno inserire automaticamente nel Sis — il sistema di informazione Schengen — il nome delle persone sospettate di essere jihadiste.

 

Il ministro italiano Graziano Delrio (Trasporti) ha sottolineato che «non rinunciamo al principio di Schengen della libera circolazione delle persone. È un fatto di civiltà, il terrorismo non ci piega».

 

 

2. ADDIO ULTIMA ISOLA DI (FINTA) SERENITÀ

Giuseppe De Bellis per “il Giornale”

 

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Forse questa storia dei treni era inevitabile, o forse no, ma incredibilmente non è questo il punto adesso.

 

Il punto è che i terroristi hanno cambiato il nostro modo di vivere. Abbiamo smesso di farci caso per abitudine, riprenderemo a farlo ora che dovremo dare il nostro nome ogni volta che compriamo un biglietto ferroviario, che dovremo aprire i nostri bagagli o farli passare sotto un metal detector prima di salire a bordo di un treno.

 

Lo facciamo già in aereo, non si tratta di fare qualcosa di inedito o di non conosciuto a chi si sposta. Ma è ugualmente importante, forse di più. Perché il treno aveva resistito a molte cose, praticamente a tutto. In Italia aveva resistito alla strage della stazione di Bologna, alla più grave delle tragedie della nostra storia: neanche dopo gli 85 morti del 2 agosto 1980 nessuno aveva mai pensato di blindare l'unico luogo che era rimasto immune dai controlli.

CARABINIERI STAZIONE TERMINI

 

Aveva resistito all'11 settembre 2001, quando gli aeroporti sono diventati ancor più di prima territorio da presidiare e ispezionare ossessivamente, perché da un aeroporto Mohammed Atta e i suoi fratelli di terrore avevano cominciato a eseguire l'ordine di Osama Bin Laden. Anche allora, quattordici anni fa, dopo il primissimo periodo di paura in cui anche i treni erano diventati luoghi da bonificare, l'attenzione verso i controlli sui convogli era poi scemata. Fino a oggi abbiamo viaggiato sostanzialmente come se il problema terrorismo sui treni non ci fosse.

 

Una specie di zona franca - quantomeno immaginaria - in cui i passeggeri non si guardavano con sospetto. Su un treno si poteva tranquillamente (è vietato, ma era tecnicamente possibile farlo senza essere visti) depositare un bagaglio in uno scompartimento e recapitarlo a un amico o a un parente nella città d'arrivo del treno. Una specie di servizio postale fai da te. Pensandoci bene, e neanche poi tanto approfonditamente, era una follia. Al posto delle burrate o delle mozzarelle di bufala uno in quelle valigie poteva infilarci Dio solo sa che cosa.

 

POLIZIA STAZIONE TERMINI

Il fatto che non fosse mai accaduto non significa che non potesse accadere. Abbiamo sbagliato prima, allora. Ci siamo illusi, godendo tutti quanti di una libertà e di una serenità che non fanno più parte di questa stagione. Il treno ha retto a tutto e il nostro desiderio di normalità con lui, ma non a una strage sfiorata su un Amsterdam-Parigi. Un kalashnikov portato a bordo senza difficoltà ha mostrato i limiti della nostra illusione. Non ci sono luoghi sicuri con il terrore, islamico o no.

 

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Adesso tocca prendere i nostri bagagli e infilarci le nostre paure, sapendo che non sono più così lontane. Sono qui, c'erano anche prima, ma facevamo finta di niente. Quel bagaglio sarà controllato da qualcuno, ora. Aperto. Chi lo farà ci troverà qualcosa che conosce molto bene: lo stesso terrore di chi quella valigia l'ha preparata sapendo che sarà aperta, sezionata, visionata. Per la nostra sicurezza, certo. Ma anche per la fine definitiva della nostra libertà.